Gettano i rifiuti fuori dagli orari consentiti: “multate” diverse scuole cittadine

Gettano i rifiuti fuori dagli orari consentiti: “multate” diverse scuole cittadine

Gettano i rifiuti fuori dagli orari consentiti: “multate” diverse scuole cittadine

martedì 25 Maggio 2010 - 09:51

Il consigliere comunale Chiarella: «L’orario di chiusura delle scuole non coincide con quello consentito per il conferimento: si prevedano ipotesi alternative»

Brutta sorpresa per molti bidelli della città. Una sorpresa giunta sottoforma di multa: il nucleo decoro della Polizia Municipale, infatti, ne ha sanzionati diversi, nei giorni scorsi, per aver conferito rifiuti solidi urbani nei cassonetti fuori dall’orario consentito (che è, lo ricordiamo, dalle 18 alle 22). Peccato che alle 18 le scuole siano già chiuse, quindi delle due l’una: o i bidelli tornano appositamente a scuola per gettare la spazzatura, oppure le aule degli istituti si riempiranno, invece che di bambini, di cataste di rifiuti. Esageriamo, ce ne rendiamo conto, ma il problema esiste.

A segnalarlo il consigliere comunale di “Forza Azzurri” Giuseppe Chiarella: «Poiché l’orario di chiusura delle scuole non coincide con il consentito orario di conferimento – evidenzia – si chiede al sindaco di prevedere ipotesi alternative, quali ad esempio una deroga oraria al deposito nei cassonetti o far pervenire all’ interno dei plessi scolastici i mezzi di Messinambiente». C’è poi la beffa: «Considerato che i verbali emessi risultato nominativi – aggiunge Chiarella – i contravvenzionati per non incorrere in altre ammende hanno declinato l’invito dei dirigenti scolastici a deporre i rifiuti negli appositi cassoni».

Chiarella chiede infine «di annullare in autotutela i verbali comminati ai collaboratori scolastici, in quanto non sarebbero stati compilati correttamente dai Vigili urbani: difatti risulterebbe che i soggetti contravvenzionati abbiano violato l’Ordinanza sindacale 1369/91 a firma dell’allora sindaco Mario Bonsignore e non, invece, l’Ordinanza sindacale 1369/92 come trascritto nel verbale di accertamento violazione». Un vizio di forma (piuttosto paradossale, c’è da dire) che salverebbe capre e cavoli e sanerebbe, per il momento, una situazione piuttosto imbarazzante.

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