Il caso della Sicilia e-Servizi: partecipata della Regione imbottita di nomi noti e “parenti illustri”

Il caso della Sicilia e-Servizi: partecipata della Regione imbottita di nomi noti e “parenti illustri”

Il caso della Sicilia e-Servizi: partecipata della Regione imbottita di nomi noti e “parenti illustri”

lunedì 28 Marzo 2011 - 10:42

La giunta Lombardo ha dato il via libera a 250 assunzioni e al riconoscimento di crediti per 63 milioni. Attualmente con contratti a progetto ci sono anche Vincenzo Lo Monte, fratello di Carmelo, Urania Papatheu e Nicola Barbalace, consigliere del Pd. Che però alza lo scudo: «Per me parla il curriculum»

E’ stata definita “Spa mangiasoldi”. O ancora “carrozzone”, strumento in mano alla più classica delle Parentopoli. Parliamo della Sicilia e-Servizi, una delle più “giovani” società miste della Regione Sicilia, che ne è socia al 51 per cento, mentre le restanti quote appartengono alla Rti che si è aggiudicata la gara del 2002, composta dalle imprese AtosOrigin spa (oggi Engineering.lt spa) e Accenture spa. Compiti della società, da bando di gara: lo svolgimento delle attività informatiche di competenza delle amministrazioni regionali e la realizzazione della piattaforma telematica integrata della Regione siciliana. Com’è finita, allora, nell’occhio del ciclone la Sicilia E-Servizi? Da una parte per l’acquisto, negli anni, di software milionari finiti nel mirino, recentemente, dei deputati del Pdl, che hanno chiesto lumi all’assessore Gaetano Armao. Dall’altra per i tanti “nomi noti” che lavorano o direttamente nella Sicilia e-Servizi o in collegate dalla stessa. Troppi, secondo qualcuno, abbastanza per far parlare ancora una volta di Parentopoli. Anche perché molti di essi potrebbero transitare nelle file della Regione Sicilia secondo quanto previsto dall’accordo originario. Intanto nei giorni scorsi la giunta presieduta da Raffaele Lombardo ha dato il via libera a 250 assunzioni e al riconoscimento di crediti per 63 milioni di euro, un atto dovuto, secondo Armao, per sbloccare i progetti già affidati alla società. Atto dovuto ma che ha attirato nuove polemiche (molti dei crediti riconosciuti non sarebbero nemmeno fatturati) e ha indotto il Pdl a proporre una mozione di sfiducia nei confronti di Armao.

Ma chi sono i nomi noti stipendiati dalla Sicilia e-Servizi? Presidente del Cda è Emanuele Spampinato (nella prima foto), fedelissimo Raffaele Lombardo e candidato alle ultime Regionali con una lista collegata all’Mpa. Tra i dipendenti troviamo, ad esempio, Pietro Cammarata, figlio del sindaco di Palermo, uno dei fortunati assunti a tempo indeterminato. Ma ci sono anche nomi più conosciuti a Messina, quelli che ci interessano più di vicino. Hanno un contratto a progetto con la e-Servizi Vincenzo Lo Monte, fratello di Carmelo, leader (ma vicino all’addio) dell’Mpa nella provincia di Messina e alla Camera; Urania Papatheu, ex commissario della Fiera di Messina; Nicola Barbalace (nella seconda foto), consigliere comunale del Pd.

Proprio Barbalace ci spiega, telefonicamente, come stanno le cose. «L’accordo originario – afferma – fin dal bando di gara, prevedeva per il socio privato l’obbligo di formare il personale da trasferire alla Regione, perché nel 2013 è previsto che la società diventi interamente pubblica». Ma il via libera alle 250 assunzioni, chiarisce Barbalace, non significherà assunzione immediata per chi è stato formato dal partner privato e già svolge lavori a progetto per la e-Servizi: «In virtù della legge Brunetta, il Cda ha già stabilito che si procederà comunque per concorso pubblico». Certamente anche a causa del polverone sollevatosi sulla società. Ma Barbalace ci tiene a dire che non si sente un “prodotto” di Parentopoli né un beneficiato: «Sono ingegnere elettronico, non solo consigliere comunale del Pd. Mi piacerebbe che qualcuno leggesse anche i curriculum: ho un master in information technology, un dottorato di ricerca, pubblicazioni scientifiche. Ho semplicemente fatto un colloquio e ottenuto un contratto a progetto. Non credo che svolgere attività politica possa vietarmi di portare avanti la mia attività professionale». Certo è che i tanti nomi, e Barbalace da politico navigato ne è cosciente, fanno pensare che siano troppe le coincidenze e che per qualcuno abbia contato più il curriculum “elettorale” che professionale. «Per questo sono contento del fatto che si procederà con concorso pubblico: vedremo chi ha i titoli e chi no». E qualcuno, alla e-Servizi, è già entrato nel panico.

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