La scuola pubblica e il contributo economico richiesto alle famiglie. Sale la protesta

La scuola pubblica e il contributo economico richiesto alle famiglie. Sale la protesta

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lunedì 10 Marzo 2014 - 08:36

Campagna nazionale “Il contributo non lo pago”, consultabile tramite il sito sempreinlotta.org, facebook e un questionario on line. Il Collettivo messinese “La Riscossa” interviene sulla vicenda invitando gli studenti messinesi a partecipare alla lotta per l’abolizione del contributo

Le tasse ministeriali non bastano più. Quasi tutte le istituzioni scolastiche, all’atto dell’iscrizione, chiedono dei contributi per autofinanziarsi. Si aggirano in media sui 200 euro annui, ma in molte scuole sono parecchio più alti. Si tratta di contributi che, per legge, sono facoltativi ma sono diventati praticamente obbligatori. A poco o nulla sono valsi i richiami del Ministero dell’Istruzione, tramite circolari indirizzate ai presidi, che ricordano la non obbligatorietà.

“Ci interroghiamo – interviene in merito il Collettivo messinese ‘La Riscossa’ – se il ministero non abbia compreso che è lui il diretto responsabile di questa situazione: i tagli partono dal ministero, non dalle scuole. Negli ultimi anni, in particolare a partire dalla Riforma Berlinguer degli anni ’90, l’istruzione pubblica ha subito una serie di attacchi e depotenziamenti: attacchi che vanno dal taglio dei finanziamenti statali alle scuole, fino alla possibilità di reperire fondi dai privati. Una delle più grosse conseguenze di questa politica è stato lo scarico dei tagli sulle famiglie”.

Il coordinamento studentesco “Come sempre in lotta” ha lanciato una campagna nazionale intitolata “Il contributo non lo pago”, consultabile tramite il sito nazionale (http://www.sempreinlotta.org/), la pagina facebook della campagna (https://www.facebook.com/pages/Il-contributo-non-lo-pago/216546578529315) e un questionario online (https://docs.google.com/forms/d/1CDNZHQNScgvD31iPcDMmjq73JFlLIZ8LhynOxR4FYp4/viewform) che fornirà una mappatura nazionale sulla questione. I coordinamenti saranno impegnati anche in volantinaggi davanti alle scuole, assemblee pubbliche e d’istituto.

“Il contributo – riprendono gli studenti – in moltissime scuole viene spacciato per obbligatorio; in altre, chi non paga viene discriminato o subisce pressioni; in altre ancora ai non paganti non viene permessa l’iscrizione alla scuola. Con questo contributo scolastico, di fatto, si sta avviando il processo per rendere a pagamento l’istruzione pubblica; il contributo prende più le sembianze di tassazione obbligatoria, costituendo una barriera al diritto allo studio. L’ultimo grande passo per la scuola d’elite si sta concretizzando lentamente sotto i nostri occhi: chi potrà pagare studierà, gli altri saranno esclusi. Con questa campagna, vogliamo far capire a tutta la popolazione scolastica (genitori, studenti e personale) cosa è, di fatto, il contributo scolastico e come siamo arrivati a questa situazione; soprattutto, vogliamo che si cessi di chiederlo. Per noi i finanziamenti devono arrivare dal ministero, non dalle famiglie: per tale motivo inviteremo tutti quanti ad astenersi dal pagamento dei contributi scolastici”.

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