Primarie di centro-sinistra, tra ballottaggio e polemiche

Primarie di centro-sinistra, tra ballottaggio e polemiche

Rosaria Brancato

Primarie di centro-sinistra, tra ballottaggio e polemiche

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lunedì 26 Novembre 2012 - 16:10

Finalmente sono arrivati i dati ufficiali delle primarie, ma è già polemica. Renzi dichiara. "I nostri dati sono diversi". Intanto, se si fosse votato solo in Sicilia Bersani, con il 51,9% non sarebbe andato neanche al ballottaggio. A Messina percentuali bulgare per il segretario nazionale del Pd, ma i renziani non demordono: "Raddoppieremo gli sforzi. C'è un voto libero, contiamo su quello"

Siamo riusciti anche in questo, a bloccare il flusso dei dati delle primarie del centro-sinistra a tarda notte. Arrivavano tutti i risultati ufficiali tranne quelli delle regioni meridionali, come nelle più tradizionali elezioni. Evidentemente certi difetti e carenze li abbiamo nel Dna. Dopo quasi 24 ore dalla chiusura delle urne sembra che il coordinatore nazionale delle primarie, Nico Stumpo, sia riuscito a dare l’ufficialità: Bersani 44,9%, Renzi 35,6%, Vendola 15,6%, Puppato 2,6% Tabacci 1,4%. Il Comitato dei garanti si riunirà nelle prossime ore, intanto è già polemica sia sul voto di ieri che sulle regole per il ballottaggio. Ad aprire i fuochi è stato proprio Matteo Renzi, in tarda mattinata, dopo aver atteso a lungo i dati definitivi ufficiali.

Stumpo oggi dice che i punti di distacco sono 9. I dati acquisiti dai nostri rappresentanti di lista, ancorché provvisori, ci consegnano un dato diverso: 43,4 contro 38,8- spiega Nicola Danti collaboratore del sindaco di Firenze- Pensiamo che ci sia un solo modo per fugare i dubbi: che Nico Stumpo pubblichi online sul sito tutti i verbali dei nove mila seggi. Per noi comunque essere a meno 5 o meno 9 da Bersani non cambia niente. Per rispetto di chi ha fatto ore di coda è giusto dare i dati veri e chiari". E a proposito del voto di domenica Renzi ha chiesto un aumento nel numero dei seggi per evitare le lunghe file e la possibilità di registrazione senza “dover portare il certificato medico” per giustificare l’assenza al voto di ieri……

Dal fronte Bersani replicano: “Continuano ad accreditare dati di fantasia che non corrispondono a nessun dato trasmesso dagli uffici elettorali. Non roviniamo una giornata di festa alimentando inutili e pretestuose polemiche”.

La giornata di democrazia c’è stata, perché in tempi di antipolitica e di astensionismo cronico oltre 3 milioni di italiani che scelgono deliberatamente di andare a votare, persino per le primarie, far lunghe file per ore e addirittura pagano due euro, è davvero il segnale di un elettorato che ha ancora voglia di dire la sua. Al di là delle polemiche e degli esiti questo è un dato che va in netta controtendenza anche rispetto alle regionali di appena un mese fa.

Basta pensare che proprio in Sicilia , dove il 28 ottobre la metà degli elettori è rimasta a casa, per le primarie si son mossi 200 mila elettori, mentre nel 2005 (quando vinse Prodi) erano 194 mila. Certo, tanta celerità dei votanti è stata riequilibrata dagli Uffici elettorali che hanno centellinato gli esiti delle urne col contagocce…….Tanta lentezza tra l’altro è finita al centro delle polemiche da parte di chi, tra i renziani, ha ravvisato troppa confusione e a volte, si sa, nel caos possono accadere sviste, distrazioni….

Se Bersani si è visto dire no dalle regioni rosse come il Veneto, l’Emilia Romagna e la Toscana, ha registrato i maggiori successi al sud. Se si fosse votato solo in Sicilia, ad esempio, non sarebbe andato neanche al ballottaggio: stando ai dati ufficiali Bersani ha ottenuto il 51,9% contro un 30% secco di Renzi, un 15,6% di Vendola, 1,2% Puppato, 1,3% Tabacci.

Nel regno di Francantonio Genovese poi è stato un trionfo, un successo tale che ha trascinato la media regionale: Bersani 64,2% (19.496 voti) Renzi 22,2% (6.739 voti) Vendola 11,8 (3.592 voti), Puppato 1,1%, Tabacci 0,6%. Questi sono i dati relativi a Messina e provincia, su 30 mila elettori. Se guardiamo quelli della sola Messina città, dove hanno votato in 13.000 il voto su Bersani riesce persino ad aumentare. I messinesi hanno un tale entusiasmo per il segretario nazionale del Pd da averlo votato in 8.823 pari al 66%, mentre Renzi si è attestato sul 20% con 2.497 preferenze. Ma i renziani dello Stretto non si lasciano spaventare dallo spiegamento di forze di un apparato di segreteria, quello del Pd, che ha portato in dote al segretario nazionale gran parte delle percentuali determinanti. Nella lotta di Davide contro Golia c’è ancora un secondo round e quel 22% riportato a livello provinciale è più di un inizio per loro, che non risparmiano a livello locale, le stesse frecciatine che Renzi ha riservato ai quadri nazionali.

“Loro hanno dispiegato tutta l’organizzazione del partito, degli ex ds ed ex popolari- dichiara Francesco Palano Quero- Noi siamo un gruppo di ragazzi, che con le proprie forze, senza nessun apparato alle spalle è riuscito a realizzare un risultato importante. Abbiamo una settimana davanti e siamo certi che raddoppiando gli sforzi, aumentando le presenze dei nostri rappresentanti di lista nei seggi, cosa che purtroppo è mancata domenica, riaprendo la registrazione per gli elettori, possiamo raddoppiare anche il risultato”. Più che guardare indietro a quel che è stato preferiscono guardare avanti e guardare in modo più attento, per evitare sviste, se sviste ci sono state. “Il 22% ottenuto ci dimostra che esiste un voto libero che noi possiamo intercettare”.

In casa dei Bersaniani Pippo Rao preferisce soffermarsi sulla “partecipazione non dell’apparato Pd o di Genovese, ma della gente. E’ stata una grande dimostrazione di democrazia partecipata rispetto ad un clima di antipolitica finora registrato. E’ stata determinante la voglia di partecipare della gente”.

Se a livello nazionale Renzi ha sottolineato come l’arrivare al ballottaggio sia stata un’impresa perché, nonostante anche lui sia del Pd, (fatto che tutti dimenticano) “dalla mia parte ho avuto solo il 2% delle segreterie di partito ed il 3% dei parlamentari”, a livello locale il quadro è lo stesso. Basti pensare che il segretario regionale Lupo ha serenamente ammesso oggi: “adesso siamo al lavoro per far vincere Bersani al ballottaggio”. E quel 51,9% siciliano per Bersani fa capire da quale parte stavano le segreterie dell’isola.

Alle 19.15 la Commissione provinciale ha approvato i verbali di voto. Questi i risultati ufficiali per Messina e provincia: votanti 31.818. Bersani 64,23% (20.398 voti), Renzi 22,25% (7.067 voti), Vendola 11,81% (3.749 voti), Tabacci 0,59% (187 voti), Puppato 1,12% (356 voti), 35 schede bianche, 26 nulle. totale voti validi 31.757

Rosaria Brancato

6 commenti

  1. Vediamo se mi censurate anche stavolta….E’ evidente che il vecchio Bersani con il suo stuolo di vecchi politicanti ha colpito alla grande….Genovese ne sai qualcosa???????????
    Ecco perchè è perfettamente inutile andare a votare per i vecchi partiti corrotti fin nelle fondamenta…Sicilia Calabria e Campania votano Bersani..le regioni dove i baroni politicanti COLPISCONO FEROCEMENTE….Genovese tu non sai niente vero???????????
    In Puglia ha vinto il buon Vendola…è casa sua…al NORD VINCE RENZI….MERIDIONALI MAFIOSI MAI PRENDERE SPUNTO PER QUALCOSA DI BUONO…DICIAMOLA TUTTA SIAMO TUTTI MAFIOSI….VERO GENOVESE???????????????

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  2. Povero Renzi…nelle mani di un G eniale E ccentrico N oncurante O ssessivo V eloce E ccelso S icuro E levato avversario, M a A F arsi I ngoiare O S creditare O ramai è perso

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  3. Ti ho fregato censore……..

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  4. quanto siamo bravi e contenti di questa vecchia classe dirigente. quando passo davanti al comune e tanti che protestano o si vogliono dare fuoco siamo su scherzi a parte e aspettano il gabbibo

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  5. Chi ha avuto la pazienza e la voglia di leggere i miei commenti su TS sa quanto io sia contrario alla vecchia politica e ai “vecchi baroni”(anche se Genovese e D’Alia, per citarne due, non sono vecchi..)ma affermare che Bersani ha vinto al sud perchè c’era dietro Genovese…bè, ce ne corre!!!
    Questa gente ha certamente potere, un grande potere, ma QUI in loco dove sono nati e cresciuti, altrove non contano un “bip”…

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  6. il paese presto sarà un deserto e questi partiti sostentori di monti, che hanno governato tutto negli ultimi 20 anni alternandosi col pdl; litigano. Forse non hanno capito che da qui se ne stanno andando via tutti e a breve governeranno solo gli ultimi fortunati con una pensione e 4 servi

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