Dopo l’ok al patto di stabilità 2013, via libera al piano assunzioni. Con mobilità e concorso pubblico

Nei prossimi 10 anni i Dipartimenti del Comune potrebbero spalancarsi per circa 300 nuovi dipendenti. L’amministrazione Accorinti ha, infatti, in cantiere un Piano di assunzioni, ma molto dipenderà dal rispetto del Patto di stabilità 2013, la cui certificazione ufficiale è attesa per il prossimo 31 marzo. Se l’“esame” dinanzi al Ministero dell’Interno sarà superato, come sembra da indiscrezioni, Palazzo Zanca potrà formalmente predisporre il “job act” accorintiano per poi sottoporlo al vaglio obbligatorio, essendo il nostro un comune in pre- dissesto, della Commissione per la stabilità finanziaria degli enti locali e cominciare a programmare la “compensazione” concessa dalla legge sulle fuoriuscite in calendario nel prossimo decennio.

Attualmente il Comune di Messina può contare su 1550 dipendenti a tempo indeterminato; 296 lavoratori a tempo determinato, cioè i precari comunali, i cui contratti scadranno tra il 31 dicembre 2015 ed i 31 dicembre 2017; e 3 ex lsu. Le unità di personale di Palazzo Zanca ammontano, quindi, complessivamente a 1849. Posto che per i contrattisti la giunta Accorinti sta pianificando l’iter per la definitiva stabilizzazione (vedi correlato), l’altro, ambizioso obiettivo è l’indizione di un concorso pubblico, che però non potrà arrivare prima di aver tentato, come obbliga la legge, la strada della mobilità, rivolta ai dipendenti di tutti gli enti pubblici della penisola.

Tra il 2013 ed il 2022, dei 1550 dipendenti comunali ne andranno in pensione 732. In servizio ne resteranno quindi solo 818. In base alla normativa vigente, il Comune potrà procedere a nuove assunzioni, nella misura del 40% della spesa relativa alla cessazione dei rapporti lavorativi. Come spiegato dal segretario/direttore Antonio Le Donne si tratta di circa 290-300 persone.

Le politiche e le previsioni riguardanti il personale entreranno a far parte anche del Piano decennale di riequilibrio, che- assicura ancora Le Donne – sarà presentato entro il termine fissato, cioè il prossimo 17 marzo. Sulla scrivania del super funzionario sono già arrivate le relazioni richieste ai dirigenti comunali e nei prossimi giorni saranno esitate tutte le delibere che diventeranno parte integrante del documento di risanamento. Da cui – è bene ricordare – dipende l’accesso al Fondo di rotazione nazionale e l’erogazione, a titolo di prestito, di circa 55 milioni di euro.

Le Donne, nominato dal sindaco Renato Accorinti «coordinatore dei lavori tecnico-aministrativi», ci ha anticipato qualche dato significativo del piano rimodulato dopo la bocciatura del 29 gennaio scorso dal parte del Consiglio comunale.

Partiamo proprio dal Piano sul personale, che comporterà un risparmio di 69 milioni di euro in 10 anni. Il vecchio piano targato Croce prevedeva un taglio della spesa di 125milioni di euro, solo perché programmava i pensionamenti ma non le immissioni di nuovi dipendenti, possibili – come detto – solo in caso venga rispettato il patto di stabilità.

L’assessore Cacciola- spiega ancora Le Donne – ha messo a punto un Piano di risparmio energetico che consentirà al Comune di tagliare le spesa per una cifra di 46 milioni di euro. Altri 20milioni di euro, ma forse anche di più, potranno essere recuperati dalla Convenzione con l’Italgas. Secondo quanto riferito dal segretario/direttore generale di Palazzo Zanca, con il prossimo piano di riequilibrio, il Comune potrà anche “permettersi” di non vendere i propri gioielli di famiglia, cioè i grossi immobili, e puntare piuttosto alla vendita degli alloggi popolari, che costano tanto in tema di manutenzione.

Le partecipate occuperanno un capitolo “speciale” del Piano di riequilibrio e la strada segnata sembra quella della liquidazione. Su questo fronte, però, i dettagli saranno definiti solo nei prossimi giorni. Altra importante novità sarà rappresentata dalla riorganizzazione delle Banche dati dei vari dipartimenti. «Sino ad oggi non sono entrati soldi – ha affermato Le Donne – perché le banche dati non erano pienamente funzionali , mettendole a posto garantiremo una operazione di equità ed avremo un censimento capillare, che attiverà un flusso straordinario di risorse, sia per quel che riguarda i tributi che le entrate extra-tributarie».

Il manager di palazzo Zanca è convinto che il Piano di riequilibrio non costituisca «una minaccia ma una opportunità, che dà la possibilità di intervenire in profondità e riorganizzare tutta la macchina comunale».

Del piano di riequilibrio si tornerà a parlare anche oggi, in Commissione bilancio, presieduta dal consigliere dell’Udc, Franco Mondello.

Intanto, dalla capitale arriva un’ottima notizia: torneranno indietro, e cioè nelle casse di Palazzo Zanca , i 7 milioni di euro della sanzione comminata nei confronti del Comune per lo sforamento del patto di stabilità 2011. E’ quanto stabilisce il Decreto 26 febbraio 2014 pubblicato sul sito del Ministero dell’Interno (vedi link in basso).

Danila La Torre

http://finanzalocale.interno.it/circ/dec9-14.html