Firmano il sindaco Basile, il presidente Schifani e la direttrice dal Verme. Il progetto potrà essere ampliato anche ad altre aree
“Una rigenerazione che parte dal cuore della città, urbana, sostenibile, resiliente e inclusiva”. Così il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, e il sindaco di Messina, Federico Basile, hanno presentato il “Piano città degli immobili pubblici”.
Basile: “Si parte da Bisconte”
“Dietro questo piano c’è un lavoro incredibile, è un progetto che parte dalla volontà dello Stato di recuperare territori che sono abbandonati da tanto – dice il sindaco Basile -. La nostra città è da tempo divisa tra enti e competenze e spesso non è stato possibile portare avanti una visione comune. Questa visione complessiva ora ci permetterà di riprenderci porzioni di territorio. Si partirà dall’asse di Bisconte, da quelle caserme che avranno nuova vita come alloggi ma anche come territorio da restituire ai cittadini. Questo piano può e dev’essere l’inizio di uno sviluppo che è stato sempre pensato e che oggi parte in maniera concreta. Tante porzioni di città non parlavano tra loro e oggi lo fanno”.
Siracusano: “Modello Messina”
Sulla stessa linea la sottosegretaria Matilde Siracusano. “Abbiamo sempre pensato di trasformare uno scempio, le baraccopoli di Messina, in un modello da esportare. Abbiamo vissuto storie emozionanti di persone passate da quelle baracche a case vista mare, questo è un modello da esportare laddove risuona l’allarme dell’emergenza abitativa. Occorrerà intervenire a livello legislativo per il trasferimento dei terreno al Comune, ci stiamo già lavorando con la collega Albano”.
Albano: “Messina splendida, lo Stato è a disposizione”
La sottosegretaria all’Economia, Lucia Albano, anch’essa in video collegamento, ha aggiunto: “Oggi è la concretizzazione di un lavoro che è durato molto tempo e che ha visto le istituzioni avere un’assoluta unità di intenti. Messina è splendida e spero di poterla visitare al più presto. L’obiettivo del governo è quello di dare un contributo tramite gli immobili pubblici. Oggi il patrimonio immobiliare va valorizzato per produrre valore economico e sociale, rispondendo ai bisogni di tutti. Lo Stato è a disposizione per ogni futura necessità, anche per le iniziative legislative”.
Dal Verme: “Subito le ex caserme Masotto e Nervesa”
Poi il piano nel vivo con Alessandra dal Verme, direttrice del Demanio: “Le strutture del Comune e del commissario hanno abbracciato questo piano città degli immobili pubblici, un modo per definire l’utilizzo degli immobili poco o male utilizzati. In questa sinergia sono coinvolti tanti attori, anche l’Università o l’Autorità Portuale, e tutti coloro che possono dare un contributo per risolvere le criticità della città. E l’emergenza abitativa a Messina è una di queste. Creare valore è l’obiettivo. Per lo Stato gli immobili non utilizzati o utilizzati male sono disvalore perché creano degrado. Partiremo da due caserme non utilizzate da anni, la Masotto e la Nervesa, che sono in una posizione meravigliosa, vicino a fortificazioni e su una collina verde. Ma al loro fianco ci sono diverse baraccopoli. Bisogna agire alla svelta. Le istituzioni devono essere un modello di azione e anche senza avere tutti gli strumenti che ci permettevano la consegna di questi immobili, che ora stiamo mettendo in atto, ci siamo attivati per rendere disponibili questi due manufatti di 70mila metri quadri che sono immediatamente riconvertibili. L’ipotesi è che una parte andrà al Comune per i progetti Pinqua e una parte al commissario che opera sul territorio attraverso il sub commissario. Si riqualificherà la Masotto per poterla destinare subito per riqualificare la baraccopoli accanto. Saranno quartieri ampi, rigenerati, dove ci saranno anche presidi di polizia. Lavoriamo per avere le prime realizzazioni nel 2026. Non escludo che si aggiungano compendi come gli ex magazzini Gazzi o la Real Cittadella. Tutti potranno essere inclusi nel piano città, anche il bellissimo palazzo delle dogane che è un asse meraviglioso della città. Proveremo a fare tutto in maniera rapida, coinvolgendo i cittadini”.
Schifani: “Messina città viva, che sta cambiando”
Infine il presidente Schifani, commissario al Risanamento: “Di questo tema si è parlato per tanti anni, si è tentato di vendere il patrimonio inutilizzato con scarsi risultati. Oggi lo Stato mette a disposizione delle amministrazioni questi immobili, una strategia in una logica solidale e non economica-remunerativa. Se prima l’obiettivo era fare questo, perché parliamo di centinaia di miliardi, la nuova fase punta al territorio e ai cittadini, da raggiungere socialmente. Seguirò l’iter perché voglio vedere dove si arriva, sia nelle vesti di presidente sia per collaborare con il Comune. Oggi Messina è una città che vedo viva, una città che è molto avanti sulla raccolta differenziata e che sta cambiando”.
Gli immobili del Piano Città
Caserma Masotto
Caserma Militare Nervesa
Magazzini di Commissariato di Marina
Forte Spuria
Forte dei Centri
Ex Deposito Munizioni Campo Italia
Forte Ogliastri
Ex Forte Castellaccio
Ex Forte Gonzaga
Forte Petrazza
Forte Schiaffino
Forte Serra La Croce
Forte Masotto
Batteria Crispi
Forte San Jachiddu
Forte Puntal Ferraro
Forte Cavalli
Ex Deposito Nafta Cappuccini
Casette Ex Dicat Bisconte
Ex Polveriera Camaro e Collinetta Bisconte
Area ex Baraccopoli
Il tema del risanamento è da sempre fonte di voti.
Ecco perché non lo si riesce a risolvere ed è per lo stesso motivo che FI lo sta “scippando” a De Luca.
Io non credo che vedremo la conclusione definitiva di questi cicli di riqualificazione perché verrebbe meno il bisogno e quindi i voti.
FI è sempre fedele a se stessa.
Non cambierà questa volta.
Buongiorno, io penso invece che passeranno molti anni ma il processo sarà chiuso, a prescindere dal giudizio sui soggetti politici. In ogni caso, come stampa, bisognerà vigilare. Cordiali saluti
E un piano per dimezzare o azzerare la tari per quelli che si pagano un mutuo per una prima casa con enormi sacrifici quando lo facciamo ? Ve lo dico io mai. Anzi sopra il danno la beffa con i soldi delle mie tasse gli pago io la casa che tu comune regali.
Signor Olivieri “molti anni” sono troppi.
Devono passare gli anni necessari e vedrà che saranno molti di più.
Opinione personale ovviamente.