L'ex presidente dell'Autorità portuale potrebbe scavalcare D'Alcontres e contendere a D'Alia la candidatura a sindaco

Niente è certo nel quadro politico messinese del centrodestra. All’indomani della caduta di Francantonio Genovese, infatti, il primo nome venuto fuori e rimasto come il più credibile fino a poche settimane fa è stato quello di Francesco Stagno D’Alcontres, “incoronato- direttamente dal coordinatore regionale di Forza Italia Angelino Alfano prima dell’apertura di qualsiasi tavolo. Piuttosto “freddina-, in generale, la reazione degli ambienti e delle segreterie degli altri partiti del centrodestra, sia prima della spaccatura che dopo la “rinascita- della Cdl (per lo meno in Sicilia). An ha rilanciato prima con la proposta delle primarie e poi con la disponibilità a candidarsi addirittura di Giuseppe Buzzanca. Più travagliato il percorso dell’Udc, che prima ha proposto il nome di Giovanni Ardizzone, poi, nella fase della scissione dello scudocrociato dal neonato Pdl, quello di Gianpiero D’Alia. Adesso che la spaccatura sembra essere rientrata per la Sicilia e anche per Messina, e che alla compagnia si è unito anche quell’ Mpa che due anni fa fu determinante nel muovere gli equilibri a favore di Genovese, si torna a ragionare su un candidato unico che possa concretamente far fronte alla potenza dell’ex sindaco.

In questa ottica sembra affievolirsi sempre di più, da qualche settimana a questa parte, l’ipotesi D’Alcontres. Il deputato, infatti, non ha convinto gli alleati e soprattutto non è convinto lui stesso di potersi confrontare ad armi pari con Genovese. Perché di fatto il grande timore di tutti è proprio questo: quello di far “brutta figura- nel faccia a faccia alle urne con il leader regionale del Pd. D’Alcontres si sarebbe detto disposto a fare un passo indietro di fronte, ad esempio, ad una candidatura unica di D’Alia. Ma su questo fronte ci sono da registrare alcuni dubbi nati all’interno della coalizione: quanto “fidarsi- dell’Udc? E quanto essere sicuri del fatto che la discesa in campo di D’Alia non sia un classico “gioco al rialzo-? Un’altra perplessità su D’Alia, il cui peso elettorale e politico in città è comunque indiscutibile, nasce dal fatto che nell’immaginario di molti il Gianpiero scudocrociato e Genovese non siano altro che due facce della stessa medaglia, con il rischio, dunque, di affrontare l’ex sindaco sullo stesso piano. Un piano in cui, attualmente, il potere politico-economico di Genovese non sembra temere confronti.

E’ così, alla fine, che rispunta fuori il nome di Vincenzo Garofalo, solamente “sussurrato- nei mesi scorsi. L’ex presidente dell’Autorità portuale e dello Iacp verrebbe visto come un reale elemento di novità e discontinuità rispetto a Genovese, e metterebbe in campo il suo curriculum e il suo operato all’Authority giudicato positivamente in maniera più o meno bipartisan. Garofalo ha anche in sospeso una questione, definiamola così, “personale- con Genovese, il cui unico parere negativo fu decisivo nello scorso autunno per determinare la mancata riconferma alla presidenza dell’Autorità portuale. In quel caso l’opinione pubblica si schierò per gran parte con Garofalo e venne rispolverato il conflitto d’interessi dell’ex sindaco, in merito a quel Piano regolatore del Porto redatto proprio da Garofalo e dal suo staff che ancora oggi provoca dibattiti e sembra tuttora a rischio “palude-. Tornando alle amministrative, se D’Alcontres dovesse alla fine preferire la riconferma a Palazzo Madama e se, al tempo stesso, D’Alia dovesse “accontentarsi- di qualche assessorato o della vice-sindacatura (o magari della presidenza di Palazzo dei Leoni, per la quale ci sono però in lizza anche An e l’Mpa), quella di Enzo Garofalo diventerebbe molto più che un’ipotesi e assumerebbe contorni piuttosto concreti.