Consiglio comunale, passa tra le polemiche l’assestamento di bilancio. Ma la crisi politica è ancora irrisolta

Consiglio comunale, passa tra le polemiche l’assestamento di bilancio. Ma la crisi politica è ancora irrisolta

Consiglio comunale, passa tra le polemiche l’assestamento di bilancio. Ma la crisi politica è ancora irrisolta

lunedì 30 Novembre 2009 - 22:56

Il Pdl mette solo momentaneamente da parte il dissenso, votato “per senso di responsabilità” la delibera. Ferma la contestazione dei gruppi Briguglio e Germanà. Udc e Mpa ribadiscono l’esigenza di una verifica di maggioranza. Ma quanti dubbi sollevati durante la seduta fiume

Dopo più di cinque ore di consiglio comunale, il dado è tratto: l’aula approva la delibera di assestamento di bilancio predisposta dalla ragioneria generale e proposta dall’assessore alle Politiche finanziarie Orazio Miloro. Questi i numeri, “contestati” da qualcuno dell’opposizione: 23 favorevoli, 7 contrari e 5 astenuti, presenti ma contrari (alcuni astenuti) i consiglieri del Pd. I dubbi sul caso politico che stava alla base della seduta odierna, ovvero i dissidi interni al Pdl e tra i consiglieri e il sindaco, sono stati solo accantonati, messi momentaneamente da parte, in nome dell’interesse supremo, il cosiddetto “bene della città”. Il capogruppo del Pdl Pippo Capurro ha sottolineato come a prevalere sia il senso il senso di responsabilità, ma ferma rimanga l’esigenza di un confronto con l’amministrazione, dovuta anche a quella che viene definita «assenza di partito». Esigenza ribadita da Bruno Cilento e Sebastiano Tamà di Udc e Mpa, che hanno confermato i contenuti del documento presentato alcuni giorni fa, con il quale hanno chiesto con forza e urgenza una verifica di maggioranza. Rimane ferma anche la posizione di dissenso dei gruppi politici di Germanà e Briguglio, che non hanno partecipato al voto fuoriuscendo dall’aula.

Il risultato finale, che in un modo o nell’altro è comunque quello che l’amministrazione auspicata, giunge al termine di una seduta ricca, come spesso accade, di “ombre”, anche e soprattutto procedurali. Non a caso più volte il segretario generale Santi Alligo è stato chiamato a fornire un proprio parere, non sempre del tutto chiarificatore. Grossi dubbi, ad esempio, sono sorti sull’ammissibilità o meno dei due emendamenti presentati dall’assessore alla Mobilità urbana Melino Capone: la teoria direbbe che titolati a presentare emendamenti sarebbero i soli consiglieri, e che qualora ce ne fossero dell’amministrazione, questi andrebbero sottoscritti da almeno tre consiglieri; la pratica… beh, la pratica ha visto gli emendamenti approvati comunque, con buona pace di un regolamento affatto chiaro sull’argomento.

Di ombre parla anche Giuseppe Melazzo dell’Udc, presidente della commissione Bilancio che venerdì scorso aveva, di fatto, bocciato la delibera con cinque astensioni e cinque voti favorevoli. «Ancora una volta – ha detto Melazzo – la maggioranza voterà ciecamente ciò che l’amministrazione ha proposto». Proprio Melazzo, dopo che anche Nello Pergolizzi aveva sollevato il problema, ha ricordato che sempre in commissione Bilancio un dirigente dell’Ato3 aveva detto chiaro e tondo che, stando alle previsioni di bilancio, l’Ato3 stessa e soprattutto Messinambiente non sarebbero state in grado di giungere alla fine dell’anno senza perdite d’esercizio. «Si sappia – dice Pergolizzi – che votando un assestamento che non prevede un euro per Ato3 e Messinambiente ci si espone a gravi responsabilità».

Ha funzionato, invece, l’argomento principe sul quale l’amministrazione e l’assessore Miloro hanno fatto leva per “convincere” anche i più reticenti a votare: il rischio di interrompere i servizi sociali. Nell’assestamento, infatti, è previsto lo stanziamento di 850 mila euro per coprire i servizi fino al 31 dicembre. Con la mancata approvazione della delibera, ha spiegato il segretario Alligo, «i servizi verrebbero inevitabilmente sospesi». A prescindere da questo aspetto, grossi dubbi sui contenuti della delibera li ha sollevati Felice Calabrò del Pd, ed in particolare sulle voci in entrata: ad esempio i 500 mila euro del “recupero delle spese di notifica relative alle violazioni al Codice della Strada”, senza contare le grosse perplessità sulle entrate considerate in sede di bilancio di previsione da oneri concessori, dismissione di immobili (16 milioni di euro nel 2009, ma ad oggi non è stato incassato un euro) e avvocatura. L’aula, comunque, è sovrana su tutto. E l’aula ha deciso: l’assestamento di bilancio va bene così. E come ha evidenziato Calabrò: «Anche stavolta, Miloro incassa e se ne va».

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