Papardo e Policlinico di Messina, ecco come Agenas valuta ogni area clinica

Papardo e Policlinico di Messina, ecco come Agenas valuta ogni area clinica

Marco Ipsale

Papardo e Policlinico di Messina, ecco come Agenas valuta ogni area clinica

venerdì 26 Maggio 2023 - 08:00

Le valutazioni degli ospedali per tutti i settori

Non tra i migliori ma neanche tra i peggiori. Agenas, Agenzia nazionale per i servizi sanitari, ha valutato 53 ospedali pubblici, relativamente alle prestazioni erogate nel 2021, classificandone 9 con punteggio alto, 32 medio, 12 basso.

I due ospedali di Messina presi in considerazione, Papardo e Policlinico, sono nella fascia media.

Papardo

Il Papardo ottiene un punteggio poco sotto il medio per personale (in calo rispetto al 2019 e al 2020) e investimenti (in crescita rispetto al 2019 e al 2020), poco sopra il medio per accessibilità e gestione dei processi organizzativi (in lieve crescita rispetto al 2019), vicino al livello alto per sostenibilità economica (ma in lieve calo rispetto al 2019).

Le sezioni

Sezione personale: livello tra alto e molto alto per costo personale (in calo); livello poco più che medio per numero di infermieri e medici (stabile); livello tra basso e medio per assunzioni (in calo), livello molto basso per incidenza costo formazione (in ulteriore lieve calo).

Sezione investimenti: tra i dieci peggiori d’Italia per vetustà apparecchiature, tra basso e molto basso.

Sezione accessibilità: livello molto alto per interventi protesi anca, tra medio e alto per tumori al polmone, tra basso e medio per tumori mammella (unico dato in miglioramento, gli altri stabili), tra molto basso e basso per tumori prostata, molto basso per tumori colon.

Sezione gestione: livello molto alto per ricoveri inappropriati (stabile), livello tra alto e molto alto per degenza media pre operatoria (lieve miglioramento).

Sezione sostenibilità economica: livello molto alto per utilizzo contributi vincolati e incidenza gestione straordinaria, tra alto e molto alto per incidenza costo servizi appaltati, alto per incidenza costo gestione rischi e costo farmaci, molto basso per costo giornata degenza, rotazione magazzino dispositivi medici e incidenza ricavi da prestazione (dati stabili).

Le aree cliniche

Vengono valutate, poi, sette aree cliniche, riportando la proporzione del volume di attività di ogni area rispetto al totale della struttura e il livello di aderenza a standard di qualità. Per il Papardo il 32 % per l’area cardiocircolatoria (livello basso, nel 2020 era medio), 21,3 % per l’area osteomuscolare (basso, nel 2020 era medio), 14,7 % per area gravidanza (medio, come nel 2020), 5,6 % per chirurgia oncologica (basso, come nel 2020), 3,1 % per chirurgia generale (molto basso, come nel 2020). Nel 2020 l’8.7 % delle attività riguardava l’area nervosa, con un livello molto alto.

Ad esempio, nel 2021, al Papardo la mortalità a 30 giorni da un infarto acuto (con variabili cliniche) è stata del 16,6 %, mentre il dato nazionale è del 7,74 %, nonostante il 62.4 % (nazionale 50,6 %) sia stato trattato con angioplastica entro 90 minuti; per bypass aortocoronarico del 6.8 % (nazionale 2.16 %); valvuloplastica o sostituzione di valvole cardiache del 6.8 % (nazionale 2.5 %); scompenso cardiaco congestizio del 8.5 % (nazionale 11.2 %). Poi la percentuale di parti cesarei è stata del 26.2 % (nazionale 22.4 %), gli interventi entro 48 ore per frattura del collo del femore il 31.4 % (nazionale 48.6 %).

Nel 2020 la mortalità a 30 giorni da un infarto acuto (con variabili cliniche) è stata del 11,3 %, mentre il dato nazionale è del 8,25 %, nonostante il 64 % (nazionale 50 %) sia stato trattato con angioplastica entro 90 minuti; per bypass aortocoronarico del 4.5 % (nazionale 1.85 %); valvuloplastica o sostituzione di valvole cardiache del 3.3 % (nazionale 2.38 %); scompenso cardiaco congestizio del 10.3 % (nazionale 11.4 %). Poi la percentuale di parti cesarei è stata del 25.8 % (nazionale 22.7 %), gli interventi entro 48 ore per frattura del collo del femore il 45.8 % (nazionale 50.3 %).

Policlinico

Il Policlinico ottiene un punteggio medio per gestione dei processi organizzativi (stabile rispetto al 2019 e al 2020), tra medio e alto per il personale (nel 2019 era alto), accessibilità (in lieve crescita) e sostenibilità economica (in lieve calo), tra alto e molto alto per investimenti (in lieve calo rispetto al 2019 e al 2020).

Le sezioni

Sezione personale: livello tra alto e molto alto per dotazione personale posti letto (in calo rispetto al 2019, in aumento rispetto al 2020); tra basso e medio per le politiche di gestione del personale (in calo).

Sezione investimenti: livello molto alto per capacità d’investimento (stabile), tra medio e alto per obsolescenza del patrimonio (in lieve calo).

Sezione accessibilità: livello tra medio e alto per tempi di attesa interventi (in crescita) e pronto soccorso (in crescita rispetto al 2020 ma in calo rispetto al 2019).

Sezione gestione: livello tra medio e alto per appropriatezza (in lieve crescita) ed efficienza (in lieve calo), poco meno che medio per attrattività (stabile).

Sezione sostenibilità economica: livello alto per debiti e solvibilità (in calo, era molto alto), tra medio e alto per intramoenia, costi e ricavi, medio per gestione dei rischi (tutto in lieve calo), basso per gestione del magazzino (stabile).

Le aree cliniche

Anche qui vengono valutate le aree cliniche: 26,8 % area sistema nervoso (livello basso), 16,4 % area gravidanza (medio), 16.2 % area cardiocircolatoria (medio), 9.8 % area osteomuscolare (medio), 8.2 % chirurgia generale (molto alto, nel 2020 era alto), 5,8 % chirurgia oncologica (molto basso), valutazioni uguali al 2020.

Nel 2021, al Policlinico la mortalità a 30 giorni da un infarto acuto (con variabili cliniche) è stata del 16,9 %, mentre il dato nazionale è del 7,74 %, nonostante il 71.7 % (nazionale 50,6 %) sia stato trattato con angioplastica entro 90 minuti; scompenso cardiaco congestizio del 15 % (nazionale 11.2 %); ictus ischemico 14.6 % (nazionale 10.84 %). Poi la percentuale di parti cesarei è stata del 15.6 % (nazionale 22.4 %), gli interventi entro 48 ore per frattura del collo del femore il 52.5 % (nazionale 48.6 %).

Nel 2020 la mortalità a 30 giorni da un infarto acuto (con variabili cliniche) è stata del 10,3 %, mentre il dato nazionale è del 8,25 %, nonostante il 78.3 % (nazionale 50 %) sia stato trattato con angioplastica entro 90 minuti; scompenso cardiaco congestizio del 15.7 % (nazionale 11.4 %); ictus ischemico 15.9 % (nazionale 11.12 %). Poi la percentuale di parti cesarei è stata del 25.7 % (nazionale 22.7 %), gli interventi entro 48 ore per frattura del collo del femore il 55.6 % (nazionale 50.33 %).

Piemonte

I dati dell’ospedale Piemonte sono ricavabili dal Programma nazionale esiti.

Aree cliniche: 22,8 % cardiocircolatorio (molto basso), osteomuscolare 18.8 % (medio), chirurgia generale 6 % (molto basso). Nel 2020 l’area cardiocircolatoria era al 24.5 % ed un livello molto alto, osteomuscolare 17.2 % (medio), chirurgia generale 7 % (molto basso).

Nel 2021, al Piemonte la mortalità a 30 giorni da un infarto acuto (con variabili cliniche) è stata del 14,9 %, mentre il dato nazionale è del 7,74 %; scompenso cardiaco congestizio del 29.1 % (nazionale 11.2 %); gli interventi entro 48 ore per frattura del collo del femore il 42.5 % (nazionale 48.6 %).

Nel 2020, la mortalità a 30 giorni da un infarto acuto (con variabili cliniche) è stata del 3,5 %, mentre il dato nazionale è del 8,25 %; scompenso cardiaco congestizio del 13.2 % (nazionale 11.4 %); gli interventi entro 48 ore per frattura del collo del femore il 54.1 % (nazionale 50.3 %).

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