Denuncia della Uil: contro gli infortuni più controlli e tutela

Denuncia della Uil: contro gli infortuni più controlli e tutela

Redazione

Denuncia della Uil: contro gli infortuni più controlli e tutela

venerdì 13 Luglio 2007 - 11:57

4774. Un numero che fa impressione. Rappresenta il totale degli infortuni sul lavoro avvenuti nel 2006 in tutta la provincia di Messina. A renderlo noto è una ricerca effettuata dalla Uil sulla banca dati dell’Inail. Il dato è ancora più allarmante se si osserva che nel 2005 gli incidenti erano stati 4706, circa 70 in meno. E questa tendenza al rialzo non sembra arrestarsi, visto che nei primi cinque mesi del 2007 gli incidenti hanno già toccato quota 1286, 37 in più che l’anno scorso. E a questi si devono aggiungere le 8 morti, l’ultima delle quali, quella di Salvatore Urzì, appena una settimana fa nei cantieri Palumbo della zona falcata. La cifra, altissima già così, si deve considerare incompleta, dal momento che mancano all’appello le decine di incidenti che colpiscono lavoratori in nero, impossibilitati a denunciare la vera natura dell’infortunio. E il lavoro in nero, ovviante, è più soggetto di quello regolare agli incidenti. Come puntualizza il segretario generale della Uil Messina Costantino Amato: «Il lavoro nero, irregolare e precario, è la prima condizione oggettiva a favorire il verificarsi di incidenti. I lavoratori non in regola, infatti, subiscono quotidianamente vessazioni di varia natura, vengono sfruttati e ricattati e lavorano in condizioni di assoluto abbandono a sé stessi, a dispetto anche delle più elementari norme di sicurezza. Ma il problema della sicurezza riguarda anche i lavoratori cosiddetti regolari, inseriti spesso in un sistema in cui manca una vera cultura della sicurezza. Un sistema che preferisce risparmiare denaro piuttosto che tutelare la vita umana, che scarica sulla collettività costi sociali enormi che potrebbero essere invece utilizzati per creare lavoro sicuro». Da qui l’auspicio della Uil, che ogni attore dell’universo del lavoro, datori, istituzioni deputate al controllo, enti appaltanti, si impegni al massimo per tutelare il lavoratore. E c’è di più. Dall’indagine della Uil è emerso che all’aumento del numero degli infortuni non risponde una adeguata tutela. Le nuove tabelle determinate dal DLGS 38/2000, infatti, non indennizzano adeguatamente coloro che sono rimasti vittima di infortunio sul lavoro, con il risultato che un lavoratore con un braccio fuori uso per danno grave ai tessuti muscolari, giudicato inabile al lavoro, si trova a dover vivere con una pensione pari a 150 euro al mese.

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