"Riscopriamo le nostre radici e la nostra storia per tornare agli antichi splendori"

“Riscopriamo le nostre radici e la nostra storia per tornare agli antichi splendori”

Emanuele Ferrara

“Riscopriamo le nostre radici e la nostra storia per tornare agli antichi splendori”

venerdì 27 Aprile 2012 - 08:16

Il signor Emanuele Ferrara invita i messinesi a riscoprire le nostre radici e la nostra storia e a utilizzarle per riavviare il processo di sviluppo e di crescita.

Cari concittadini,ricordiamoci sempre e ricordiamolo ai più giovani che Messina è la città dei poveri e degli orfani di Padre Annibale Maria di Francia, ma è anche la città degli antichi splendori, di gesta epiche e gloriose, di miti e di leggende. Messina è la città delle fede rigorosa di Santa Eustochia, del sacrificio di martiri autentici come Placido e i suoi fratelli, ma è anche l’inventrice dei meridiani e dei paralleli con Dicearco discepolo di Aristotele. E’ stata la città del baco da seta, della Zecca, e degli argentieri, vantando innumeroli privilegi e meravigliosi monumenti che gli Spagnoli rubarono e depredarono per far disperdere tali tracce e far divenire Palermo capitale della Sicilia. Messina è la città di Orione, il gigante cacciatore che adesso ha la sua dimora nel firmamamento, ma è anche quel luogo dove si sono smarrite le tracce delle sue mura cinquecentesche. E’ la città che tra le sue vie non ricorda molti suoi figli illustri, molti patrioti che hanno sacrificato la loro vita per renderla più libera e più viva. Fu questa terra di eroi, crocevia di gesta epiche, luogo di monumenti sontuosi distrutti non dal terribile sisma ma dai suoi figli. Città oggi senza turismo, ma con numerose vestigia pronte a ricordarne lo splendore. Ed ecco la Real Cittadella, il Forte San Salvatore, il Castel Gonzaga, il Castellaccio, la Badiazza e la tomba del grande Antonello che in giro per il mondo con i suoi dipinti questa terrà portò. Messina non dimentichiamolo è la città cantata da Erodoto Scrittore che disse: ” O tu! La bellissima Zancle”. E’ anche la città cantata da Schiller, Goethe, Dumas, Pellico, Boccaccio, Pascoli, Nietzche. Ascoltiamo la sua voce che emette ogni giorno il suo grido soffocato e vedrete che se noi ci daremo da fare Lei ci ripagherà di un amore che nemmeno possiamo immaginare. Allora basta! E’ tempo di cambiare, di voltare pagina! Medichiamo le ferite della nostra cara Madre e risaneremo d’incanto anche le nostre. Miei cari concittadini, amate la vostra città come se fosse vostra madre se volete renderla appagata. Ne va del futuro dei vostri figli che non possono più assistere passivamente al degrado civile e morale di una città che può e deve assolutamente risorgere. Con rinnovata speranza
Emanuele Ferrara da Prato

4 commenti

  1. liliana parisi 27 Aprile 2012 10:26

    Purtroppo il passato di cui Lei parla è ignoto a molti messinesi.Penso che toccherebbe alla Scuola farlo conoscere alle nuove generazioni,più di quanto già fa.Quanto ai beni culturali che Lei nomina,sarebbe necessario, abbandonando progetti faraonici, ripulirli e renderli fruibili in modo continuativo, dotandoli del necessario materiale illustrativo e predisponendo un’adeguata videosorveglianza. Ma purtoppo c’è poco da sperare in una città dove il “nuovo” museo è in costruzione da più di 40 anni

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  2. Desidero commentare l’articolo appassionato di Emanuele Ferrara da Prato con le parole che i fiorentini dedicarono ad un messinese illustre,Giuseppe La Farina,letterato e storico di fama europea. Forse non tutti i messinesi sanno che a Firenze,sul lato nord del chiostro della Basilica di Santa Croce,è presente un monumento a lui dedicato riportante sul fronte la seguente iscrizione ” A Giuseppe La Farina, messinese, Amò il vero gli uomini la patria, patì dolori disinganni esili, operò con fede costante alle sorti nuove dell’Italia combattendo col braccio e coll’ingegno, soldato poeta istorico sostegno dell’italica gloria moriva il 5 settembre 1863 di anni 47, alle vegnenti generazioni esempio imitabile.”
    Capite messinesi di oggi chi furono i messinesi di ieri.

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  3. Noi cittadini messinesi dovremmo sicuramente appassionarci di più alla storia della nostra città, magari cercando di conoscerla meglio prima di andare a visitarne un’altra, magari estera.
    Potremmo di tanto in tanto girare anche noi con i depliant turistici in mano, leggere la storia dei nostri palazzi, delle nostre chiese, dei cittadini che hanno fatto grande la nostra città e capirne l’anima, sentirci un tutt’uno.
    Io ogni tanto lo faccio e, mi rendo sempre più conto che Messina è semre più abbandonata dai suoi cittadini e dai suoi dirigenti, tecnici o politici che siano.
    E’ abbandonata da noi cittadini non solo perché la sporchiamo con le carte, con le cacche dei nostri cani, con le macchine parcheggiate in 2a e 3a fila, ma anche perché non guardiamo al suo (e nostro) futuro affidandola ad amministratori spesso incompetenti, preferendo seguire bugiarde e private promesse.

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  4. “Se e’ giusto conoscere la storia patria, e’ doveroso conoscere la storia della città che vi ha dato i natali”. Giacomo Crescenti, poeta messinese

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