Ato idrico Messina: entro la fine dell’anno la risposta sull’affidamento del servizio in “house”

Ato idrico Messina: entro la fine dell’anno la risposta sull’affidamento del servizio in “house”

Ato idrico Messina: entro la fine dell’anno la risposta sull’affidamento del servizio in “house”

martedì 11 Gennaio 2011 - 12:49

La segreteria tecnica operativa ha presentato il bando per la redazione della relazione che dovrà convincere l’Autorità garante del mercato. Intanto un “conflitto di valutazione” sulla gestione delle risorse blocca gli interventi sui territori. E la Regione accumula sanzioni

Questa mattina la Segreteria Tecnica Operativa dell’Ato 3 Idrico di Messina ha presentato il bando di gara per l’aggiudicazione dell’appalto per l’analisi di mercato da inviare all’apposita Authority, che dovrà esprimere un parere accertando se sussistono le “situazioni eccezionali” che consentirebbero l’affidamento in “house” del servizio integrato. La decisione di imboccare tale strada è stata sancita dalla conferenza dei sindaci con l’approvazione della delibera votata il 3 dicembre 2009, con la quale si è deciso di avviare la procedura per l’individuazione del soggetto chiamato a redigere indagine e relazione contemplate nell’art.34 del Decreto Legge 112/2008. Tale norma, al comma 3, prevede infatti che per “situazioni eccezionali”, a causa di caratteristiche economiche, sociali, ambientali e geomorfologiche del contesto territoriale di riferimento, l’affidamento può avvenire a favore di società a capitale interamente pubblico, partecipata all’ente locale, che abbia i requisiti richiesti dall’ordinamento per la gestione in house. Dunque senza ricorrere al mercato, così come prevedrebbe l’affidamento ordinario.

L’ente affidante dovrà dunque motivare la scelta presa sulla base di un’analisi di mercato che diverrà la base della relazione da inviare all’Autorità garante della concorrenza e del mercato. Per quanto riguarda i tempi, il termine per la presentazione delle offerte è il prossimo 18 aprile alle ore 10. A seguito dell’avviso pubblicato sono già quattro le manifestazioni di interesse pervenute all’Ato 3: dalla Nera Economic Consulting, dall’Abc Group Studio Integrato, dalla MM&A-Utilitatis pro acqua energia ambiente-Ti Forma S.c.r.l, dalla APRIambiente Spa. Per l’espressione del parere preventivo l’Authority avrà poi sessanta giorni dalla ricezione della predetta relazione. Decorso tale termine, il parere, se non reso, si intende espresso in senso favorevole. «Il percorso potrebbe concludersi entro la fine del prossimo anno – dichiara il dirigente responsabile della Sto, Giuseppe Santalco -. Il lavoro sulla relazione dovrebbe concludersi entro giugno. L’amministrazione fornirà i dati dei quali dispone e quelli nel frattempo acquisiti tramite il “Progetto Conoscenza”, finalizzato alla revisione del piano d’ambito. Sarà comunque cura dell’affidatario raccordarsi con i Comuni al fine di acquisire informazioni utili all’indagine».

Come già anticipato in passato, l’eventuale società in house che verrà costituita assorbirebbe gli attuali soggetti che operano sul territorio, come l’Amam. Santalco spiega: «La definizione di un piano industriale consentirà di capire come potere stare sul mercato, su quali strutture e personale potere contare». L’assessore del Comune di Messina, Orazio Miloro, aggiunge poi: «Non siamo ancora nella fase che riguarda l’individuazione della forma giuridica da adottare. La fusione potrebbe anche consentire di mantenere in vita le singole realtà pur inglobandole giuridicamente nello stesso soggetto. L’organizzazione delle strutture territoriali verrà affrontata, eventualmente, più avanti».

L’occasione odierna da anche la possibilità di fare il punto della situazione sui progetti sui quali lavora la società d’ambito ma che non sono ancora stati finanziati. «Al momento è tutto fermo perché manca l’accordo quadro tra la Regione e il Ministero dell’Ambiente che consentirebbe di fare arrivare le risorse nei territori», chiarisce il dirigente pianificazione e controllo della Sto, Santi Trovato. Ad aggravare il contesto le pesanti sanzioni comminate alla Sicilia dall’Unione Europea per il mancato rispetto dei vincoli ambientali. Qualora la situazione dovesse permanere così com’è, nel dicembre 2013 Palermo potrebbe trovarsi a dover sborsare 540 milioni di euro. I Comuni siciliani in questo momento non in regola sono 90, di cui 11 ricadenti nella provincia di Messina. Per la realizzazione di nuovi impianti o per interventi di manutenzione servirebbero 72 milioni di euro. «Noi saremmo pronti, in alcuni casi, anche a procedere già con gli affidamenti – aggiunge Trovato -. La nostra situazione è la stessa delle altre otto province che hanno presentato i programmi tecnici operativi». Ma l’assenza di programmazione blocca tutto, ingabbiata da un “conflitto” di valutazione in merito alla gestione delle risorse.

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