Contesse: il litorale della vergogna

Contesse: il litorale della vergogna

Redazione

Contesse: il litorale della vergogna

martedì 21 Agosto 2007 - 11:15

Sotto la stazione ferroviaria si estende una gigantesca discarica abusiva

Trent’anni di degrado e di latitanza delle Amministrazioni. Centinaia di metri del litorale tra Contesse e Pistunina trasformati in una discarica a cielo aperto. Complice l’immobilismo delle istituzioni. Detriti edili, ferraglia, sacchetti neri in decomposizione, elettrodomestici, mobilia e ogni sorta di materiale fuoriesce dalla sabbia di quello che fino agli anni settanta era un luogo ameno, un patrimonio della cittadinanza.

A quel periodo risale l’impianto di un’azienda di lavorazione marmi, la Samar, dismessa dopo qualche anno. Da quel momento puntuali sono arrivati i ribaltabili, che hanno fatto del sito una discarica d’elezione. «Qui giacciono i resti di tutte le demolizioni fatte a Messina negli ultimi trent’anni», ha detto Francesco Gallo, ex consigliere del IV quartiere, protagonista delle denunce sullo stato della spiaggia fin dal 1981. Proprio in seguito all’ennesima denuncia, questa volta alla Procura, nel 1992 l’area è stata posta sotto sequestro e l’accesso impedito ai mezzi con dei blocchi di cemento. I singoli, però, passano, e continuano a conferire nel sito materiale di risulta.

Il grosso della discarica, invece, si è spostato di qualche centinaio di metri a sud, verso Pistunina. Adesso interessa un’area ancora più vasta, che comprende la foce del torrente San Filippo. In questo luogo le mareggiate hanno ammassato i detriti in impressionanti colline di terra, spazzatura e detriti, alte come palazzine (vedi photogallery). Anche il torrente è gravemente ostruito dai materiali di risulta, e se ne scopriranno le conseguenze probabilmente già alle prime piogge, che ogni anno gonfiano il corso d’acqua fino a fargli lambire il ponte della ferrovia che lo attraversa.

Tra la discarica a ridosso della ex Samar e il torrente, tutta la spiaggia è in condizioni drammatiche. L’area ex Copas (fabbrica di cassette di legno), che si estende tra la strada e la spiaggia, è stata sottoposta a sequestro preventivo nel 2001. Nel 2002 la sezione Ds “Grimau- di Contesse ha promosso un progetto di recupero, accolto dall’allora sindaco Salvatore Leonardi, che fece in quell’occasione un sopralluogo, insieme al presidente della Messinambiente Sergio La Cava. La bonifica e il recupero, però, dipendevano da un finanziamento regionale mai arrivato. Fu la Capitaneria di Porto, invece, a demolire l’edificio, ormai cadente e pericoloso, della Copas e ripulire la zona.

Da allora neanche una pietra è stata spostata, nonostante l’ulteriore iniziativa della sezione Ds “Grimau- e dell’allora segretario Francesco Gallo, datata 2005. Una petizione di 1100 firme per il recupero del litorale fu presentata al commissario Sbordone, che si attivò per richiedere al Ministero dell’Ambiente e Tutela del Territorio un finanziamento per due progetti riguardanti l’area sottostante la stazione ferroviaria di Contesse e fino alla via del Carmine. Un altro buco nell’acqua.

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