Tagli alla scuola, Messina sempre più penalizzata

Tagli alla scuola, Messina sempre più penalizzata

Tagli alla scuola, Messina sempre più penalizzata

martedì 05 Luglio 2011 - 12:49

Quando i diritti e la dignità umana sono calpestati, quando la tirannia dei governi nega il diritto ad un’esistenza civile e decorosa, è giunto il momento di dire: basta! L’indignazione non è sufficiente, è necessario che le coscienze si rivoltino, manifestino apertamente, in tutte le forme civili e democratiche, la ribellione nei confronti dei tiranni. Alla signora Gelmini, ministro incaricato alla dismissione della scuola pubblica, al signor Tremonti, ministro dell’economia delle disuguaglianze, ribadiamo che non siamo più disposti e subire la loro logica della macelleria sociale, dei tagli cosiddetti lineari, tagli che incidono gravemente e solamente sui lavoratori e sui ceti economicamente più deboli. L’anno scolastico 2011- 2012 sarà ricordato, nella storia del nostro paese, come l’anno in cui la scuola pubblica viene stuprata e sacrificata sull’altare dell’evasione fiscale e di privilegi che determinano l’ingiustizia sociale nel nostro Paese. I tagli agli organici hanno falcidiato il personale docente e Ata, determinando la chiusura di tantissime scuole e il licenziamento di decine di miglia di lavoratori. In Sicilia, la provincia di Messina, al di fuori di ogni logica di equità, subisce, nel silenzio assordante della propria deputazione, i tagli più gravi negli organici della scuola. Negli ultimi tre anni sono stati tagliati 2000 posti di lavoro, duemila lavoratori espulsi dalla scuola, condannati alla disoccupazione, all’emarginazione sociale e all’emigrazione. E i tagli ancora continuano. Questo governo, imperterrito continua a decimare i finanziamenti alla scuola pubblica con accanimento terapeutico, generando disperazione, che non solo nega il futuro ai giovani, ma condanna ad un presente di miseria ed ingiustizia. Complici di questa politica di distruzione sociale sono i deputati e i senatori della destra messinese, che hanno condiviso e votato le leggi di bilancio annuale, generando una scuola pubblica inadeguata e ingiusta. Costoro sono i veri responsabili della crisi economica e sociale che porta alla morte civile politica ed economica del nostra Città e del nostro Stato. Sappiano che i lavoratori conoscono tutti i nomi di coloro i quali hanno votato le leggi finanziarie che hanno determinato la distruzione della scuola pubblica e dello stato sociale; Sappiano che i loro privilegi, che non vogliono intaccare, determinano le difficoltà economiche che i lavoratori continuano a subire sulla loro pelle. La federazione del Pdci di Messina invita le forze sociali, sindacali, progressiste, insieme ai lavoratori della scuola, alle famiglie, di costituire un tavolo permanente per organizzare tutte le forme di lotta democratica, disobbedienza civile a tutela della dignità e dei diritti di tutti. Se non ora … quando?

Francesco Napoli, segretario cittadino Pdci Messina
Antonio Bertuccelli, segretario provinciale Pdci Messina

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