La campagna elettorale entra nel vivo. Ieri duello a distanza tra Buzzanca e Genovese

La campagna elettorale entra nel vivo. Ieri duello a distanza tra Buzzanca e Genovese

Redazione

La campagna elettorale entra nel vivo. Ieri duello a distanza tra Buzzanca e Genovese

venerdì 30 Maggio 2008 - 20:09

I candidati a sindaco di centrodestra e centrosinistra incontrano candidati ed elettori, al fianco dei pretendenti alla Provincia, Ricevuto e Siracusano

Un tradizionale “Inno di Mameli- per Giuseppe Buzzanca e Nanni Ricevuto. Un più “di sinistra- Antonello Venditti per Francantonio Genovese e Paolo Siracusano. Il chiuso della saletta Visconti (la saletta dove un mese fa l’Mpa dichiarava “guerra- agli alleati di oggi) per il centrodestra, l’aperto di piazza casa Pia per il centrosinistra, dove una presentazione all’americana, con tanto di mini-cartelli, annuncia le liste a supporto dei candidati. Ieri pomeriggio la campagna elettorale è entrata nel vivo, sebbene si possa già parlare di rush finale, mancando circa due settimane al voto.

Buzzanca è affiancato da Ricevuto ma anche da Giovanni Ardizzone in rappresentanza dell’Udc, da Nunzio Romeo per l’Mpa e da Nino Beninati, Roberto Corona, Francesco Stagno D’Alcontres e Enzo Garofalo per il Pdl. Tocca a Ricevuto il ruolo di “capopopolo-, è lui infatti ad invitare una platea fin lì troppo “timida- ad un applauso e poi a cantare l’Inno di Mameli. Ardizzone chiama già Buzzanca “signor sindaco-, mentre significativa è la presenza di Romeo, il cui “sgambetto- di due anni fa non è stato dimenticato dagli alleati, che ironizzando sulla sua costola fratturata, segno lasciato dall’incidente avuto qualche settimana fa, dicono «te la porti dietro dal 2005». Un Nunzio Romeo in vena di battute, che dice che il Ponte sullo Stretto si chiamerà “Ponte Silvio- (scimmiottando il Ponte Milvio di Roma) e ammettendo di aver assaggiato la malasanità, attendendo quatto ore su una barella al Civico di Palermo dopo l’incidente. Detto dal presidente dell’Ordine dei medici… D’Alcontres lancia frasi mirate verso Palermo, parlando di «Messina dimenticata» per «interessi delle altre province sul Ponte» e lanciando un appello: «Dobbiamo assolutamente cercare di vincere al primo turno». Nanni Ricevuto fa prima il modesto, dicendo che teme di perdere, ma poi si smentisce da solo sostenendo che la sua è «una candidatura a supporto del mio sindaco Buzzanca», con tanto di “doppio santino- con entrambi i volti dei candidati. Torna a parlare di “Regione dello Stretto- e poi, esaltando la decisione autonoma dei candidati da parte di Messina, sostiene che «è nata una nuova, vera classe dirigente messinese».

Buzzanca passa subito all’attacco, definendo «fallimentari» i due anni di amministrazione Genovese, e ribadendo che «sarebbe stato meglio un buon commissario piuttosto che un pessimo sindaco». La sua squadra «è fatta di operai, dove io sono il capocantiere», poi afferma che è dalle piccole cose che bisogna partire: «Marciapiede sgombri, nucleo anti-bullismo, unità cinofile antidroga davanti alle scuole, verde pubblico, catalizzazione del turismo crocieristico». Buzzanca lancia una stilettata sul caso della lista Siracusano Presidente («mancanza di organizzazione singolare») e al governo Lombardo privo di messinesi («abbiamo un mal di pancia, ma ci faremo sentire»), poi parla di Ponte: «Vogliamo sapere cosa nascerà sotto il Ponte, se un villaggio, e in quel caso diremmo di no, o una nuova grande città. A Messina servono tante cose, serve completare gli svincoli, ma ne servono di nuovi, a Faro come a Giampilieri». Dunque fa partire un inedito monito alla malavita: «Qualunque voto dovesse arrivare dal mondo malavitoso, lo utilizzeremo contro di loro».

Qualche ora dopo tocca al duo Genovese-Siracusano “fomentare- la folla a piazza Casa Pia. Il candidato alla presidenza della Provincia è accompagnato sul palco dai rappresentanti delle poche lista a suo sostegno (appena quattro), a differenza di Genovese (con lui sono in undici). Siracusano mette per un attimo da parte il ruolo da “non politico- e attacca a viso aperto il centrodestra: «E’ rappresentato da persone che guardano i messinesi da un’angolazione che non ho ancora capito». Una concezione che «considera le poltrone fonte di stipendi». Dunque torna sul canovaccio già sentito nei giorni scorsi: dalle «potenzialità inespresse» al capitolo Leonardi, che «ha dovuto risanare in cinque anni le casse della Provincia, ma sappiamo benissimo chi le ha svuotate». Dunque al presidente della Regione dice ironico: «Se c’è un Lombardo governatore, perché non un Siracusano presidente della Provincia?», prima di un «dobbiamo vincere questa battaglia, e la vinceremo!» d’altri tempi.

Anche Genovese si affida ai temi già tirati fuori nei “comizi- precedenti: «Nei ventuno mesi di governo abbiamo tentato una svolta, iniziato un percorso nuovo, ma forse abbiamo avuto l’ingenuità di aver denunciato troppo poco quello che abbiamo trovato. Ventuno mesi nell’arco di dieci anni dove per il resto hanno governato il centrodestra e due commissari non certo vicini a noi». Come dire, se la città è in queste condizioni, chiedete agli altri: «Chi denuncia lo sfascio dovrebbe conoscerne le motivazioni». Genovese torna anche sui «primi due regali di Berlusconi e Lombardo: eravamo riusciti a ottenere i poteri speciali, strumenti per avere 250 milioni di euro (in realtà “svincolati- dai poteri speciali ma provenienti dai fondi Fintecna, ndr), con un colpo di mano sono state cancellate queste somme per coprire l’abolizione dell’Ici. Inoltre, per la prima volta dal 1961 nessun messinese è presente in giunta». E qui parte la prima stoccata ai “rivali-: «Non biasimo Lombardo, probabilmente nel centrodestra messinese non ha trovato nessuno all’altezza. Lo biasimo però per non aver ritenuto importante rappresentare il nostro territorio». Dunque rilancia i suoi slogan di questa campagna elettorale, «prima di tutto Messina» e «continuità e innovazione», prima di lanciare una nuova stilettata direttamente al suo avversario per Palazzo Zanca: «Noi siamo leali coi cittadini, non abbiamo mai bandito concorsi senza copertura finanziaria (chiaro riferimento a Buzzanca), non abbiamo mai costituito società fantasma che avrebbero dovuto costruire porticcioli in mezza Sicilia di cui non c’è ombra». Il fioretto è chiuso nel cassetto. Da adesso si lavora di spada.

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