Il messaggio pasquale dell'arcivescovo La Piana: «Non cercate tra i morti colui che è vivo»

Il messaggio pasquale dell’arcivescovo La Piana: «Non cercate tra i morti colui che è vivo»

Il messaggio pasquale dell’arcivescovo La Piana: «Non cercate tra i morti colui che è vivo»

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domenica 08 Aprile 2012 - 06:53

Pubblichiamo integralmente il messaggio pasquale dell'arcivescovo di Messina Calogero La Piana

“Perché cercare tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risuscitato”. Sono le parole dell’angelo alle donne che di buon mattino si erano recate al sepolcro per compiere un gesto di amore e di pietà verso il corpo di Gesù. “Non è qui, è risuscitato”. Dalle parole dell’angelo esse capiscono che la storia di Gesù non è finita nel sepolcro e nel silenzio della morte, ma vive e domanda di non cercare tra i morti “Colui che è vivo”.

Miei cari fratelli e amici, il Vivente non abita nei luoghi della morte, nei sepolcri della guerra, della violenza e dell’oppressione, non dimora nei cuori induriti dall’odio, dalla menzogna e dall’egoismo; non alloggia nelle situazioni che portano alla morte del corpo e dello spirito: alcool, droga, gioco d’azzardo, ecc.

“Colui che è vivo” va cercato nei luoghi della vita: nella carità e nella solidarietà, nella giustizia e nella pace, nell’interesse e nella ricerca per il bene comune. Il Risorto alberga nei cuori di coloro che sognano un mondo rinnovato, vive dove si rispetta la vita e la dignità della persona e regna in coloro che sperano e, fiduciosi, attendono l’alba del “nuovo giorno”.

“Cristo, nostra speranza, è risorto!”. Con queste parole, miei cari amici, desidero augurarvi una Santa Pasqua. Il Signore risorto vive tra noi, è in mezzo a noi: “Io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del tempo”. Gesù ci è vicino, anzi vive in noi e ci chiede di essere segni visibili della sua presenza e portatori del suo amore, specialmente ai poveri e ai bisognosi.

“Cristo, nostra speranza, è risorto!”. La fede della Risurrezione, miei cari, dà senso alla nostra esistenza e la proietta verso l’eternità. Al contrario, la negazione e l’indifferenza verso il Dio della vita, vera e drammatica malattia dei nostri giorni, mortifica il presente e ogni apertura dell’uomo verso il futuro.

Carissimi, aprirci alla speranza, ecco ciò di cui abbiamo bisogno in questo tempo attraversato da una crisi globale; aprirci alla speranza in un rinnovamento spirituale e morale, condizione imprescindibile di ogni altro rinnovamento; in una stagione di operosa collaborazione civile che porti lavoro e serenità ai nostri giovani e alle nostre famiglie; in una fruttuosa integrazione delle diversità; in una convivenza animata dai valori della solidarietà e della fraternità, in una rinnovata capacità di riconciliazione in famiglia e in tutte le forme di vita comune.

Carissimi amici, vi auguro di rimanere aperti alla speranza e alla vita, di essere sempre portatori di vita e di speranza. La Risurrezione del Signore penetra la storia, la trasforma e la rinnova anche attraverso le nostre scelte, rivive nei nostri pensieri, nelle nostre parole e nei nostri incontri per generare sempre e ovunque amicizia, solidarietà e comunione.

Auguri di buona e santa Pasqua,
il vostro vescovo
+ Calogero La Piana

3 commenti

  1. SI ARCIVESCOVO,SOLO CHE TRA I VIVI ESISTE DA TEMPO UNA MASSA DI BANDITI….TOLGONO AI POVERI PER DARE ULTERIORE FORAGGIO AI RICCHI. DI QUESTO DEVE PARLARE.COME MAI NON SI TROVA NESSUNO TRA I VIVI CHE POSSA AIUTARE I POVERI?

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  2. Cassaintegrato 5 Aprile 2012 21:47

    Che belle parole… peccato che sono solo parole e basta.
    Gesù diceva fate ciò che vi dicono ma non fate ciò che fanno vero carissimo Arcivescovo? Peccato che nella Messa Crismale di oggi il suo amato vicario generale Sua Eccellenza Reverendissima Mons. Lupò è stato un po oscurato dalla presenza bella e forte di due veri padri come Mons. Sgalambro e Mons. Gangemi peccato poteva essere un’altra occasione buona per imporlo alla comunità diocesana e al povero clero di messina che tanto vi amano.

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  3. Cassaintegrato 8 Aprile 2012 22:08

    Ma quale amicizia, solidarietà e comunione. I fatti dicono altro eccellenza forse quella che vivete in quattro o cinque e tutto il resto dov’è? Ho partecipato alla funzione del Venerdì Santo doverano i sacerdoti? ne ho visto solo quattro questa è comunione? Ma si domandi o domandi dove erano tutti gli altri sacerdoti della diocesi.

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