Palazzo Zanca, rinviata in commissione l'intricata delibera su Bordonaro-Sivirga

Palazzo Zanca, rinviata in commissione l’intricata delibera su Bordonaro-Sivirga

Palazzo Zanca, rinviata in commissione l’intricata delibera su Bordonaro-Sivirga

martedì 17 Marzo 2009 - 13:51

Questa la proposta di Corvaja: restituire al Piano di Zona la volumetria per l’edilizia residenziale pubblica trasferita alla Stu Tirone (in attesa dei “residui”). Ma in quell’area come e quanto si può costruire?

Oggi pomeriggio è tornato a riunirsi il consiglio comunale, con all’ordine del giorno la complicata delibera targata Pippo Corvaja (nella foto), assessore all’Urbanistica, sul Piano di Zona Bordonaro-Sivirga. Alla fine l’aula ha deciso, all’unanimità, di rinviare tutto in commissione, in attesa della relazione che il geologo Carmelo Gioè invierà, entro fine mese, al Comitato Regionale per l’Urbanistica (Cru).

Per capire fino in fondo di cosa si parla, si deve camminare su due piani e su due zone, che poi vengono improvvisamente ad intrecciarsi. Il primo ambito è, appunto, l’area di Bordonaro, interessata da un Piano di Zona che, come vedremo, ha suscitato non poche perplessità nel Cru. La zona Bordonaro-Sivirga è classificata come C2c, ovvero zona di espansione per edilizia economica e popolare, con la propria volumetria corrispondente a quanto previsto dal piano regolatore.

Il secondo piano sul quale ci muoviamo è quello del Tirone. Lo studio di fattibilità della Società di Trasformazione Urbana prevede la costruzione di un edificio per edilizia residenziale pubblica. Per realizzare l’edificio, però, non previsto dal piano regolatore, serviva volumetria, e quella necessaria è stata trasferita proprio dalla zona C2c di Bordonaro-Sivirga. Ed è qui che i due piani si intrecciano. L’ambito Bordonaro-Sivirga si ritroverebbe con 11mila metri cubi di zona residenziale in meno, trasferiti al Tirone. Un travaso che comporta un cambio di destinazione d’uso della volumetria di Bordonaro, che da C2c diventerebbe zona E, agricola, venendo, di fatto, declassata e privata di valore.

Su questo interviene l’assessore Corvaja con la sua delibera: per evitare i numerosi contenziosi che, ovviamente, si scatenerebbero proprio a causa del declassamento delle zone, peraltro non ancora individuate, si mantengano le previsioni del Prg e dunque si lasci dov’è la volumetria per l’edilizia residenziale pubblica. Il che comporterebbe, di contro, non pochi problemi alla Stu, che si ritroverebbe con l’impossibilità di realizzare l’edificio previsto dallo studio di fattibilità.

La via di mezzo in quella che è diventata, anche, una vicenda politica tutta interna all’amministrazione (con Corvaja da una parte e il “padre” della Stu, Gianfranco Scoglio, dall’altra), potrebbe essere rappresentata dall’emendamento alla delibera proposto dallo stesso Corvaja, il quale in sostanza afferma: per varie ragioni di natura tecnica, la volumetria prevista per il Piano di Zona Bordonaro-Sivirga non verrà utilizzata nella sua interezza, dunque «verosimilmente» si avrà una volumetria residua che in un secondo momento potrà essere trasferita alla Stu per realizzare l’edificio di edilizia residenziale pubblica. Ma quel «verosimilmente» basterà alla Stu? O il concetto è troppo vago per risolvere l’intrigo?

A monte di tutto questo c’è una questione tecnica non da poco che potrebbe mandare gambe all’aria l’intera discussione. Il Piano di Zona di Bordonaro, infatti, insieme a quello di Galati, è stato accolto con diverse perplessità dal Cru, che ha inviato al Comune un documento con cinque fittissime pagine di richieste di chiarimenti in merito. A suscitare dubbi sono l’instabilità della zona, il rischio idrogeologico al quale è soggetta, la faglia che insisterebbe su di essa, gli elevatissimi costi che comporrebbe costruire in quell’area, sicuramente fuori dalla portata delle cooperative che si occupano di edilizia residenziale pubblica. Chiarimenti ai quali sta rispondendo in questi giorni il geologo di Palazzo Zanca Carmelo Gioè, la cui relazione, che alla fine risulterà decisiva per il responso finale del Cru, non sarà pronta prima di fine mese.

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