Al mercato del voto di Montecitorio spunta il nome di Scilipoti. L’Idv di Messina: noi voteremmo la sfiducia senza pensarci

Al mercato del voto di Montecitorio spunta il nome di Scilipoti. L’Idv di Messina: noi voteremmo la sfiducia senza pensarci

Al mercato del voto di Montecitorio spunta il nome di Scilipoti. L’Idv di Messina: noi voteremmo la sfiducia senza pensarci

giovedì 09 Dicembre 2010 - 11:07

Più si avvicina il 14 dicembre, giorno del voto di fiducia alla Camera per il premier Berlusconi, più impazza il “tira e molla” su un gruppo di deputati “indecisi”. Tra questi il messinese Scilipoti, che lascia Idv ma dice: «Voterò sfiducia, anche se vorrei riflettere». Il segretario cittadino Mammola: «E’ lui che vota, noi il partito non lo lasciamo. E se fossimo a Roma non ci penseremmo un secondo su come votare»

Fiducia sì, fiducia no. Il tam-tam è ormai irrefrenabile e più si avvicina il “B-day”, il 14 dicembre, il giorno in cui dalla Camera verrà fuori il verdetto sul governo di Silvio Berlusconi e sulla tenuta della sua maggioranza ballerina, più impazza il “mercato del voto” a Montecitorio. A pochi sembra interessare il fatto che quanto stia accadendo rappresenti una delle pagine più nere della democrazia italiana, così come pare passare in secondo piano la considerazione che nel parlare di “compravendita” di voti in aula si parla di uno o due “reatucci” niente male. No, qua interessa capire se ci saranno e quanti saranno i “traditori”, i “voltagabbana”, chiamateli un po’ come vi pare, che il 14 dicembre incasseranno la casacca dell’uomo “libero” per sconfessare l’idea del partito di provenienza e votare sì alla fiducia in re Silvio.

Tra gli “indecisi”, termine garantista oltre modo, in questi giorni è spuntato il nome del messinese Domenico Scilipoti, al secolo di Italia dei Valori. Barcellonese come il nostro sindaco, laureato in medicina e chirurgia, ginecologo e cultore dell’agopuntura, sulla quale aveva pure condotto (vanamente) una battaglia in parlamento, Scilipoti si è ritrovato suo malgrado sbattuto sulle prime pagine dei grandi quotidiani nazionali. Preso d’assalto dal suo partito, dal suo capogruppo Donadi, “ignorato” dal suo leader Di Pietro, Scilipoti si è sentito «sfregiato nell’onore», è stato chiamato «traditore, venduto. Sono un deputato finito, ormai», ha detto il parlamentare, al suo primo mandato, a Repubblica e Corriere della Sera. E così ha in mente di lasciare Italia dei Valori, ma non di votare la fiducia a Berlusconi: «Finché sono nell’Idv non vado contro la linea, dopodiché voterò secondo coscienza. Ma anche se dovessi lasciare il gruppo e confluire nel Misto, non significa che devo per forza votare con Berlusconi. O mi astengo o voto la non-fiducia, il premier deve essere sostituito». Anche se poi si lascia sfuggire, a Repubblica: «Vorrei riflettere ancora». Gli indecisi, appunto.

A Messina non fanno certo salti di gioia per quanto sta accadendo a Roma con Scilipoti. Il segretario cittadino Salvatore Mammola ci garantisce, ad ogni modo:«per quanto mi riguarda, ma penso di poter parlare anche a nome della segreteria provinciale, rimaniamo nell’Idv. Quella di Scilipoti è una questione personale, è lui che vota. Spero che alla fine dica no alla fiducia, del resto lui finora si è battuto anche per questo. Posso dire che se noi fossimo stati a Montecitorio, non ci avremmo pensato su un attimo, avremmo votato la sfiducia senza se e senza ma». Scilipoti dice pure di essere stato quasi “vilipeso” dal partito: «Su questo non vado oltre il no comment», risponde Mammola. Che avrebbe una voglia matta di salire a Roma a pigiare quel tasto, il 14 dicembre, al posto di Scilipoti.

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