Lo stanziamento, per la durata di un triennio, riguarda interventi strutturali ed urgenti a seguito del dissesto idrogeologico registrato in tutta la Provincia. Si attende l'ok dell'Ars, che dovrà discutere sull'intera Finanziaria. Soddisfatto il presidente della Provincia Nanni Ricevuto
Ai fondi destinati a Messina dall’ordinanza firmata dal presidente del Consiglio (correlato in basso), altre risorse potrebbero arrivare dalla Regione Siciliana. Ha infatti ottenuto la dichiarazione di ammissibilità in commissione bilancio l’emendamento all Finanziaria presentato dal vicepresidente dell’Ars Santi Formica, relativo al dissesto idrogeologico registrato in provincia di Messina, dall’alluvione del 1. ottobre ai più recenti fatti di San Fratello e degli altri comuni nebroidei. Il rappresentante dell’ala lealista del PdL, che proprio oggi insieme ad altri sei deputati si è dissociato dalle posizioni di Fini annunciando la propria fedeltà al progetto di partito berlusconiano, ha proposto lo stanziamento di 50 milioni per anno, per la durata di un triennio, da destinare a interventi straordinari e urgenti che ripristinino la situazione quo ante sulle strade provinciali. «Si tratta – aveva commentato Formica nel momento della presentazione – di dare una immediata, seppur parziale, risposta alle necessità di migliaia di alluvionati, ma anche al tessuto produttivo di intere aree che soffrono un momento di grave crisi».
Adesso però arriva il momento più importante. L’eventuale approvazione dell’emendamento prima in commissione e poi in Assemblea. «L’apprezzamento va alla commissione che ha dato il proprio primo assenso all’emendamento – commenta soddisfatto il presidente della Provincia, Nanni Ricevuto -. L’auspicio è che lo stesso possa essere fatto nei confronti di tutti i parlamentari dell’Ars, attenti nel comprendere lo stato in cui versa il territorio messinese». Un riconoscimento delle difficili condizioni territoriali, peggiorate notevolmente a seguito delle frane, degli smottamenti e delle altre calamità naturali che si sono scaraventate sulla provincia peloritana per buona parte dell’autunno e dell’inverno, che deve andare al di là dei colori politici e delle dinamiche di partito.
