Micciché critica Nania sul mancato superamento del quorum della lista principale. Il senatore risponde: -bugiardi serviti e smentiti dai risultati-. D'Alcontres rilancia con ironia, mentre Briguglio rincara: -i milazzesi diranno se vincerà chi ha ridicolizzato il simbolo ufficiale o Pino, persona perbene già sindaco di Forza Italia ma emarginato dall'attuale dirigenza-. Sul ballottaggio la partita è apertissima, così come le trattative. All'interno i seggi per il consiglio comunale
Che le elezioni di Milazzo potessero dare indicazioni importanti rispetto agli equilibri politici locali lo si era intuito già alla vigilia. E i risvolti cominciano a farsi sentire in maniera pesante. Il primo confronto accesso si registra all’interno del PdL, dove le varie anime hanno dato vita ad un botta e risposta piccante. La base è determinata non solo dal risultato del candidato sindaco Lorenzo Italiano, ma anche dalle liste che non sono riuscite a superare lo sbarramento del 5%. Tra queste la più importante è quella -ufficiale- del PdL, che porta anche il nome del presidente del Consiglio. Una debacle clamorosa, se si pensa che la lista non è riuscita neppure ad essere la -prima delle non elette- dello schieramento a sostegno di Italiano, superata in percentuale da -Impegno per Milazzo- (4,72% a 4,69%), collegata al deputato regionale Santi Formica e trascinata dalla -sfortunata- Piera Trimboli, che ha raccolto 212 preferenze (ottava tra i candidati di tutte le liste) ma non è riuscita ad ottenere l’elezione a causa di una -squadra- debole. Ed è proprio la mancanza di attenzione e coerenza nella formulazione delle liste che ha scatenato la polemica nel Popolo della Libertà.
Ad accendere la miccia è Gianfranco Micciché, ispiratore del Pdl-Sicilia e critico su come, quello che ha definito -Pdl ortodosso-, non fosse riuscito a superare lo sbarramento rimanendo fuori dal Consiglio comunale. Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio ha puntato il dito proprio contro la strategia di Nania che avrebbe «lavorato per presentare diverse liste civiche, ma incomprensibilmente ha trascurato la lista principale, quella col simbolo del partito, che infatti non ha raggiunto il quorum». Dura ovviamente la risposta del senatore, che ribatte: «Nella citta’ di Milazzo il centrodestra e l’Udc hanno gia’ conquistato la maggioranza assoluta con 17 consiglieri comunali su 30, di cui 14 appartengono al PdL e formeranno in consiglio comunale il gruppo del PdL. I bugiardi sono serviti e smentiti. I consiglieri comunali uscenti del Pdl erano 13, ora sono 14 e se il candidato Lorenzo Italiano vincera’ al ballottaggio, saranno 15».
Risposta che non ha convinto né Franscesco Stagno D’Alcontres, né Carmelo Briguglio, che hanno ribattuto alle dichiarazioni del barcellonese. «Salutiamo con estrema soddisfazione l’ingresso del senatore Domenico Nania e dei 14 nuovi consiglieri comunali di Milazzo, tutti eletti in liste civiche, nella grande famiglia del Popolo della Liberta’ – rileva ironicamente D’Alcontres -. Continuiamo pero’ a non comprendere come mai il co-coordinatore del partito in Sicilia abbia con le sue scelte de facto penalizzato alle elezioni amministrative di Milazzo proprio la lista ufficiale del PdL, cioe’ quella che recava il simbolo registrato arcinoto in tutto il territorio nazionale. La verita e’ che a Milazzo la lista ufficiale del PdL non ha raggiunto il quorum del 5% e non ha quindi eletto nessun suo componente al Consiglio comunale. Tutto il resto sono solo propositi, desideri, auspici, chiacchiere, il contrario, insomma, di come dovrebbe comportarsi il vertice regionale siciliano del primo partito d’Italia».
Ancora più critico il vicepresidente dei deputati del PdL Carmelo Briguglio, che nella campagna elettorale aveva appoggiato Carmelo Pino e che quindi rincara la dose: «A Milazzo saranno gli elettori al ballottaggio a dire chi vincerà tra il sindaco uscente Italiano, sostenuto dal Pdl ufficiale il cui simbolo è stato ridicolizzato con il mancato raggiungimento del quorum, e Carmelo Pino, già sindaco e assessore provinciale di Forza Italia, persona perbene e competente che difende la sua città dal malaffare e dall’arroganza, ma emarginato dall’attuale dirigenza regionale del PdL. Vedremo la risposta degli elettori. Intanto la lista ufficiale del PdL, che non ha conseguito nessun seggio nonostante il presidente Berlusconi sia stato indotto a sostenerla con un intervento telefonico, è diventata un caso nazionale di cui dopo le elezioni qualcuno dovrà rendere conto».
E sul ballottaggio del 13 e 14 giugno la partita è apertissima, così come le trattative. A sfidarsi, come ormai noto, il sindaco uscente Lorenzo Italiano, appoggiato da 11 liste (Udc, La parola ai fatti, Pdl, Milazzo chiama Milazzo, Il centro con D’Alia, Impegno per Milazzo, Azzurri per Milazzo, 365 giorni al lavoro per Milazzo, Alleanza Milazzo, Leali per Milazzo, La coccinella), che ha ottenuto 8.209 voti, pari al 37,50% e l’ex primo cittadino Carmelo Pino, sostenuto da 5 liste (I love Milazzo, Uniti per l’Autonomia di Milazzo, Insieme si vince, Citta’ attiva, Milazzo futura), che ha totalizzato 6.410 voti, pari al 29,28%. Importante sarà capire quanti milazzesi torneranno alle urne e soprattutto su chi convergeranno i voti degli altri quattro che non ce l’hanno fatta. Se da una parte il 18,61% delle due liste collegate al Pd dovrebbe confluire in buona parte su Pino, con una minoranza su Italiano così come il 7,14% dell’Mpa di Torre (Alleanza per l’Italia, Mpa e Carmelo Torre sindaco), restano in dubbio il 4,29% ottenuto da Russo (legato a Manlio Magistri) e il 3,17% dell’Idv di Miroddi, percentuali non elevatissime ma che nel complesso potrebbero fare la differenza. Gli equilibri potrebbero essere legati all’accordo sui potenziali assessorati, ma come detto al di là degli accordi politici potrebbe anche pesare la minore affluenza alle urne rispetto al primo turno.
Infine, per quanto riguarda il consiglio comunale, questa dovrebbe essere la composizione. Dieci sono le liste che complesstivamente sono riuscite a superare lo sbarramento. Due sulle cinque collegate a Pino, -Città Attiva- e -Milazzo Futura-, per un totale di sei seggi (potenziali eletti: Carmelo Formica 359 voti, Franco Russo 174, Maurizio Foti 108, Salvatore Gitto 147, Filippo Cento 101, Francesco Messina 98); due su due per il Pd, con la lista ufficiale e quella collegata al consigliere provinciale Ciccio Italiano, per un totale di cinque seggi (potenziali eletti: (Stefania Scolaro 218, Ciccio De Pasquale 179, Franco Scicolone 153, Antonio De Gaetano 153, Nuccio Saraò 116); una sulle tre connesse al candidato Carmelo Torre, quella Mpa -ufficiale-, transitata con 5,17 di percentuale e 2 seggi acquisiti (Antonio Roberto Capone 167, Massimo Bagli 147); ed infine, come detto, cinque sulle undici di Italiano, -Udc-Casini-, -La Parola ai Fatti-, -365 Giorni al Lavoro per Milazzo-, -Alleanza Milazzo-, -La Coccinella-, per un totale di 17 seggi (Santino Napoli 266, Franco Cusumano 183, Pippo Doddo 160, Giuseppe Marano 211-, Alessio Andaloro 187, Italiano Salvatore 143, Giovanni Di Bella 402, Alesssandro Busacca 313, Francesco Alesci 199, Massimo Materia 147, Damiano Maisano 136, Roberto Mellina 136, Santi Saraò 188, Nino Abramo 175, Rosaria Maria De Luca 105).
Queste le -bocciate-: PdL, Milazzo chiama Milazzo, Il Centro con D’Alia, Impegno per Milazzo e Leali per Milazzo (Italiano); I Love Milazzo, Uniti e Insieme si Vince (Pino); Alleanza per l’Italia, Torre Sindaco (Torre); Per Milazzo Enzo Russo Sindaco (Russo); Di Pietro Italia dei valori (Miroddi).
Emanuele Rigano
