100 euro per chi avanza tre mesi di stipendio, tutti i sindacati concentrati sull'azienda

100 euro per chi avanza tre mesi di stipendio, tutti i sindacati concentrati sull’azienda

Francesca Stornante

100 euro per chi avanza tre mesi di stipendio, tutti i sindacati concentrati sull’azienda

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lunedì 25 Novembre 2013 - 20:28

Torna il sistema degli acconti per i dipendenti dell'azienda trasporti. Una beffa per chi avanza tre mensilità di salario. I sindacati autonomi chiedono una seduta aperta del consiglio comunale, i confederali hanno incontrato Manna e Cacciola per discutere del futuro.

In mancanza dello stipendio i dipendenti Atm possono chiedere un acconto. A fronte di tre mensilità di salario maturate da agosto ad oggi, i lavoratori possono presentare una richiesta, motivandone le ragioni, e beneficiare così di un anticipo. E se anche le intenzioni di chi ha introdotto questa novità erano sicuramente nobili, il risultato è l’ennesima beffa per i lavoratori Atm. L’ultimo stipendio che hanno ricevuto era quello di agosto ed è arrivato nelle loro tasche ormai più di un mese fa. Nel frattempo hanno maturato settembre, ottobre e ormai anche novembre è andato. Attendono dunque gli stipendi, ma al momento soldi in cassa non ce ne sono e dunque tornano gli acconti che nei mesi scorsi erano stati duramente contestati anche dalla nuova dirigenza Atm. La beffa sta nella cifra: ogni lavoratore potrà chiedere 100 euro e solo fino a quando ci sarà liquidità economica disponibile. Padri e madri di famiglia, che hanno lavorato e che ormai costantemente prendono gli stipendi in ritardo, possono avere 100 euro, ma prima devono spiegare anche perché. Come se ci fosse bisogno di chissà quale motivazione per chiedere 100 euro quando si attende ancora lo stipendio di settembre e ci sono le bollette da pagare, le finanziarie, ci sono i figli da mandare a scuola, i farmaci da comprare, il pane da mettere a tavola. Come se fosse normale dover spiegare a cosa servono i propri soldi. Per molti di loro mettersi in fila, compilare una domanda e sperare di non essere arrivati troppo tardi è un’altra delle umiliazioni a cui negli anni si sono dovuti abituare.

Il provvedimento è stato firmato dal Commissario Domenico Manna e dai Direttori Amministrativo e Generale facente funzioni, Ferdinando Garufi e Carmelo Crisafulli. E’ nato dalla consapevolezza del momento difficilissimo che stanno vivendo l’azienda e i lavoratori e dall’impossibilità di poter offrire garanzie su quando il prossimo stipendio sarà pagato. A proposito di stipendio il mandato di novembre per la mensilità di settembre è stato emesso dalla Ragioneria generale, ma trascorreranno almeno dieci giorni prima che i dipendenti abbiano in tasca i soldi, sempre se nel frattempo non ci saranno intoppi. Un provvedimento nato dunque per aiutare i dipendenti ma che fa tornare in qualche modo la memoria al passato e ad un’usanza che era stata abolita dalla nuova dirigenza proprio per evitare discriminazioni e cattive abitudini all’interno dell’azienda. Il sistema degli acconti era stato contestato anche dai sindacati autonomi che avevano anche firmato un accordo per stoppare quella che ormai era diventata una cosa consueta. Oggi quegli stessi sindacati non risparmiano le critiche contro l’attuale gestione che ha deciso di reintrodurre gli acconti, simbolo di “grave umiliazione” per dei lavoratori che invece lo stipendio lo hanno maturato.

Gli autonomi intanto lanciano un invito ai consiglieri comunali. Dopo l’assemblea della scorsa settimana, i segretari di Orsa, Ugl, Cub e Faisa, Barresi, Alizzi, Urdì e Lucentini, hanno chiesto alla Presidente Emilia Barrile di convocare una seduta aperta del Consiglio Comunale con l’amministrazione e il Sindaco Accorinti per discutere degli enormi problemi dell’azienda e della necessità di un percorso condiviso per il risanamento aziendale ed il rilancio del servizio pubblico di trasporto.

Dall’altro lato i confederali hanno incontrato il Commissario Manna e l’assessore Gaetano Cacciola per discutere i 14 punti per risollevare l’azienda proposti la scorsa settimana. Il punto di partenza per la Fit Cisl dev’essere il pagamento di due stipendi, dei quali uno da corrispondere immediatamente.

“L’assessore Cacciola e il commissario Manna – racconta il segretario Enzo Testa – hanno definito la proposta del sindacato confederale condivisibile e la considerano una buona base di partenza per arrivare all’obiettivo voluto da tutti, quello del salvataggio dell'azienda trasporti. Per questo motivo, a breve, verrà attivato un tavolo di confronto con le parti sociali che hanno redatto il progetto”.

Condivisa, nel corso del vertice, l’inderogabile esigenza di riposizionare l'azienda in linea con le normative di legge in materia di trasporto pubblico locale per poter usufruire di fondi regionali in materia di mobilità urbana. “Abbiamo ribadito – continua il segretario provinciale della Fit Cisl – l'esigenza che la società rimanga a capitale pubblico e daremo il nostro apporto per sbloccare i fondi regionali attualmente congelati all'assessorato ai Trasporti. Ma abbiamo evidenziato all’assessore Cacciola che la priorità per la prima tranche di 4 milioni euro deve essere per il riallineamento alle normali scadenze di stipendi, contributi previdenziali e tredicesime mensilità dei dipendenti”.

Francesca Stornante

7 commenti

  1. Tutto cambia affinche’ nulla cambi!

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  2. l’elemosina

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  3. chiudere l’atm e ripartire da zero…

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  4. Tranquilli:
    tra poco sostituiremo l’atm con la flotta navale.

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  5. Se i sindacati si disinteressassero dell’ATM forse qualcosa di serio si potrebbe fare.

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  6. Ma ancora non lo avete capito?
    Se continua cosi’ vi pagheranno ad immondizia, un chilo l’ora!
    I soldi non si possono inventare dal nulla ed una citta’ che non produce e non vende nulla non puo’ pagare le tasse.

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  7. una mensilità potrebbero darla esonerandoli dal pagamento tares…

    questa gestione è ridicola…

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