I dipendenti proclamano nuovamente la stato di agitazione

Sembra una storia destinata a ripetersi all’infinito. Il personale dell’azienda di trasporto pubblica dichiara nuovamente lo stato di agitazione per la mancata retribuzione degli stipendi. Passaggio successivo, nel caso in cui non si giunga ad un accordo, l’attivazione delle procedure di raffreddamento che in caso di mancato riscontro nei tempi previsti sfoceranno in inevitabili azioni di lotta.

Nell’ultimo incontro con le Organizzazioni Sindacali, l’azienda aveva assicurato l’erogazione, in tempi brevissimi, degli stipendi già in ritardo di circa un mese. Ma come spiegano Testa (Filt Cisl), Massano (Orsa T.), Altadonna (Ugl) Urdì (Cub T.), Colosi (Cildi) e Burgio (Rsu Atm), all’annuncio non hanno fatto seguito i fatti. “Il silenzio tattico dell’azienda lascia presagire ulteriori rinvii per l’erogazione dei salari – scrivono i sindacalisti -, ma non è tutto. Nonostante i ripetuti incontri e la sottoscrizione di accordi volti al risanamento ed al rilancio, non si registra alcuna inversione di rotta rispetto alle contestate dinamiche del passato”.

Si fa riferimento alle esternalizzazioni dei servizi, allo stato di incertezza dei lavoratori impiegati nella ZTL e degli ex LSU gravato dall’assenza di organizzazione, al ricorso a “professionisti” esterni, alla metroferrovia e alla mancata acquisizione del servizio di ganasce e carroattrezzi. Anche per questo le Organizzazioni sindacali rivendicano l’immediata esibizione del Piano di Produzione aziendale e di un concreto piano di risanamento volto all’azzeramento del debito ed al rilancio della produzione.