Palagiustizia, rimangono le incognite sulla localizzazione e sui finanziamenti

Palagiustizia, rimangono le incognite sulla localizzazione e sui finanziamenti

Palagiustizia, rimangono le incognite sulla localizzazione e sui finanziamenti

mercoledì 15 Dicembre 2010 - 09:24

Il consigliere comunale del Pd Calabrò critica l’immobilismo dell’amministrazione comunale e chiede soluzioni adeguate e condivise

La questione relativa al nuovo Palazzo di Giustizia continua a destare riflessioni e perplessità. In particolare, quelle del consigliere comunale del Pd Felice Calabrò (nella foto), che ha deciso di tornare sull’argomento, a lui molto caro anche perché avvocato di professione .In un documento, l’esponente politico evidenzia le incognite a tutt’oggi esistenti in merito ai finanziamenti e al luogo in cui dovrà sorgere il Palagiustizia.

«Ad onor del vero – si legge testualmente – negli ultimi mesi ci siamo illusi che la vicenda relativa alla localizzazione del secondo Palazzo di Giustizia avesse avuto una accelerazione, e ciò in seguito ad una messa in mora del Ministro di Grazia e Giustizia, datata 9 marzo 2009, con la quale si invitava l’Amministrazione Comunale a formulare, in tempi brevi, delle concrete proposte di utilizzo delle risorse assegnate, circa 18 milioni di euro, pena la perdita del finanziamento. Allo stato attuale, però – continua Calabrò – nulla di concreto è stato fatto».

Neppure dopo la recente visita del ministro Alfano, sottolinea Calabrò, sono emerse novità significative, anche perché «l’Amministrazione ha presumibilmente ritenuto più opportuno sorvolare sulla questione piuttosto che affrontarla di petto una buona volta, approfittando dell’occasione».

Preso atto del «fragoroso silenzio» da parte dell’amministrazione, è lo stesso rappresentante del centro-sinistra ad avanzare alcune soluzioni. Una «potrebbe essere quella già prospettata in seno alla Commissione di Manutenzione del Palazzo di Giustizi: adibire l’ex Real Convitto “Dante Alighieri” a secondo Palazzo di Giustizia». Secondo Calabrò, infatti, «gli uffici giudiziari potrebbero essere facilmente dislocati nel plesso che fino a poco tempo fa ospitava l’istituto d’arte “E. Basile”,tenuto conto, soprattutto, e del fatto che si tratta di una struttura di proprietà, e pertanto nell’assoluta disponibilità, del Comune medesimo, quindi, in soldoni a costo zero, e della agevole posizione in cui è sita». Il secondo Palazzo di Giustizia – scrive ancora Calabrò – potrebbe anche essere ospitato «nei locali dell’ex ospedale Regina Margherita o in altre strutture cittadine» in centro città e non certo alla Zir, come attualmente previsto.

Come detto, Calabrò manifesta forti perplessità anche «sullo stato attuale dei finanziamenti ministeriali anzitempo concessi per la realizzazione della nuova struttura».

«Pare – scrive – che parte ( 5.000.000,00 di euro circa) dei 18.000.000,00 di euro, atteso il notevole ritardo accumulato, sia andata già perduta e che, inoltre, vi sia il serio e concreto rischio – continuando così – di perdere l’intero finanziamento». Si chiede quindi se «non sarebbe stato saggio e conveniente sfruttare l’occasione della visita di Alfano per fare chiarezza sul punto e, se del caso, per ottenere reali e concrete garanzie».

In questa fase di assoluta incertezza, secondo Calabrò, l’unica cosa certa sono «i disagi e gli interrogativi» e per questo auspica che in tempi brevi venga trovata « un’adeguata e condivisa soluzione all’annoso problema del secondo palazzo di giustizia».

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