Ancora “scosse” a Palazzo Zanca: in dodici chiedono la testa dei vicepresidenti del Consiglio

Ancora “scosse” a Palazzo Zanca: in dodici chiedono la testa dei vicepresidenti del Consiglio

Ancora “scosse” a Palazzo Zanca: in dodici chiedono la testa dei vicepresidenti del Consiglio

martedì 01 Dicembre 2009 - 19:55

Con un documento bipartisan (sottoscritto anche da Udc e Pdl) viene chiesta una verifica dell’ufficio di presidenza: sotto accusa «gli ultimi comportamenti» di Trischitta e Burrascano

La crisi politica di Palazzo Zanca, che ormai investe diversi fronti, non conosce soste. Stavolta nel mirino finiscono i due vicepresidenti del consiglio comunale, Pippo Trischitta del gruppo Misto (area Briguglio del Pdl) e Angelo Burrascano (area Germanà, sempre del Pdl). Cioè due rappresentanti delle correnti del Pdl che, in questo momento, sono nella posizione di maggiore dissenso nei confronti del sindaco Giuseppe Buzzanca. A chiederne, di fatto, le dimissioni sono ben dodici consiglieri comunali che con un documento bipartisan aprono un nuovo argomento di dibattito in un Comune che vive più di polemiche che di atti concreti, non lasciando, però, fuori dalla contesa nemmeno il presidente Pippo Previti. Ad apporre la firma sono Pippo Capurro, Bruno Cilento, Mario Rizzo, Felice Calabrò, Gaetano Gennaro, Giuseppe Chiarella e Salvatore Ticonosco (che proprio ieri aveva chiesto le dimissioni di Burrascano), capogruppo rispettivamente di Pdl, Centro con D’Alia, Udc, Pd – Genovese Sindaco, Pd – Democratici per Messina, Forza Azzurri e Rialzati Messina, oltre ai consiglieri Enzo Messina (Centro con D’Alia), Giovanni Cocivera (Pdl), Giorgio Muscolino e Tanino Caliò (Udc).

Il documento muove, innanzitutto, dalle «reiterate contestazioni mosse, tanto dall’opposizione che dalla maggioranza, alla gestione del civico consesso». Ma «gli ultimi comportamenti assunti dai due vicepresidenti del Consiglio in occasione delle ultime due sedute evidenziano, per l’ennesima volta, l’assenza di un ufficio di presidenza coeso ed omogeneo, che possa adeguatamente rappresentare le diverse realtà esistenti all’interno del consiglio comunale». Secondo i consiglieri «è ormai improcrastinabile una verifica e, conseguentemente, una rivisitazione del predetto organo, al fine di salvaguardare il consiglio comunale ed il relativo corretto funzionamento, anche in relazione alla mancata garanzia dei diritti della minoranza». Per la cronaca, ad essere contestate sono le presenze -a singhiozzo- dei due vicepresidenti, non ultima la gestione di Trischitta della seduta odierna, chiusasi con una caduta del numero legale fortemente contestata dai consiglieri.

(foto Sturiale)

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