Se ne parlava da tempo, ma adesso è ufficiale. Il Prof. Dario Lo Bosco, accademico gradito al Centrodestra, guiderà l’Autorità Portuale di Messina. Il decreto di nomina è stato firmato ieri dal ministro dei Trasporti Bianchi dopo avere acquisito il parere favorevole delle competenti commissioni parlamentari. Il conferimento dell’incarico giunge a coronamento di un percorso politico-istituzionale che ha visto le autorità locali divise sull’indicazione da proporre al Ministero. Su questo fronte ha pesato soprattutto la scelta del sindaco decaduto Genovese di puntare su Francesco Barbalace in contrapposizione all’allora presidente in carica dell’Autorità Portuale Enzo Garofalo. Sull’importante esponente di Forza Italia c’era stata una convergenza quasi unanime degli altri enti locali e soprattutto si era manifestato un apprezzamento bipartisan che considerava positivamente il suo operato e ne chiedeva la continuazione. Per una fase è rimasta in campo anche la candidatura di Gabriele Siracusano, sostenuta dai Ds e caldeggiata, senza, però, risultati positivi, da ambienti nazionali riferibili a Luciano Violante.
Verificata l’impossibilità degli enti territoriali di convergere su un’unica proposta condivisa, il processo decisionale che ha condotto alla nomina di Lo Bosco ha escluso la città. Solo in parte, però, perché in realtà la regia dell’operazione ha operato a più mani e ha coinvolto su base locale soggetti politici e portatori di interessi economici che oggi hanno più di un motivo per gioire della notizia. Comunque sia adesso le chiavi di una delle più importanti istituzioni cittadine passa nelle mani di una figura, di cui non si può discutere la competenza, ma che è comunque estranea al nostro territorio. Qualcuno potrebbe dire che questo può essere un bene. Sempre che riesca ad essere impermeabile a tutte le possibili pressioni e non subisca i condizionamenti legati proprio alla sua stretta relazione con il Ministro Bianchi, grande artefice dell’operazione e, a quanto si dice, molto vicino alla famiglia Franza, direttamente interessata a tutte le scelte importanti che l’Autorità Portuale è chiamata a compiere.
L’attesa ciliegina sulla torta di questa operazione lucidamente condotta dai protagonisti in tutti i suoi passaggi, comprese alcune dichiarazioni dispiaciute che, alla luce dei fatti, assumono un sapore di beffa, sarà la nomina del segretario generale dell’Autorithy. Si parla dell’avvocato Piero Cami e di Francesco Barbalace, uomini vicini all’ex sindaco Genovese.