Calabrò e gli «evidenti» conflitti d’interessi di Ruggeri: «Buzzanca ne revochi gli incarichi»

Calabrò e gli «evidenti» conflitti d’interessi di Ruggeri: «Buzzanca ne revochi gli incarichi»

Calabrò e gli «evidenti» conflitti d’interessi di Ruggeri: «Buzzanca ne revochi gli incarichi»

martedì 24 Febbraio 2009 - 08:57

Il capogruppo di “Genovese Sindaco” sul capo di gabinetto e presidente dell’Ato3: «Non ha cancellato tutte le ipoteche e ha procedimenti in corso contro il Comune: è incompatibile»

Cinque decreti ingiuntivi non opposti, un’ipoteca mai cancellata ma solo ristretta, un conflitto d’interessi, in sintesi, fin troppo evidente. Antonio Ruggeri (nella foto), capo di gabinetto del sindaco Buzzanca e presidente dell’Ato3, continua a far parlare di sé, finendo stavolta nel mirino di Felice Calabrò, capogruppo a Palazzo Zanca di “Genovese Sindaco”.

Secondo il quale «l’attuale amministrazione cittadina è l’esempio evidente della confusione tra interessi privati ed interesse pubblico». E tra le tante che esistono, Calabrò si sofferma sulla posizione di Ruggeri. Già a settembre il consigliere del Pd «ebbe modo di sottoporre all’attenzione del sig. sindaco l’esistenza di un palese confitto d’interessi che concerneva il detto capo di gabinetto, il quale, è bene ricordarlo, ha avviato contro il comune di Messina un’azione esecutiva con annessa iscrizione ipotecaria avente ad oggetto ben 18 immobili comunali. In quella occasione il sig. sindaco, rispondendo al consigliere interrogante, rappresentò di ritenere non sussistente il confitto d’interessi denunciato, anche perché il sig. Ruggeri aveva comunicato di voler procedere, immediatamente, per motivi di opportunità, alla cancellazione dell’ipoteca iscritta ed, inoltre, aveva dichiarato la ferma volontà a non fare nulla che potesse creare nocumento all’amministrazione. Lo stesso sindaco, peraltro, nella propria risposta scritta comunicava l’avvenuta formalizzazione da parte del proprio stretto collaboratore dell’atto di assenso alla cancellazione d’ipoteca».

Questo è l’antefatto. «La realtà, però – sottolinea Calabrò – si sa è un’altra cosa; la verità, del resto, è una virtù che mal si concilia con un certo modo di fare politica. Infatti, sia quanto espresso da Buzzanca, che quanto dichiarato da Ruggeri, non corrispondeva allora, e non corrisponde adesso alla realtà». E la verità è un’altra: «Ruggeri non ha mai prestato il consenso alla cancellazione dell’ipoteca gravante sui 18 immobili comunali; soltanto il 5 novembre scorso, a distanza di quasi un mese dalla risposta del sindaco, lo stesso ha acconsentito alla restrizione dell’ipoteca iscritta liberando solo un immobile tra quelli ipotecati, restrizione d’ipoteca che è costata al comune ben 1.650 euro con buona pace del capo di gabinetto».

Calabrò non si ferma qui. «Il fido amministratore, infatti, dimentico delle proprie dichiarazioni, ha dato seguito al giudizio di ottemperanza di giudicato proposto, innanzi al TAR di Catania, contro l’amministrazione nel cui interesse dovrebbe agire, chiedendo all’udienza del 23 ottobre, nella totale assenza del comune convenuto, l’accoglimento della propria domanda di esecuzione. E’ facile indovinare quale sia stato l’esito del giudizio, il Giudice adito, con sentenza già notificata (quale solerzia ed efficienza), ha disposto l’accoglimento del ricorso, concedendo al comune di Messina 90 giorni per adempiere, perché in difetto sarà il Prefetto di Messina, o suo delegato, quale commissario ad acta (con ulteriore spesa di 2.500 euro sempre a carico di pantalone) a provvedere all’integrale esecuzione del giudicato, con la conseguente soddisfazione del credito del sig. Ruggeri. Con la medesima sentenza, dulcis in fundo, il TAR ha condannato il comune contumace al pagamento delle spese processuali liquidate in 3000 euro oltre IVA e CPA».

Calabrò non intende approfondire la vicenda giudiziaria, piuttosto «è doveroso richiedere nuovamente al capo dell’attuale amministrazione un gesto di responsabilità, consistente nella revoca immediata di tutti gli incarichi conferiti al sig. Ruggeri Antonio, atteso l’evidentissimo confitto d’interessi in cui lo stesso si trova». Peraltro, come avevano già fatto Pergolizzi e Canfora della corrente Briguglio del Pdl, Calabrò sottolinea la presunta incompatibilità tra le cariche ricoperte da Ruggeri e il procedimento ancora in corso. La norma è l’art. 63 del testo unico degli enti locali, «che tra le cause d’incompatibilità, prevede espressamente al comma I n. 4, “Non può ricoprire la carica di sindaco, presidente della provincia, consigliere comunale, provinciale e circoscrizionale (tale norma, ovviamente, va estesa ai soggetti nominati nell’ambito dei Cda delle società partecipate, quali l’ATO ME 3 spa), ….colui che ha lite pendente, in quanto parte in un procedimento civile od amministrativo, rispettivamente, con il comune o con la provincia” ».

«E’ ovvio – conclude Calabrò – però, che, nell’ipotesi in cui il dott. Buzzanca dovesse ritenere non meritevole di accoglimento la superiore richiesta, lo scrivente provvederà ad investire della questione l’intero Civico Consesso, Istituzione che ha già dimostrato la propria attenzione e sensibilità, nonché un grande senso di responsabilità nella trattazione di casi del genere».

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta
Tempostretto - Quotidiano online delle Città Metropolitane di Messina e Reggio Calabria

Via Francesco Crispi 4 98121 - Messina

Marco Olivieri direttore responsabile

Privacy Policy

Termini e Condizioni

info@tempostretto.it

Telefono 090.9412305

Fax 090.2509937 P.IVA 02916600832

n° reg. tribunale 04/2007 del 05/06/2007