Il consiglio comunale “congela” per 6 mesi le concessioni edilizie sul torrente Trapani. In attesa di uno «studio approfondito»

Il consiglio comunale “congela” per 6 mesi le concessioni edilizie sul torrente Trapani. In attesa di uno «studio approfondito»

Il consiglio comunale “congela” per 6 mesi le concessioni edilizie sul torrente Trapani. In attesa di uno «studio approfondito»

venerdì 19 Novembre 2010 - 19:15

Approvata all’unanimità la delibera predisposta dall’assessore Corvaja, che mira a porre un freno alle costruzioni selvagge. Primo passo verso la modifica del Prg

Centro-destra e centro-sinistra votano compatti contro lo scempio edilizio sul torrente Trapani. I 20 consiglieri di maggioranza(solo Capurro, Burrascano, Chiarella e Spicuzza per il Pdl; Pergolizzi e Trischitta,Fli;Cilento,Melazzo,Guererra e Messina,Il centro con D’Alia; Tamà e Previti,Mpa; Caliò,Pid;Cantello, Sicilia vera) e di opposizione (Calabrò, Gennaro, Barrile, Capillo, Cucinotta e Barone, Pd) presenti alla votazione finale – a cui si è arrivati dopo oltre quattro ore di seduta – hanno tutti votato favorevolmente la proposta di delibera predisposta dall’assessore all’Urbanistica Giuseppe Corvaja e dal dirigente Giovanni Caminiti , che pone un freno alle costruzioni selvagge in quella fetta di territorio ricadente nella zona nord della nostra città.

Da oggi, infatti, e per i prossimi 6 mesi non saranno più rilasciate concessioni edilizie per costruzioni da realizzarsi «sulla vallata del torrente Trapani, ad ovest del viale Regina Margherita, per tutti i terreni limitrofi o prossimi alla via torrente Trapani e con accesso viabile dalla stessa». In questo lasso di tempo, l’Amministrazione comunale si impegna a « predisporre uno studio approfondito con particolare riferimento alle problematiche geologiche, idrogeologiche, idrauliche, geomorfologiche, di suscettività all’edificazione, di idoneità delle opere di urbanizzazione primaria e di mobilità urbana, coordinato con tutti i dipartimenti comunali interessati e di concerto con il dipartimento regionale di Protezione civile ed i competenti organi regionali».

La delibera presentata da Corvaja nasce da una consapevolezza ben precisa e cioè che «gli studi precedenti appaiono oggi non attuali, mancando dei dati relativi alle ulteriori trasformazioni del territorio in esame, in presenza di fragili colline innervate da falde acquifere, interventi di disboscamento, incendi boschivi, quantità delle costruzioni realizzate, smottamenti, al fine di procedere ad una variante urbanistica conseguente alle risultanze del detto studio».

Il blocco edilizio, dunque, in nome della sicurezza dei cittadini e della tutela del territorio, ma anche in difesa delle imprese ha voluto sottolineare l’assessore all’urbanistica, affermando che con questo provvedimento gli imprenditori non saranno costretti a sostenere quei costi non previsti, dovuti ai lavori di consolidamento del terreno che spesso si rendono necessari corso d’opera.

Le spiegazioni “pro –imprenditori” di Corvaja non sono riuscite a convincere il consigliere de “Il Centro con D’Alia” Pippo Ansaldo, che nel suo intervento ha addirittura parlato di «atto illegittimo» e ha avanzato la richiesta, successivamente ritirata, di sollecitare un parere legale al collegio di difesa del Comune. Al momento della votazione, il centrista – come annunciato nel corso dei lavori- ha abbandonato l’aula per non incorrere in quel «conflitto di interessi» che molti gli imputano (Ansaldo si occupa di fornitura di componenti per l’edilizia). Perplessità e dubbi sulla delibera sono stati sollevati anche dal collega di partito di Ansaldo, Mimmo Guererra, presidente della commissione urbanistica, secondo il quale l’ atto di delibera sarebbe incompleto per l’assenza delle cartografie in allegato.

Tuttavia, Guerrera – contrariamente ad Ansaldo- è rimasto in aula e ha votato favorevolmente. Probabilmente, alla luce dei tre emendamenti approvati dall’aula e corredati alla delibera. Il primo, a firma di Capurro, sancisce che il provvedimento approvato oggi non sarà “retroattivo” e, dunque, non potranno essere ritirate le concessioni edilizie già rilasciate né paralizzati i lavori giù avviati. Il secondo emendamento è quello con cui Calabrò ha voluto impegnare l’amministrazione comunale a redigere, dopo i saggi geognostici dei prossimi 6 mesi, una relazione dettagliata, i cui dati e risultati dovranno essere illustrati in aula consiliare. Il terzo ed ultimo emendamento è quello presentato da Gennaro, il quale si è voluto assicurare che l’amministrazione e gli uffici competenti amplino lo studio a tutte le zone inserite nell OPCM sulle zone alluvionate, che contiene un elenco completo ed esaustivo di tutte le aree a rischio idrogeologico.

Messo il “sigillo” alla delibera, adesso bisognerà compiere i due step successivi: individuare il soggetto competente ad effettuare i saggi e reperire le risorse economiche necessarie. Quanto al primo punto, pare che Corvaja, in commissione urbanistica, abbia escluso categoricamente il coinvolgimento di soggetti privati, preannunciando che sarà dato incarico ad un ente pubblico; quanto alle somme da stanziare, c’è l’intenzione di attingere dal bilancio comunale, la cui manovra di assestamento dovrà essere votata entro il 30 novembre.

Il provvedimento approvato oggi segna una svolta importante nelle politiche del territorio della nostra città ed è da molti considerato, Corvaja compreso, un primo passo verso la modifica di quel Prg contro cui oggi tanti messinesi si scagliano, ritenendolo, forse non a torto, la causa di tutti i mali in tema edilizia.

Significativa l’assenza in aula di gran parte dei consiglieri del Popolo delle Libertà, rappresentato solo da 4 consiglieri comunali. Forse, da qualche stanza lontana, fisicamente e metaforicamente, dall’aula consiliare qualcuno ha storto il naso su questa delibera?

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