Adesso chiamiamolo “il lungo di Messina”

Adesso chiamiamolo “il lungo di Messina”

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martedì 21 Giugno 2011 - 15:45

Servirebbe una petizione popolare per cambiare il nome allo Stretto. Visti i tempi d'attraversamento

Ho trascorso il week-end a Roma. Per partire ho avuto la felice idea di usare il treno. Sapevo già che le Ferrovie, nel sacro fervore dei tagli avevano eliminato il notturno di “mezzanotte”, lasciando una sola corsa, quella delle 22.10. Non sapevo che, peggiorando il servizio, avevano contemporaneamente aumentato il costo del biglietto (in questo caso il T2, cabina a due posti letto per donna, aumentato di quasi 20 euro). Quindi peggiora il servizio, ma aumenta il biglietto….. Alla stazione in attesa del treno ho incontrato una decina di passeggeri provenienti da Catania costretti a prendere un convoglio nel pomeriggio, far sosta a Messina, quindi salire sul Palermo-Roma. Erano furiosi con le Fs e mi son sentita fortunata rispetto a loro. Ovviamente siamo arrivati a destinazione con un’ora e trenta di ritardo. Penso sia un modo delle Fs per accontentare i passeggeri affezionati alle vecchie due corse, quella delle 22 e delle 23.30, che sono state unificate, così parti col vecchio “22” ma arrivi come se fossi partito a mezzanotte……. Neanche a dirlo anche al rientro, Roma-Villa San Giovanni, mi son sobbarcata la mezz’ora di rito di ritardo. Scesa a Villa ho raggiunto volenterosamente il traghetto delle Ferrovie, dal momento che la Metromare, nata per alleviare le sofferenze di quei soggetti masochisti che insistono a voler attraversare lo Stretto, ha orari che non coincidono affatto con quelli di arrivo e partenza dei treni e nei week-end sospende addirittura le corse nel pomeriggio. In estate continua a tagliare corse, scordando quello che sanno anche gli scogli di Scilla e Cariddi e cioè che in vacanza triplica il numero dei passeggeri diretti in Sicilia. Dunque, scesa dal treno armata di bagaglio e pazienza, raggiungo il traghetto delle Ferrovie, che sarebbe dovuto partire dopo 40 minuti, come scritto sul cartellone luminoso. Invece la nave è partita con 15 minuti d’anticipo. Qualcuno dirà, ma allora perché ti lamenti? Mi lamento perché in tema di trasporti pubblici non si può essere in balia del fato. Un mezzo puntuale è quello che parte esattamente all’orario indicato,se parte prima è un danno che fa a chi si presenta fino a un secondo prima della partenza. Ho sempre trovato piuttosto singolare il cartello affisso alla biglietteria della Marittima nel quale è scritto: “Le ferrovie non si assumono alcuna responsabilità per le partenze effettuate in ANTICIPO o in ritardo”. Posso capire che non si assumano le responsabilità per i ritardi, ma un viaggiatore come fa a sapere se una nave parte prima? Qual è il criterio? Allora invece delle tabelle orarie mettete solo la scritta “Buona fortuna, venite quando vi pare, una nave passerà…prima o poi”. Ci mettiamo sulla riva del fiume e attendiamo. La verità è che nell’area dello Stretto siamo davvero in balìa delle onde e di decisioni organizzative prese in modo esilarante. Voi direte, perché non hai preso l’aereo? Un mese fa ho scelto proprio l’aereo, e, anche stavolta scelta felice, ho preferito Reggio Calabria a Catania. Del resto, quell’aeroporto non si chiama Aeroporto dello Stretto???? Anche in questo caso mi chiedo cosa passi per la testa a chi ha organizzato il collegamento con la Metromare. Son arrivata persino a rimpiangere il buon vecchio pullman Federico, che dal parcheggio Cavallotti, per 7 euro, ti lasciava al Tito Minniti. Invece la Metromare, dopo mesi e mesi di rinvii ha varato un servizio monco, senza check-in. Faticosamente siamo riusciti ad ottenere, noi, che siamo persino azionisti, come Provincia, della Sogas, un bus navetta in coincidenza con alcune corse della Metromare Messina-porto di Reggio e viceversa. Peccato che, stranamente, non sempre il bus navetta è presente (un po’ come le navi traghetto che hanno orari di fantasia, un po’ partono prima, un po’ dopo, ma mai all’orario giusto), costringendo i viaggiatori in preda al panico, per non perdere l’aereo, a pagare 25 euro di taxi. Capisco che tutti dobbiamo lavorare, ma a prescindere dal fatto che 25 euro dal porto di Reggio all’aeroporto di Reggio sono uno scippo (aggravato dal fatto che non hai altra scelta), la cosa più strana è proprio il bus navetta “fantasma”, che a volte c’è e a volte no. Io non sono una pignola, ma se una persona vuol raggiungere l’Italia, qualche certezza in termini di mezzi di trasporto e orari avrà pur diritto di averla. Anche perché mica paghiamo i biglietti con i soldi del Monopoli. Sono sempre soldi veri sia i 25 euro che diamo ai tassisti di Reggio, rimpiangendo di non aver scelto Catania e il pullman Sais che ne vuole 8,50, che i soldi che diamo all’Alitalia (da Reggio più cara di Catania), alle Ferrovie, alla Metromare. Ma perché si ostinano a chiamarlo aeroporto dello Stretto? Chiamatelo aeroporto di Reggio Calabria almeno evitiamo la presa in giro. Quanto poi allo “Stretto” di Messina, perché non arrenderci al fatto che, soprattutto in estate, diventa Lunghissimo….altro che Stretto e stretto. Per raggiungere l’altra sponda è un’Odissea. Arrivando a Villa San Giovanni non sai mai se troverai una Metromare (che cambia orari ogni 20 giorni e tra festivi, ferie e problemi tecnici riuscire a indovinarne l’arrivo è un terno al lotto), una nave delle Ferrovie (che parte in base agli umori del giorno) o te la devi fare a piedi fino alla Caronte. Visto che è periodo di petizioni, c’è chi raccoglie firme per trasferire Ministeri a Monza, chi per lasciarli a Roma, io voglio lanciare una petizione per cambiare nome allo Stretto di Messina, chiamarlo il Lungo di Messina. Le parole hanno un senso.

Rosaria Brancato

2 commenti

  1. Confesso di essere ormai un appassionato dei “pezzi” di Rosaria Brancato su questo sito: innanzitutto, perché sfatano il mito che i giornaiisti tv, anche quelli bravi, abbiano scarsa prosa e poi perché il suo ampio e lungo periodare non è ampio e lungo a caso.
    Non vado a contare le righe o i caratteri, ma in un articolo di lunghezza pur non trascurabile la Brancato non riesce ad individuare nemmeno l’ombra di mezzo responsabile o di mezza responsabilità.
    D’accordo, i tempi di TeleVip sono lontani, ma non si può scrivere così bene, con tanta sincerità, di un argomento così spinoso come quello dei trasporti da e per Messina, senza indicare perlomeno chi dovrebbe interessarsi – da un punto di vista istituzionale – a tali questioni. E non la fa.
    Tanto più, cara Rosaria, che il momento storico imporrebbe grande efficienza in questo settore, dal momento che sempre più giovani (e meno giovani) vanno e vengono dalla Sicilia, e tanti cittadini europei ed extraeuropei vanno e vengono dalle nostre amate sponde. Ma questo – come è ormai acclarato – interessa poco a chi, di riffa o di raffa, a Messina e dintorni è riuscito e a rimanere, invece di andarsene. Al diavolo, com’è ovvio.

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  2. Non mi resta che farvi i complimenti per essere azionisti, al pari della Provincia, dell’ Aeroporto dello Stretto…

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