Ansaldo Patti incassa e va avanti: «Non ci chiuderemo in un recinto»

Ansaldo Patti incassa e va avanti: «Non ci chiuderemo in un recinto»

Redazione

Ansaldo Patti incassa e va avanti: «Non ci chiuderemo in un recinto»

sabato 28 Giugno 2008 - 10:33

L'ex candidato sindaco ammette: «La sinistra non esiste quasi più». Ma rilancia: «Porteremo avanti piccoli impegni presi con la gente». L'appello: «Liberiamo gli accessi a mare tra Tono e Mortelle»

«Messina si conferma ultima, non città scartata ma che si autoscarta». Inizia così la sua analisi del momento politico Rosario Ansaldo Patti, candidato sindaco della Sinistra messinese, venuto fuori con le ossa rotte ma comunque, come sottolinea Renato De Luca, con -dignità politica- dalle ultime elezioni. Elezioni che non ancora non hanno, incredibilmente, dati ufficiali, nonostante siano trascorse quasi due settimane dalla chiusura delle urne. «Ci sono responsabilità da individuare – afferma Ansaldo Patti – e lo scorso 20 giugno ho presentato una nota nel quale manifestavo l’esigenza di avere rapidamente chiarezza sui nomi dei responsabili di questo marasma. Adesso c’è la magistratura di mezzo, e vedremo cosa ne verrà fuori».

Ansaldo Patti passa poi a fare un punto della situazione, in una saletta commissioni di Palazzo dei Leoni desolatamente vuota, con pochi giornalisti e amici, tra cui De Luca, il fedelissimo Pietro Interdonato del Comitato Pendolari dello Stretto e un Crispino Maggio già in tenuta da spiaggia. Dov’è la sinistra?, viene da chiedersi. E Ansaldo Patti una risposta, per quanto lapidaria e per certi versi drammatica, la dà: «La sinistra non esiste quasi più, inutile nascondersi. In più abbiamo un Pd in evidente crisi. Si apre così la stagione dei congressi con una strategia preoccupante, che mira a conservare quel poco che c’è. Abbiamo un Pdci che punta a riunire tutti sotto la sua bandiera, un Prc diviso nelle sue due anime, una Sinistra Democratica che pensa ad un -dialogo- con il Pd, e i Verdi che non sembrano avere una strategia chiara». Questo il quadro di quella che per qualche mese è stata definita la -Cosa Rossa-, prima di sbriciolarsi sotto il peso dell’urna.

«Non sono un candidato di nicchia» dice orgoglioso Ansaldo Patti, che aggiunge: «Sono uno che ci ha messo la faccia nonostante la sua veneranda età per cercare di dare un contributo a questa città con la quale ho un rapporto di amore-odio». Secondo l’ex candidato sindaco «il centrodestra non ha stravinto, ma Genovese ha perso, ha perso soprattutto il contatto con il ceto medio, che o non è andato a votare, o se lo ha fatto ha votato D’Amore. Allora il punto è: quale blocco sociale si sente rappresentato da chi ha vinto? Vincono i poteri forti, che non sono i potentati economici, ma i gruppi -familistici- di natura clientelare, trasversali, che si muovono intorno a corporazioni che rappresentano interessi».

Ansaldo Patti risponde poi piccatamente a Nino Urso, che sulle colonne di -Centonove- aveva dichiarato di non sentirsi rappresentato da un candidato di qualche generazione più avanti. «Non pretendo di rappresentare i giovani ma anche loro. Il punto è che manca un gruppo dirigente giovane in grado di rappresentare un’alternativa. La critica a cose fatte, poi, è sempre più facile». Ed ecco il contrattacco, basato su punti precisi, perché «noi non ci chiuderemo in un recinto». Piccoli punti, richiesti dalla gente comune: «La zona di Tremestieri bassa è ostruita dall’approdo, e per giungere alle abitazioni si passa da una stradina sotto un cavalcavia così basso che non consente il transito di ambulanze e vigili del fuoco. Si tratta di via Carbonara, e su questo abbiamo preso un impegno». E ancora: «Ci hanno chiesto di far installare dei bagni pubblici alla Passeggiata a mare, un problema elementare, e ancora la sistemazione di strade e marciapiedi. Ecco, di queste piccole cose ci faremo carico e chiederemo conto al sindaco».

I prossimi passaggi saranno -notarili-: verrano formalizzati, dando loro natura giuridica, il Comitato Pendolari dello Stretto («attualmente spontaneo e che è andato a tanto così dall’ottenere i 30 milioni di euro necessari per la Metropolitana del Mare») e il Comitato per il Vicolo Cicala, rappresentati rispettivamente da Interdonato e De Luca. «Ho intenzione anche di riunire le associazioni culturali e i movimenti messinesi, che sono tanti», aggiunge Ansaldo Patti, che sulla Lega per le Autonomie Locali dice: «A livello regionale sono due i problemi che andranno affrontati: il federalismo fiscale -solidale-, ben diverso da quello voluto dalla Lega Nord, e la crisi finanziaria degli enti locali». Conclude con due messaggi rivolti a Buzzanca e a Ricevuto: «Siamo contrari a un sindaco e a un vicesindaco deputati regionali, per una questione morale ma anche amministrativa, perché Messina ha bisogno di amministratori ventiquattr’ore su ventiquattro. E il presidente Ricevuto si decida: o dice sì al Ponte, oppure all’Area Integrata dello Stretto». C’è anche un appello che viene lanciato attraverso la nostra testata: «Mi hanno segnalato che tra Tono e Mortelle tutti gli accessi a mare sono ostruiti dalle abitazioni private e da cancelli chiusi col catenaccio. Questo non è possibile e bisogna intervenire».

Ansaldo Patti esclude la possibilità di presentare ricorsi per le elezioni, ma più cauto è De Luca, che riporta diversi esempi di errori nei seggi («Persone andate a votare con tutta la propria famiglia e alle quali non risulta nemmeno un voto») e non esclude possibili richieste di riconteggio delle schede. Interdonato dice di avere fiducia «nel cancro metastatico della Repubblica (il riferimento ironico è alla definizione della magistratura data da Berlusconi)», aggiungendo che «il centrosinistra a Messina si è rivelato peggio del centrodestra, e chi lo rappresenta è la vera zavorra di questa città».

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