Il Pd presenta sei emendamenti: durante la votazione dell’ultimo, Andaloro (Rifondazione) abbandona l’aula, il centrodestra non tiene e cade il numero legale. Il giudice fallimentare ha rimandato la decisione a lunedì, un’apertura sciupata dalla politica
In consiglio provinciale cade il numero legale e sfuma così, almeno per questa settimana, l’approvazione della delibera riguardante il piano strategico di governance e la costituzione della NewCo che dovrebbe assorbire le competenze di Feluca. Ad uscire con le ossa rotte dal lungo pomeriggio di lavori, conclusosi dopo le 22, è la maggioranza, che scivola nonostante la solo teorica forza numerica. La seduta si prolunga in virtù degli emendamenti presentati dal Pd, concordati con l’Udc. Il Partito Democratico chiede di correggere il tiro su alcuni passaggi sul quale aveva puntato l’indice precedentemente anche il Collegio dei Revisori. Dall’altra parte c’è la necessità di non modificare troppo la delibera per renderla quanto più uniforme possibile a quella approvata nel corso della mattinata in consiglio comunale.
Sono sei le modifiche proposte da Grioli, Francilia e colleghi di partito. Si chiede nello specifico: di inserire nell’atto, in premessa, la dichiarazione del dirigente al ramo di non disporre nell’ufficio diretto di un numero adeguato di unità di personale per le finalità indicate nell’atto di indirizzo, motivo propedeutico all’accesso a forze esterne che giustificherebbe per la Provincia la partecipazione alle NewCo; di prevedere il collegio sindacale nello statuto della NewCo per assicurare maggiore tutela degli interessi dell’ente; di cassare il “considerato” che richiama la delibera di giunta che dispone la spesa complessiva di 400mila euro. Dopo diversi confronti dentro e fuori dall’aula si votano pian piano tutti gli emendamenti, che passano fino al quinto.
Poi si arriva al nodo cruciale. Con l’ultimo emendamento presentato si dà mandato all’amministratore della società NewCo (costituenda) di richiedere tempestivamente una stima del valore del compendio aziendale di Feluca Spa per mezzo di consulente nominato dal tribunale di Messina e conseguentemente valutare l’opportunità e la convenienza della NewCo ad acquistare il compendio aziendale della stessa Feluca. Soluzione che di fatto non obbliga l’ente a doversi sobbarcare immediatamente il peso della rilevazione del ramo d’azienda della società in liquidazione. Solo successivamente alla valutazione del consulente infatti, analizzata l’opportunità e la convenienza, il consiglio provinciale autorizzerebbe il conferimento di risorse idonee in quota parte della Provincia corrispondenti alla stima certificata dal tribunale.
Si va al voto. Francesco Andaloro esce dall’aula (così come Previti del Mpa) e il clima diviene gelido: presenti 17, stop alla seduta. La maggioranza non tiene, nonostante la presenza compatta dell’Udc (sette consiglieri)e la stampella del Pd, dimostrando ancora una volta la propria fragilità. Nuova seduta convocata per martedì. Intanto al tribunale, dove l’appuntamento era fissato per le 15, il giudice fallimentare aveva chiuso l’udienza in serata riservandosi l’opportunità di prendere una decisione lunedì. L’ennesima apertura sciupata però dalla politica. Il futuro dei 17 lavoratori di Feluca è nuovamente appeso ad un filo.
