I “cuffariani” pronti a creare un avamposto anche a Messina

I “cuffariani” pronti a creare un avamposto anche a Messina

Redazione

I “cuffariani” pronti a creare un avamposto anche a Messina

giovedì 14 Ottobre 2010 - 13:59

Potrebbe transitare nel Pid del duo Romano-Mannino buona parte del blocco Mcl dell’Mpa. A partire da Lo Monte. Ma con evidenti scossoni nei due palazzi. E l’associazione “Art. 1” continua a criticare il presidente del consiglio comunale Previti

Il Pid, il neonato partito dei “Popolari di Italia Domani”, prova a invadere Messina, la roccaforte dell’ex casa madre, l’Udc di Pierferdinando Casini, che oggi ha in Gianpiero D’Alia il suo alfiere in Sicilia. La “costola” dell’Udc, nata dalla scissione dei cuffariani delle settimane scorsa e guidata dal duo Calogero ManninoSaverio Romano, sarebbe pronto a creare un proprio “avamposto” politico in città. Pescando tra i dissidenti dell’Mpa ed in particolare in quello che era il cuore del partito lombardiano in città, l’Mcl, il Movimento cristiano lavoratori. Il Pid messinese, dunque, potrebbe avere proprio in Carmelo Lo Monte, un passato sia nella Dc che nell’Udc (lasciato nel febbraio 2006), il suo uomo di punta. Insieme al gruppo di consiglieri comunali e provinciali che a lui fanno riferimento.

A quel punto andrebbero chiarite alcune posizioni. Ad esempio quella di Pippo Previti, attuale presidente del consiglio comunale, inviso a buona parte dell’Mpa e rappresentante proprio dell’Mcl. Se dovesse transitare anche lui nel Pid, i “cuffariani”, pur rimanendo fuori dalla giunta, avrebbero comunque un ruolo nell’amministrazione Buzzanca, come il Manuale Cencelli, che equipara la presidenza del Consiglio ad un assessorato, insegna. E sarebbe davvero complicato, a quel punto, per l’Udc di D’Alia giustificare “anche” questa convivenza forzata, oltre a quella già in atto con il Pdl. Che qualcosa stia succedendo lo si legge anche tra le righe della nota che gli attuali capigruppo dell’Mpa al Comune e alla Provincia, Sebastiano Tamà e Roberto Cerreti, hanno inviato a proposito del caso “Dismed”. Una nota fortemente critica nei confronti del governo regionale e dunque di Raffaele Lombardo, le cui decisioni hanno «minato seriamente la tranquillità degli abitanti della nostra provincia, con vari provvedimenti, soprattutto in ambito di sanità pubblica, che ci hanno lasciato sgomenti e perplessi». Posizione critica espressa «coscienti di quanto questo potrebbe incidere nel prosieguo della nostra militanza nell’Mpa».

Ulteriori conferme di grandi manovre in corso arrivano da un’altra nota, firmata da Alessandro La Cava e Dino Oteri, rispettivamente primo e secondo dei non eletti al consiglio comunale. Posizione per la quale i due, da tempo, avrebbero gradito che Previti, a Palazzo Zanca, diventasse assessore, facendo così posto a La Cava, con Cerreti invece presidente del consiglio provinciale. Così non è mai avvenuto e adesso i due scalpitano, registrando «l’assoluta sordità dei vertici dell’Mpa rispetto alle criticità emerse negli ultimi tempi all’interno del movimento». Pesanti le considerazioni proprio su Pippo Previti, la cui scelta come presidente del Consiglio viene ritenuta «emblema di un’azione politica fatta di scerbature autodidatte, raccolte parrocchiane e chiacchiericci da bottega. Nulla rispetto a quel ruolo che per il nostro movimento avrebbe rappresentato elemento di garanzia per portare avanti l’azione autonomista in piena sintonia con i vertici regionali». E venendo al nocciolo, La Cava e Oteri affermano di assistere «impotenti allo smantellamento del movimento in città e questo è sicuramente dovuto al classico atteggiamento di chi, coltivando i propri interessi oggi medita (un po’ per strategia un po’ per convinzione) di cambiare casacca». Cambio di casacca che potrebbe portare, dunque, alla nascita del Pid a Messina e alla consegna ufficiale dello scettro autonomista in città a Fabio D’Amore, l’attuale commissario cittadino del movimento di Lombardo.

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