Le ideologie non ci sono più, Saglimbeni promuove la “maggioranza a geometria variabile-

Le ideologie non ci sono più, Saglimbeni promuove la “maggioranza a geometria variabile-

Redazione

Le ideologie non ci sono più, Saglimbeni promuove la “maggioranza a geometria variabile-

giovedì 11 Dicembre 2008 - 09:04

Nota del consigliere del Pd (corrente Letta): «Sostegno alla strategia attuata da Lombardo all'Ars, il dialogo è un dovere, chi collabora non è un traditore, chi cambia schieramento non è un venduto»

Una volta si chiamava “trasformismo-, ovvero «nella politica, la capacità di assumere repentinamente posizioni differenti e/o alternative a quella immediatamente precedente» (definizione di Wikipedia). Oggi si parla piuttosto di “maggioranza a geometria variabile-, come quella che il governatore siciliano Raffaele Lombardo sta mettendo in atto a Palermo, dove all’Ars è sempre più difficile capire quale sia la maggioranza e quale l’opposizione. Una strategia che, come scrive in una nota, piace al consigliere comunale Paolo Saglimbeni, esponente nel Pd, insieme al capogruppo Marcello Greco, della corrente “Trecentosessanta-. Ed in questo senso entrambi sono esperti di trasformismo, con un cammino a braccetto che li ha visti sempre consiglieri di maggioranza (prima al centrodestra con “Nuova Sicilia-, Buzzanca sindaco, poi al centrosinistra con la “Margherita-, con Genovese al timone), tranne che in questa amministrazione. Ma come è emerso dalle passate settimane, non sono mancati motivi di scontro all’interno del Pd, e “radio Palazzo- insiste nel pronosticare un nuovo avvicinamento al centrodestra, con ammiccamenti piuttosto frequenti da parte del neonato intergruppo D’Alia-Mpa.

Non stupiscono, in questo contesto, i contenuti della nota diffusa ieri da Saglimbeni, il quale scrive che «nella contrapposizione tra contrari e sostenitori all’ipotesi di maggioranza a geometria variabile, strategia sostenuta anche dal governatore siciliano Lombardo e praticata con successo recentemente all’Ars, hanno sicuramente ragione questi ultimi». In fondo, secondo Saglimbeni, dipende tutto dal «modo di intendere il modello bipolare del sistema politico». I contrari hanno una visione poco “elastica-, basata sul principio maggioritario: chi ha vinto mantenga quanto promesso, chi ha perso faccia opposizione, «senza possibilità di mediazione». La conseguenza, in questi casi, è una: «Chi collabora con la maggioranza è un traditore delle proprie idee, degli alleati, degli elettori, se poi dallo schieramento di minoranza passa alla maggioranza è un venduto e basta».

Secondo i sostenitori delle maggioranze a geometria variabile, e dunque secondo Saglimbeni, «con la fine delle ideologie è definitivamente tramontata l’irriducibilità degli schieramenti. I programmi si somigliano sempre di più nella loro genericità, insomma lo schema bipolare non necessariamente è indice di contrapposizione». Per questo «le minoranze hanno il dovere di dialogare il più possibile nell’interesse dei cittadini», un concetto rafforzato da molti esempi, secondo Saglimbeni, riscontrabili nel panorama internazionale: dal governo Obama alle opzioni “liberal- di Blair, dal governo di unità nazionale tedesco alla commissione Attali in Francia.

«E’ arrivato il momento – conclude Saglimbeni – di tenere conto anche in Italia del fatto che l’opposizione ideologica e pregiudiziale ha fatto il suo tempo. In Sicilia, alla Regione, dove un’opposizione costruttiva non può non sostenere Lombardo nell’impervio percorso di rinnovamento, votando leggi e provvedimenti condivisi, e agli enti locali territoriali». A partire, ovviamente, da Palazzo Zanca. Dove tra intergruppi, gruppo misto e “maggioranze a geometria variabile- il consiglio comunale è sempre più un laboratorio politico.

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