Il consueto augurio di inizio anno del leader locale di Futuro e Libertà. Poche parole sugli enti locali, pensiero fisso su Roma. E il 15 gennaio al teatro Vittorio Emanuele toccherà al presidente della Camera

«Nel Pdl non c’era libertà, non era consentito dissentire, partecipare. Per questo Fli ha compiuto un atto di autonomia e indipendenza». Ne è passata, di acqua sotto i ponti, in un anno. Il giorno dell’Epifania del 2010, nei saloni del Royal Palace Hotel, Carmelo Briguglio auspicava che la fase “costituente” del Pdl portasse ad un partito in grado di essere grande in Italia e a Messina. Un anno dopo, il capo della segreteria politica di Fli boccia quel progetto, benedicendone anche in riva allo Stretto un altro, quello di Futuro e Libertà, appunto. Lo fa nello stesso giorno e nello stesso luogo di un anno fa. E soprattutto a nove giorni dalla prima, grande convention di Fli a Messina, quando il leader nazionale Gianfranco Fini sarà al teatro Vittorio Emanuele, il 15 gennaio. Briguglio si aspetta molto da quello che Fli riuscirà a fare a Messina. Al suo fianco ci sono tutti: il coordinatore provinciale Giuseppe La Face, commissario dell’Iacp, i consiglieri comunali, quelli provinciali. Ci sono quelli già noti, come Pergolizzi, Canfora e Trischitta (Palazzo Zanca) e Gugliotta (Palazzo dei Leoni). C’è spazio pure per qualche new entry, come Dino Galati, che presto approderà in consiglio provinciale avendo vinto il ricorso elettorale. Ma in molti danno già per fatto un ulteriore “acquisto” in casa Fli, in consiglio comunale. Nomi non se ne fanno, pare sia un medico, di più non si sa. E a proposito di medici, al fianco di Briguglio c’è Armando Caruso, direttore generale del Papardo-Piemonte. Il gruppo è solido, a Messina, motivo per cui «è qui che mi aspetto il maggior numero di consensi».

Proprio nella città governata dall’eterno “nemico”, Giuseppe Buzzanca, con cui è da sempre in rotta di collisione, da quando condividevano la tessera in An, figurarsi oggi che sono anche ufficialmente in partiti diversi. Briguglio quasi “ignora” il sindaco, lo stesso fa col presidente della Provincia. Si limita a sottolineare che «lì dove siamo presenti, dobbiamo rappresentare un’alternativa ai maggiori enti locali». Essere opposizione, come di fatto finora è stato. Sul fronte regionale, dove Fli è rappresentata da un messinese, Daniele Tranchida, Briguglio alza lo scudo sul piano stagisti («può fungere da ammortizzatore sociale»), benedicendo un governo Lombardo del quale i finiani sono parte integrante.

Ma l’attenzione maggiore è rivolta tutto a quanto sta accadendo e a quanto accadrà a Roma. «Il “che fai mi cacci” di Fini a Berlusconi – ricorda quasi con estasi il deputato di Fli – ha segnato la fine di un certo tipo di rapporto tra Fini e il premier. La mancata sfiducia? Essendo stata per tre voti, non può certo essere considerata una sconfitta. Piuttosto un momento in cui gli italiani si sono potuti rendere conto del livello di corruzione e di degrado istituzionale nel quale il Pdl ha sprofondato il Paese». Un Paese che «si è quasi assuefatto alle leggi “ad personam”» e che ha bisogno di riforme, «ma solo quelle veramente utili. Quelle voteremo. Il federalismo fiscale? Giusto, purché abbia un carattere solidale nei confronti del Sud. Il potere? Non saranno anni facili per tutti. Qualcuno dice che siano pronti a “scavalcarmi”. Beh, solo Berlusconi pensa di essere immortale, io sono un politico maturo».