L’ultimo tesoriere del partito, Libetti: «Trasferiremo l’immobile alla fondazione regionale dei Ds, quando verrà istituita». I ricordi di Angela Bottari e Peppino Mangiapane: «Comprammo gli appartamenti con le indennità di consiglieri comunali e provinciali»

Il Pd cerca casa. L’individuazione di una nuova sede ha rappresentato uno dei punti all’ordine del giorno dell’ultimo esecutivo provinciale del partito, il primo con alla guida Nino Bartolotta. La ricerca potrebbe già essersi conclusa: la nuova “casa” del partito potrebbe essere nei pressi della piscina Comunale, a pochi passi da Villa Dante e dal “cuore” della città. Ma c’è un’altra sede, ben più ricca di storia, che sembra essere stata dimenticata. E’ la ex sede dei Ds, in via Castellammare, “vicina di casa” della chiesa dei Catalani, storico immobile che prima fu del Pci, poi del Pds e infine dei Ds. Il suo nome è Palazzo Zodiaco, le sue decorazioni richiamano al Medioevo e all’eclettismo tipico del Coppedè, è unico nel suo genere ed è diventato, negli anni, uno dei principali punti di riferimento della città, per la sua ubicazione ma non solo. L’ultima sua destinazione, infatti, è stata quella di sede della Sinistra Giovanile e, in parte, del Centro Servizi Guernica. E adesso, cosa ne sarà di quell’immobile? Negli anni scorsi era stata forte l’ipotesi di una vendita degli appartamenti del primo piano e della soprelevazione realizzata (non senza qualche polemica) negli anni ’70. Diversi i possibili acquirenti che però si sono dissolti dopo poche settimane di trattative, dalla coppia formata dal portiere ex Messina e oggi della Juve Marco Storari e da Veronica Zimbaro all’Ordine degli architetti.

La notizia è che dalla palazzina Coppedè è stato tolto il cartello “Vendesi”. A confermarcelo è chi ne detiene, di fatto, le chiavi, ossia l’ultimo tesoriere dei Democratici di Sinistra (che ne sono ancora proprietari), Angelo Libetti: «Non abbiamo più approfondito un’ipotesi di vendita, adesso siamo in attesa che a Palermo nasca la Fondazione regionale degli ex Ds, alla quale trasferiremo l’immobile per una gestione che seguirà i relativi scopi politico-culturali». Un bel sospiro di sollievo per chi, soprattutto tra i più nostalgici della sinistra messinese, rabbridiva al solo pensiero che la loro “casa” potesse essere venduta a chissà chi. «Il palazzo era stato messo in vendita – spiega Angela Bottari, oggi tra i dirigenti del Pd, fedelissima dei Ds insieme a Gioacchino Silvestro – perché ristrutturarlo avrebbe richiesto un investimento troppo importante e al di là delle nostre possibilità. Certo, quella è una sede figlia dei nostri sacrifici, che nessuno vorrebbe perdere. Perché non è diventata la nuova sede del Pd? Qualcuno ha sollevato la questione che la sede non avrebbe dovuto avere legami né con la ex Margherita né con gli ex Ds. Di fatto poi non è stato così, adesso almeno si sta rimediando a questo equivoco».

Angela Bottari parla di “sacrifici”. Cosa significhi quell’immobile per la sinistra messinese lo spiega meglio di tutto Peppino Mangiapane, oggi “disoccupato” dalla vita politica attiva perché è stato tra gli ex Ds (ed ex Pci) che non hanno voluto transitare nel Pd. «Acquistammo il primo piano del palazzo alla fine degli anni ’60. Con quali sacrifici? I fondi arrivarono dalle indennità dei consiglieri comunali e provinciali. Chiunque avesse un incarico pubblico nel partito rinunciò alla propria indennità per contribuire all’acquisto del palazzo, insieme all’aiuto di diversi compagni dell’epoca. Solo questo dovrebbe bastare come ragione per far rimanere la sede di via Castellammare patrimonio di tutta la sinistra messinese, purché oggi divisa».