Il dietro le quinte della prima uscita del Palacultura: scivoloni istituzionali, sfottò di governo e incidenti di percorso

Il dietro le quinte della prima uscita del Palacultura: scivoloni istituzionali, sfottò di governo e incidenti di percorso

Il dietro le quinte della prima uscita del Palacultura: scivoloni istituzionali, sfottò di governo e incidenti di percorso

sabato 13 Febbraio 2010 - 08:52

Splendido l’Auditorium da 800 posti, ma una poltroncina cede e un ufficiale della Marina “saggia” il parquet. Il saluto -irriverente- di Lombardo e le -corna- di Ricevuto ai “no pontisti” documentate dalle foto. Il presidente della Regione e Matteoli rischiano l’osso del collo per salire sul palco, ma si dimostrano abili acrobati

Ponte a parte, l’evento di ieri ha “bagnato” la prima uscita ufficiale del Palacultura. «Oggi è anche l’inaugurazione di questa splendida struttura», si è lasciato sfuggire Pietro Ciucci, amministratore delegato della Stretto. Forse non sapeva che era in corso una sfida diplomatica all’interno della giunta Buzzanca tra chi ha consegnato il Palacultura finito e rifinito al Comune, l’assessore Gianfranco Scoglio, e chi invece lo dovrà inaugurare davvero, l’assessore alla Cultura Giovanni Ardizzone. Tanto che Scoglio nei giorni scorsi si era affrettato a chiarire: «Non sarà un’inaugurazione». Ed in effetti taglio del nastro non ce n’è stato, solo qualche dolcetto riservato ai pochi ospiti e ai giornalisti che, dopo il “convegno – maratona”, si sono intrattenuti nella saletta adibita per la conferenza stampa. Quella di ieri era anche la prima uscita del Palazzo col suo nuovo nome: “Antonello da Messina”. Chissà se Raffaele Lombardo, presidente della Regione, si sarà ricordato di quella volta in cui, salendo le scale di Palazzo Zanca, vedendone il busto disse: «E questo chi è, un monaco?». «No, è Antonello da Messina, c’è anche scritto», si affrettarono a rispondergli.

Lombardo è stato uno dei protagonisti del “dietro le quinte” della giornata di ieri. Lui e Nanni Ricevuto, due navigati della politica, ma anche due “istrioni”, non hanno resistito alla tentazione di rispondere in maniera irriverente agli infreddoliti manifestanti “No pontisti” assiepati fuori dal Palacultura. Le scenette sono immortalate dagli scatti di Dino Sturiale e sono visibili in photogallery: scorgiamo delle cornina malandrine venir fuori dalla mano destra del presidente della Ricevuto e un saluto a mo’ di sfottò del governatore Lombardo. Quest’ultimo, però, si sarebbe reso protagonista di un siparietto niente male proprio poco prima del suo intervento. Nel salire sul palco, con uno scivolone ha rischiato seriamente di finire faccia a terra, ma con uno scatto felino ha evitato il peggio. «Cado, ma non mollo – dice una volta al microfono il governatore – tante volte sembro sul punto di cadere ma poi mi rialzo subito». Chapeau. Ma dopo di lui le scale del Palacultura rischiano di fare un’altra vittima eccellente: niente popò di meno che il ministro Altero Matteoli. Lui non si scompone: riesce a non cadere, si sistema la cravatta, si tira su gli occhiali e parte col suo discorso, con tanto di confronto a distanza con l’irriducibile Renato Accorinti, seduto in fondo alla sala e circondato dalle forze dell’ordine manco fosse Bin Laden. «Come si fa a essere contrari al Ponte», dice il ministro. «Mi faccia salire sul palco e glielo spiego!», risponde da lontano Accorinti. Che ovviamente non è stato fatto salire. Ma ha lanciato il suo anatema: «Se non manterrete l’impegno di finire il Ponte nel 2017 lei si dovrà dimettere!». Il che è implicitamente un augurio: quello di stare al governo anche nella prossima legislatura.

La prima assoluta del Palacultura ci ha consentito anche di assaporare un antipasto di quel che sarà. D’altronde alcuni pregi e difetti già si conoscevano. Appartiene a quest’ultima categoria l’assenza di parcheggi: la via XXIV maggio non può chiaramente bastare, né può essere utile alla causa il Boccetta. La realtà è che è paradossale immaginare un Palazzone del genere prevedendo appena 25 posti auto: i disfattisti direbbero… “Solo a Messina!”. Ma una volta varcata la soglia i difetti lasciano lo spazio ai pregi, o almeno a quelli che abbiamo potuto vedere ieri (aperto solo il primo piano in attesa del nulla osta dei Vigili del fuoco). L’Auditorium è bellissimo ed elegantissimo, con un’ottima acustica e poltroncine confortvoli. Ma a proposito di poltroncine, l’intoppo capita sempre, guai non fosse così: dopo oltre due ore e mezza di convegno, un tonfo si sente provenire dalla fila di sinistra: un malcapitato ufficiale della Marina ha saggiato col proprio fondoschiena l’elegante parquet del Pala Antonello. Una poltroncina rossa aveva appena ceduto, tra l’imbarazzo generale. Prove tecniche di trasmissione.

(IN PHOTOGALLERY GLI SCATTI DI DINO STURIALE)

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