Inchiesta sulle lettere anonime, Curcio e Picciolo non ci stanno

Inchiesta sulle lettere anonime, Curcio e Picciolo non ci stanno

Redazione

Inchiesta sulle lettere anonime, Curcio e Picciolo non ci stanno

mercoledì 30 Aprile 2008 - 11:31

Le missive -diffamavano- il presidente di Messinambiente Dalmazio e l'ex assessore Catalioto. Ma i due esponenti del Pd si difendono. Curcio: «Sono parte offesa». Picciolo: «Estraneo ai fatti»

La vicenda risale al giugno di un anno fa. Cronaca giudiziaria e politica si intrecciano inevitabilmente nell’inchiesta sulle lettere anonime che parecchi mesi fa avevano raggiunto diverse autorità messinesi, fra i quali il sindaco, il procuratore generale della Repubblica, il procuratore della D.D.A. e il prefetto, e nelle quali si enunciavano tutta una serie di atti che gettavano discredito sull’allora assessore all’Urbanistica Antonio Catalioto e il presidente di Messinambiente Antonino Dalmazio. Missive nelle quali i due personaggi pubblici venivano diffamati e per le quali hanno presentato, ovviamente, denuncia contro ignoti. L’inchiesta è stata svolta dal sostituto procuratore Claudio Onorati, e dagli accertamenti della polizia giudiziaria sarebbero venuti fuori alcuni nomi che stamani sono stati resi noti dalla -Gazzetta del Sud-: Ciccio Curcio e Giuseppe Picciolo, entrambi esponenti del Pd, entrambi ex consiglieri comunali, il secondo appena eletto deputato regionale. Picciolo, tra l’altro, nel periodo a cui risalgono i fatti faceva parte dello stesso partito di Catalioto, l’Udeur.

I due però non ci stanno ad essere accusati di essere tra gli -ispiratori- delle lettere anonime. Picciolo si limita a dire che è «estraneo alla vicenda, ho fiducia nella giustizia. Ho presentato un esposto nel giugno scorso e chiederò di essere interrogato per chiarire la mia posizione. Tra l’altro – ha aggiunto – sono amico di Catalioto e ho molta stima e rispetto per Dalmazio». Curcio ci tiene a sottolineare di essere «parte offesa» in questa vicenda, e che lui stesso presentò una denuncia nel giugno scorso contro un ignoto che avrebbe inviato quelle lettere firmandosi come presidente dell’associazione -Nuove Frontiere-, della quale però il presidente è proprio Curcio. All’ex consigliere comunale erano infatti giunte le ricevute di ritorno di raccomandate inviate ad alcune autorità cittadine tra il 13 e il 14 giugno, missive delle quali lui non era a conoscenza e che «qualcuno ha voluto vigliaccamente attribuirmi». Curcio ha addirittura chiesto il sequestro delle cassette dei sistemi di sorveglianza dei due uffici postali dai quali sono state inviate le lettere, quello di Larderia e di ponte Zaera.

Curcio si augura «che presto l’inchiesta possa accelerare per capire chi effettivamente abbia spedito queste lettere», precisando di non aver ricevuto alcuna convocazione dalla Procura ma di essersi presentato lui, spontaneamente, per ben due volte. Una brutta storia, che viene fuori proprio in periodo di campagna elettorale. Che a questo punto pare destinata inevitabilmente a infuocarsi.

(nelle foto Picciolo e Curcio)

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