Palagiustizia satellite, entro marzo il caso andrà risolto. A rischio il finanziamento ministeriale

Palagiustizia satellite, entro marzo il caso andrà risolto. A rischio il finanziamento ministeriale

Palagiustizia satellite, entro marzo il caso andrà risolto. A rischio il finanziamento ministeriale

giovedì 21 Gennaio 2010 - 09:23

Buzzanca ha fatto il punto durante una riunione della commissione di manutenzione del Palazzo di Giustizia. Rottura con l’Avvocatura: su proposta della Corte d’Appello si è dato sostegno al Comune nel concludere le procedure in corso, che vogliono il nuovo Palazzo in via Bonino

Entro marzo Messina dovrà risolvere il caso del Palagiustizia satellite. Un termine perentorio, anche se la perentorietà, quando di mezzo la politica, diventa spesso aleatoria. Il Palasatellite è stato oggetto, il 18 gennaio scorso, della riunione tenutasi presso la Corte d’Appello di Messina della Commissione di Manutenzione del Palazzo di Giustizia. Riunione alla quale erano presenti i vertici della magistratura messinese, i rappresentanti dell’avvocatura e alla quale erano stati invitati le organizzazioni sindacali. Presente anche il sindaco Giuseppe Buzzanca, che ha fatto il punto della situazione dopo il provvedimento emesso dal Cga, che ha di fatto sospeso tutto l’iter. Ed ha confermato che entro il mese di marzo di quest’anno, termine ultimo stabilito dal ministro della Giustizia, dovranno essere impiegate le somme stanziate per la nuova struttura. Prendere o lasciare, insomma. Sarà dunque necessario procedere rapidamente alla sanatoria dei vizi rilevati dal Cga, per poi proporre istanza di riesame.

Ricordiamo che il finanziamento in questione fu concesso nel 1995 dal ministero della Giustizia per 12,4 milioni di euro, successivamente integrato nel 2004 con ulteriori 5,5 milioni. Un finanziamento che rischiava di essere revocato e che oggi, paradossalmente, continua a correre questo rischio. Così scriveva, nel marzo 2009, il ministero al Comune: «Nonostante gli anni trascorsi, i fondi in questione non risultano in alcun modo impegnati, né è stata intrapresa alcun tipo di opera». Sostanzialmente il ministero dava un “ultimatum” a Palazzo Zanca: entro 6 mesi l’Amministrazione avrebbe dovuto o «attuare i progetti a suo tempo presentati» oppure «formulare concrete proposte di utilizzo immediato» di quei fondi. Il Comune a quel punto si diede una mossa, pubblicando un bando e affidando ad una commissione giudicatrice il compito di valutare le offerte ricevute: il 20 luglio scorso veniva preferita l’offerta presentata dalla Gmc srl insieme alla S.a.s. Placido Raffone e alla Dino srl, per un immobile da ristrutturare in via Bonino. Un’offerta più volte contestata non solo dalla Neptunia, ma anche dalla Curia Arcivescovile, già nel corso delle valutazioni della commissione, e che è tutt’ora oggetto di ricorsi al Cga (che ha sospeso l’iter) e al Tar.

Nel corso della riunione di lunedì scorso dal presidente della Corte d’Appello Nicolò Fazio è giunta la proposta alla Commissione di deliberare in sintonia con l’operato del Comune, invitando l’amministrazione a «continuare sulla strada intrapresa», di fatto in rottura con il presidente dell’Ordine degli Avvocati, che più volte in passato si era opposto alla soluzione di un Palagiustizia satellite in via Bonino. Tra i sindacati presenti (Confsal, Cisl e Rdb) il rappresentante della Confsal Unsa Giuseppe Fusco ha chiesto alla Commissione, fermi restando i prevedibili tempi per la definizione del procedimento pendente presso il giudice amministrativo, di adottare con urgenza una soluzione tampone al fine di evitare i necessari e dovuti provvedimenti drastici paventati da Fazio. Fusco ha rimarcato anche la sostanziale difformità di alcuni uffici giudiziari alle normative urbanistiche, sanitarie e, soprattutto, a quelle poste a tutela della sicurezza dei luoghi di lavoro evidenziando i pericoli per la sicurezza degli utenti e dei lavoratori della giustizia.

Un invito è stato rivolto anche al Comune: reperire immediatamente locali in cui poter allocare temporaneamente gli uffici giudiziari interessati. La Commissione di manutenzione, con il solo voto contrario dell’Avvocatura, ha concluso i lavori invitando Palazzo Zanca a completare la procedure in corso sanando, ove possibile , i vizi urbanistici censurati dal Cga e invitando, al tempo stesso, il sindaco a ricercare «una soluzione tampone per scongiurare i rischi per l’incolumità e la sicurezza del personale dell’Amministrazione giudiziaria e dell’utenza».

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