Si infiamma il dibattito sul project financing per i cimiteri

Si infiamma il dibattito sul project financing per i cimiteri

Redazione

Si infiamma il dibattito sul project financing per i cimiteri

giovedì 15 Gennaio 2009 - 13:42

Pergolizzi e altri consiglieri avanzano forti perplessità: «Un progetto che non è di interesse pubblico». L'amministrazione: «I cimiteri vanno ampliati e il Comune non ha i fondi per farlo»

«Questo progetto di finanza non è di interesse pubblico, va revocato o in subordine modificato». Questa la pesante “sentenza- di alcuni consiglieri comunali che si sono detti fortemente perplessi, per non dire preoccupati, di fronte al project financing sull’ampliamento dei cimiteri comunali, tanto che il dibattito, piuttosto infuocato, è stato aggiornato a domattina. Si parla di un progetto milionario, politicamente “trasversale- così come bipartisan è il dissenso oggi espresso, con un’aula che si è ancora una volta spaccata rendendo quantomeno confusa la distinzione tra maggioranza e opposizione.

Tredici i cimiteri dei quali è previsto l’ampliamento (Gran Camposanto, Castanea, Cumia, Faro Superiore, Gesso, Giampilieri-Molino, Massa Santa Lucia, Mili San Marco, Pace, Salice, Santa Margherita, San Paolo Briga e Santo Stefano), per un iter partito nel 2002 quando un raggruppamento di imprese composto dalla Alfano Spa di Arzano (Napoli), capofila, e da A&P s.r.l., Costruzioni s.r.l., Itaca s.r.l., Scurria Rosario s.r.l., Tornatore Associati s.r.l., fece pervenire una proposta per la concessione della costruzione e della gestione dell’ampliamento dei cimiteri comunali.

Due relazioni, quelle dei dirigenti che negli anni scorsi hanno gestito il dipartimento Cimiteri, gettano ombre inquietanti. La prima risale al 2003 ed è firmata dall’ing. Domenico Manna, che ha posto addirittura venti rilievi sulla convenzione, molti dei quali nemmeno presi in considerazione, ma soprattutto fa vacillare il presupposto di base dell’intera operazione. «Per quanto attiene allo schema di convenzione – scriveva Manna – si ritiene che, ove testualmente riportato dalla premessa “il Comune non dispone di fondi di bilancio per le opere cimiteriali-, lo stesso sia fondato su un presupposto errato, in quanto il Comune di Messina dispone di fondi autonomi per costruzione e manutenzione opere cimiteriali, nell’apposito capitolo vincolato di bilancio, che costantemente viene rimpinguato con i proventi derivanti dalle vendite dei loculi e delle aree».

La seconda relazione è quella dell’arch. Maria Canale, che cita anche un parere richiesto dall’ex assessore Squadrito su un eventuale annullamento della procedura e poi ricevuto direttamente dal dipartimento Funzione Pubblica della Presidenza del Consiglio dei Ministri (parliamo del novembre 2006), e del quale nessuno sembra avere contezza. La Canale, autrice della relazione più recente (maggio 2008), ricorda che manca il parere igienico-sanitario dell’Asl e che non è mai stata avviata la procedura di gara vera e propria, in quanto non è stata nominata la commissione aggiudicatrice. «E’ gravissimo – afferma Nello Pergolizzi, proponente della convocazione urgente del consiglio sul tema – che il Rup (Carmelo Ricciardi, oggi presente in aula) del procedimento non abbia contezza di diversi documenti di cui non siamo a conoscenza». Altro motivo di perplessità avanzato da alcuni consiglieri riguarda l’eccessivo spazio dato dallo schema di convenzione alle cappelle gentilizie (ben 1500, da 40mila euro l’uno), risultando così “sbilanciato-.

Oggi era presente in aula anche l’assessore all’Arredo urbano Elvira Amata, che ha ricordato come nel bando di gara ci fosse l’onere per il concessionario «di sottoscrivere contratto di sponsorizzazione, per un importo pari all’1%, del volume d’affari con società sportiva partecipata dal Comune di Messina per la promozione dell’attività sportiva», una destinazione che l’amministrazione intende modificare, investendo quell’1% «in attività di miglioramento e/o di recupero del patrimonio storico ed architettonico».

Importante chiarire un aspetto: cosa dovrebbe pagare il Comune qualora decidesse di interrompere la procedura di project financing? Praticamente nulla (poche decine di migliaia di euro), in quanto lo schema di convenzione non è ancora stato firmato.

Ultima nota a margine. Pare che la ditta capofila del raggruppamento di imprese, la Alfano S.p.a. di Arzano (Napoli), sia rimasta coinvolta alcuni mesi fa in un caso di presunte tangenti al Comune di Corsano, in Puglia, scoperto dalla Procura di Lecce, e a causa di questa inchiesta fu interdetta per sei mesi dagli appalti con la pubblica amministrazione. Si preannuncia, per oggi, un consiglio comunale particolarmente animato.

(foto Dino Sturiale)

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