“Emendamento 100 milioni”: botta e risposta tra Nania e D'Alia

“Emendamento 100 milioni”: botta e risposta tra Nania e D’Alia

“Emendamento 100 milioni”: botta e risposta tra Nania e D’Alia

martedì 17 Novembre 2009 - 15:41

Il senatore del PdL, insieme al deputato Garofalo, parla dell’impegno del Governo per Messina e del perché il partito ha deciso di esprimersi in maniera contraria: «no a elemosine e mosse solitarie dal sapore propagandistico». La controreplica di D'Alia: «excusatio non petita accusatio manifesta»

Ci sarebbero motivazioni esclusivamente politiche dietro il voto sfavorevole del PdL all’emendamento proposto da Gianpiero D’Alia dell’Udc e sottoscritto dai senatori Finocchiaro e Garraffa del Pd e Pistorio dell’Mpa, con il quale si chiedeva di stanziare 100 milioni di euro per i luoghi del messinese colpiti dall’alluvione.(Vedi in basso tutti gli articoli sull’argomento).

A spiegare cosa è successo in casa azzurra, è uno dei senatori maggiormente “sotto processo” in questi giorni per non aver votato, il barcellonese Domenico Nania, mentre la maggioranza dei colleghi di partito si è opposta. Prima un’anticipazione dalle pagine di Facebook, poi un comunicato completo cofirmato dal deputato Vincenzo Garofalo: «L’Arcivescovo La Piana, in occasione dei funerali solenni in Cattedrale, ha lanciato messaggi molto precisi e forti. Totalmente condivisibili – scrivono Nania e Garofalo -. E’ da noi politici che ci si attende -un cambiamento di rotta-, è a noi che viene detto con forza -non riusciamo a tollerare il reiterato tentativo di strumentalizzare il dramma di questa nostra amata gente-. Da noi politici, le persone attendono fatti, come quelli compiuti dagli uomini e dalle donne, di ogni età, da quell’esercito della solidarietà’ che senza sosta ha fornito ai uti agli sfollati, dal 1 ottobre ad oggi, nei centri d’accoglienza. Per questo, prima di commentare l’intera vicenda della proposta e della mancata approvazione degli emendamenti presentati dai Senatori D’Alia e Finocchiaro per la frana a Messina, Scaletta Zanclea e nel Nisseno, abbiamo voluto richiamare l’appello di Monsignor La Piana. La scelta di parlare poco e di non “mostrarsi” ci era sembrata la più coerente con quanto richiesto a gran forza dalla popolazione messinese. Ma visto il reiterarsi delle strumentalizzazioni a mezzo stampa e non solo, è meglio portare un po’ di chiarezza».

Questa la parte inizialmente pubblicata da Nania sulle pagine del social network e da noi riportata: «La presenza del Presidente del Consiglio a Messina (già due volte) e di alcuni Ministri, oltre alla costante guida del Sottosegretario Bertolaso, sono testimonianze concrete della ‘politica del fare’ del Governo, che si è subito mobilitato in data 10 ottobre con l’Ordinanza n°3815, stanziando i primi 60 milioni di euro per gli interventi di protezione civile nelle zone alluvionate del messinese – si legge -. Venerdì scorso, in data 6 novembre il CIPE, il Comitato interministeriale della programmazione economica, ha deliberato lo stanziamento al Ministero dell’Ambiente di oltre un 1 miliardo di euro, di cui una cospicua parte sarà destinata alla messa in sicurezza dei territori alluvionati del messinese. Per l’esattezza, si tratta di 1.250 milioni di euro che il Ministero dell’Ambiente utilizzerà per affrontare il problema del dissesto idrogeologico nel nostro Paese, abbandonato da decenni d’incuria. Seguirà la prossima emanazione di un provvedimento del Consiglio dei Ministri per consentire di spendere le somme messe a disposizione in tempi brevi (non come in passato che a fronte di disponibilità non seguivano rapidamente i lavori)».

«Questi sono ulteriori segnali concreti che saranno accompagnati da tutte quelle azioni tendenti a far riprendere in tempi rapidi tutte le attività imprenditoriali danneggiate e sospese – continua la lettera -. A questo si sta lavorando. E’ legittimo tenere alta la guardia, sollecitare l’emanazione degli atti utili a destinare le risorse, avviare le iniziative. E tutto questo noi politici del centrodestra lo stiamo facendo e lo continueremo a fare fino a quando non vedremo la soddisfazione dei nostri concittadini dai quali sappiamo bene di avere ricevuto un messaggio forte, che è quello di dover restituire loro la dignità, la serenità e la garanzia di un piano di sicurezza fatto di opere concrete e non di parole o atti vuoti. A parole e atti vuoti, ci pare si stia dedicando, con opportunistica insistenza, l’opposizione. G li emendamenti presentati al Senato e bocciati fanno parte delle parole vuote che non possono mettere in discussione la volontà risolutiva del governo. Gli emendamenti presentati sono lo specchio della politica che mira a sollevare un polverone per potersi poi accaparrare i meriti di una decisione in realtà già presa. Superfluo dire che “meno politichese”/propagandistico sarebbe stato un gesto concreto, questo si, di rispetto per le vittime e per chi ha perso casa, lavoro, radici. Mentre “la politica degli emendamenti” fa il suo corso sui giornali, preoccupando la popolazione, generando sfiducia, questa volta del tutto immotivata, nelle Istituzioni, il Governo continua a lavorare, fedele alla ‘politica del fare’, contrapposta a quella dei proclami».

«Il presidente Berlusconi, come annunciato, verrà a Messina e realizzerà quanto serve. Saranno, come in Abruzzo, i fatti con la loro forza a smascherare la politica degli emendamenti tattici dei vecchi arnesi di palazzo – concludono Nania e Garofalo -. Lo stanziamento è nella disponibilità del Ministero dell’Ambiente, Messina avrà i soldi necessari, e non saranno un’elemosina, ma come documentato dalle relazioni e dalle perizie delle strutture competenti, un congruo finanziamento che dovrebbe essere quantificato in circa 400 milioni di euro. I cittadini colpiti dall’alluvione avranno quello che devono ottenere da uno Stato vicino ai deboli. Questo intervento sia la testimonianza di quell’impegno concreto al quale l’Arcivescovo ci ha chiamati, una risposta al peso di una responsabilità, ( a cui tutti siamo chiamati a lavorare per unire anziché dividere)».

In serata arriva puntuale la controreplica del senatore Gianpiero D’Alia: «Voglio dire al collega Nania che la mia storia personale e politica non e’ segnata ne’ da iniziative solitarie ne’ da iniziative propagandistiche. Io provengo da un partito, la Democrazia Cristiana, che ha insegnato la cultura di governo a tante generazioni compresa la sua».

Il Presidente dei senatori Udc, parla poi dell’emendamento sui 100 milioni di euro: «1) ancora oggi i 60 milioni di euro che dovevano essere assicurati a Messina e Scaletta Zanclea dallo Stato e dalla Regione Siciliana non sono arrivati; 2) il Ministro dell’Ambiente non e’ coinvolto nella preliminare opera di rientro dall’emergenza della quale si fa carico, in via esclusiva, la protezione civile; 3) i ‘famosi’ 400 milioni dovranno essere stanziati dal Ministro dell’Ambiente solo a seguito della preliminare definizione delle priorita’ degli intereventi su tutto il territorio nazionale; 4) i soldi, se e quando verranno stanziati, non potranno riguardare l’uscita dall’emergenza ma interventi di medio e lungo periodo sulla scorta di progetti esecutivi immediatamente cantierabili. Ad oggi – prosegue D’Alia – siamo solo alle chiacchiere ma visto che io faccio solo propaganda e sono solitario, informo il senatore Nania che ho presentato richiesta di audizione urgente del sottosegretario Bertolaso affinche’ chiarisca in Parlamento cosa si e’ fatto, cosa si sta facendo e cosa si fara’ per gli alluvionati e per i territori colpiti dal disastro dell’ottobre scorso. Ricordo – conclude il senatore centrista – al collega Nania che io non ho polemizzato ne’ col governo ne’ con i colleghi parlamentari di maggioranza a differenza sua che, emerso da un lungo torpore sulla vicenda messinese, si permette di dare lezioni dimenticando che tra i firmatari dell’emendamento ci sono anche i senatori del movimento per l’autonomia il cui leader, nella qualita’ di presidente della regione siciliana, e’ commissario di governo per gli alluvionati. Mai come in questo caso vale la massima ‘excusatio non petita accusatio manifesta».

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