Lo studio analizza le mutazioni genetiche del melanoma cutaneo per identificare i pazienti più a rischio e migliorare le terapie future
Ci sono anche l’anatomopatologa Marisa Falduto e la dermatologa Giovanna Moretti, dell’ospedale Papardo, in uno studio pubblicato sulla prestigiosa rivista “Cancers” riguardante le caratteristiche cliniche, istopatologiche e dermoscopiche associate allo stato mutazionale del melanoma cutaneo.
Lo studio ha coinvolto dermatologi, istopatologi, biologi molecolari ed immuno-oncologi di 5 centri sul territorio italiano, afferenti all’Intergruppo Melanoma Italiano – Imi.
I dati possono essere di considerevole impatto prognostico nell’identificare l’aggressività dei differenti “tipi” di melanoma cutaneo in base alle caratteristiche dermoscopiche ed istopatologiche più frequentemente associate alle mutazioni Braf (Fibrosarcoma Rapidamente Accelerato isoforma B proto-oncogene, serina/treonina chinasi) ed Nras (Omologo dell’oncogene virale sarcoma del ratto del neuroblastoma).
In termini clinici la presenza di specifiche caratteristiche dermoscopiche associate all’istotipo consentirebbe di identificare i pazienti a maggior rischio di progressione di malattia attuando per questi ultimi un programma di controlli specifici.
