Ancora nubi sul futuro dei disabili del Don Orione: a che gioco si sta giocando?

Ancora nubi sul futuro dei disabili del Don Orione: a che gioco si sta giocando?

Ancora nubi sul futuro dei disabili del Don Orione: a che gioco si sta giocando?

giovedì 01 Aprile 2010 - 08:10

Del presunto parere legale del collegio di difesa del Comune non c’è traccia, quello richiesto alla Regione è stato inviato all’ufficio sbagliato: regnano superficialità e negligenza. Ansaldo (Udc): «Ma guardiamo anche i numeri e i costi del personale»

A che gioco stiamo giocando? E’ lecito chiederselo, perché al di là della demagogia e dei buoni propositi che di fronte alle telecamere non mancano mai, c’è da chiedersi quanto realmente stia a cuore all’amministrazione comunale la vicenda dei 32 disabili gravi ospitati dal Don Orione. Una vicenda nella quale Palazzo Zanca, e la giunta Buzzanca in particolare, si è contraddistinta per superficialità, negligenza, scarso senso del dovere. Perché accorgersi solo il 28 febbraio, giorno della scadenza del protocollo d’intesa in vigore tra Comune, Asp e Don Orione, che lo stesso non era prorogabile (nonostante nei giorni precedenti si fosse parlato di una proroga di sei mesi), è già grave. Ma le voci molto attendibili secondo cui il presunto parere legale del collegio di difesa del Comune, sul quale si è basata quella scoperta, non esisterebbe, lo sono ancora di più. Così come grave, gravissimo, quasi dilettantesco, è l’aver sbagliato ufficio della Regione al quale mandare le documentazioni necessarie per ottenere un ulteriore parere, come denunciato dal deputato regionale del Pd Giuseppe Picciolo. Cosa si deve pensare? Che questi errori siano frutto di incapacità amministrativa? O che si voglia tergiversare in attesa di chissà che o chissà chi? Intanto oggi è 1. aprile, non si è certo in vena di scherzi e pesci d’aprile, sono passati trentatré giorni dalla scadenza del protocollo d’intesa, e del futuro di quei ragazzi non si sa praticamente nulla, se non che il consiglio comunale ha chiesto alla giunta di darsi una mossa.

E a proposito di consiglio comunale, sull’argomento interviene Pippo Ansaldo dell’Udc: «Due sedute, per un totale di sette ore di Consiglio, e circa trenta interventi, tutti praticamente sovrapponibili tra loro, sono serviti soltanto per votare un ordine del giorno che afferma una volontà scontata e presente in ogni essere umano che abbia un minimo di umanità e senso sociale: non abbandonare i trentadue disabili gravi ospitati nella struttura Don Orione. Anch’io, ovviamente, ho sottoscritto il documento che invita l’Amministrazione a non abbandonare gli ospiti del Don Orione. Ma, in realtà, perché il Consiglio Comunale partecipasse con un’azione concreta a favore dei 32 disabili, l’ordine del giorno avrebbe dovuto centrare il vero problema della vicenda Don Orione che non è quello di assistere i disabili gravi (su questo siamo tutti d’accordo), ma di farlo senza sperperare centinaia di migliaia di euro in loro nome e per loro conto».

Ansaldo, dunque, apre un’altra pagina di questa storia (che in aula, davanti ai vertici del Don Orione, pochi hanno avuto il coraggio di fare nonostante in commissione avessero detto peste e corna): «Alla luce dei documenti visionati e dei numeri in essi contenuti, tenendo sempre in grande considerazione la specificità del servizio che viene reso che è di alta rilevanza professionale e umanitaria, non posso però esimermi, quantomeno, dal volere almeno confrontare questi dati con parametri e criteri adottati per tale materia sul territorio regionale e nazionale. Questi sono i numeri: a fronte dei 32 disabili c’è un personale impegnato di 55 dipendenti (tutti in carico alla Cooperativa sociale Faro 85), nel rapporto quindi di 3 dipendenti per due ricoverati; per accudire i 32 disabili viene sostenuto un costo annuo di 2 milioni di euro (nel rapporto di oltre 5mila euro al mese per ogni ricoverato). A ciò si aggiungano le spese che sostiene l’Asp che si assume la responsabilità del servizio sanitario con proprio personale. Pertanto – conclude Ansaldo – piuttosto che affidarsi alla retorica e alla demagogia, sarà opportuno effettuare una rigorosa verifica dei conti di gestione del Centro e, una volta acquisita ogni cognizione, intervenire senza tentennamenti per assicurare una vita dignitosa e assistita a chi ha bisogno».

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