L’iter del secondo Palagiustizia si è fermato. Ma la commissione giudicatrice incassa 74 mila euro

L’iter del secondo Palagiustizia si è fermato. Ma la commissione giudicatrice incassa 74 mila euro

L’iter del secondo Palagiustizia si è fermato. Ma la commissione giudicatrice incassa 74 mila euro

sabato 02 Gennaio 2010 - 11:32

Su richiesta del presidente della commissione che ha valutato le offerte, Santi Mangano, il Comune ha liquidato i compensi, da 24 mila euro a quasi 10 mila per la segretaria. Ma tutto è bloccato: il Cga dovrà pronunciarsi nel merito dopo l’istanza dei Franza, al Tar c’è il ricorso dell’Arcidiocesi

Non si sa come andrà a finire la vicenda del Palagiustizia satellite, ma nel dubbio c’è già chi può sorridere. Sono i membri della commissione giudicatrice che ha valutato le offerte pervenute al Comune dopo la pubblicazione del bando, affidando alla Gmc srl la realizzazione del palazzo: per loro è stata già stata stabilita la liquidazione dei compensi dovuti per il lavoro svolto. Un bottino da 74 mila euro che i quattro componenti si divideranno così: 24.451 euro al presidente, Santi Mangano, 19.976 euro a Santi Alligo, segretario generale del Comune, e a Salvatore Saglimbeni, 9.988 euro alla segretaria della commissione, Lucia Badessa.

A sollecitare la liquidazione del compenso è stato lo stesso Mangano, con una nota inviata a Palazzo Zanca il 5 dicembre scorso. E sempre Mangano ha proposto al Comune uno schema di parcella, basato su un parere del 2004 del Consiglio superiore dei lavori pubblici, per stabilire a quanto dovesse ammontare il compenso. Lo schema è stato ritenuto congruo, così come congruo è stato ritenuto pagare anche gli altri componenti, che non avevano avanzato richiesta.

Si tratta di compensi dovuti, è ovvio. Ma è bene ricordare che proprio sul lavoro della commissione pesanti ombre sono state lanciate dai ricorsi presentati alla giustizia amministrativa dalle ditte che sono arrivate rispettivamente seconda e terza nella graduatoria, la Neptunia Spa dei Franza e l’Arcidiocesi. Il primo ha portato il Cga a fermare l’iter, prima di entrare nel merito del ricorso; il secondo è in attesa di pronunciamento al Tar. La commissione, ricordiamo, il 20 luglio scorso aveva preferito l’offerta presentata dalla Gmc srl insieme alla S.a.s. Placido Raffone e alla Dino srl. Ad essere contestati sono proprio i criteri del bando che la Gmc non avrebbe rispettato nella sua offerta. Tra questi la scadenza entro cui l’immobile avrebbe dovuto essere pronto, al più tardi entro il 10 settembre 2009, termine definito «insuperabile ed essenziale» ma che la Gmc non avrebbe mai potuto rispettare.

«Gli atti del Comune – scrivono i legali dei Franza nel ricorso – indiscutibilmente rivelano un agire non conforme ai principi di trasparenza, non discriminazione e parità di trattamento, oltre che al generale principio di correttezza dell’azione amministrativa». Il giudice si dovrà esprimere in merito, nel frattempo chi ha giudicato a suo tempo ha già incassato il suo premio.

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