Partecipate, per il Pd gestite in maniera pessima: “Nomine discutibili. Ruggeri deve dimettersi”

Partecipate, per il Pd gestite in maniera pessima: “Nomine discutibili. Ruggeri deve dimettersi”

Redazione

Partecipate, per il Pd gestite in maniera pessima: “Nomine discutibili. Ruggeri deve dimettersi”

lunedì 02 Febbraio 2009 - 16:08

L’assessore “ombra” al settore Salvatore Curtò manifesta tutta la sua preoccupazione sull’operato di palazzo Zanca. Non solo Ato3, ma anche Amam, Atm, MessinAmbiente etc…

Questa mattina l’esecutivo comunale del Partito Democratico ha diffuso un documento redatto dall’ “assessore ombra” alle società partecipate Salvatore Curtò, attraverso il quale oltre a tracciare il quadro sulla gestione disastrosa della partecipate stesse, vengono chieste le dimissioni del capo di gabinetto del Comune Antonio Ruggeri da presidente dell’Ato 3.

«Lo stato di paralisi della gestione politica e amministrativa della città si palesa con connotati di assoluta gravità nelle cosiddette “partecipate” – scrive Currò. Settori nevralgici, che investono servizi di primaria importanza, soffrono per la mancanza di un indirizzo e a causa di nomine sbagliate. Il non governo di centrodestra sta mettendo a nudo la verità di una coalizione incoerente e inconcludente, priva di un programma, della necessaria unità interna ma, soprattutto, lontana dai bisogni veri della cittadinanza, quelli percepiti dalla gente comune. La litigiosità nella maggioranza esalta l’evidenza di una esperienza fallimentare. Le criticità più acute si registrano laddove occorre lucidità e competenza».

L’esponente del Pd sottolinea come la città sia balzata agli onori della cronaca nazionale per i cumuli di immondizia, ma anche per gli ingenti costi di gestione dei rifiuti che gravano sulla collettività, per la paralisi dei servizi pubblici di trasporto, ma anche per le proteste di chi ingiustamente, per garantire un servizio, è costretto a lavorare gratis. Per il dramma della famiglia Di Giovanni che ha mostrato la distanza tra il “Palazzo” e chi soffre e soprattutto la vergogna delle baracche, della lotta tra poveri con nuclei familiari costretti a vivere di speranze e delle menzogne di chi vorrebbe, ancora oggi, cambiare le carte in tavola, mentre sul risanamento gli uffici comunali litigano con quelli dell’I.A.C.P.».

Currò continua la sua analisi puntando l’indice sulle singole partecipate. Sull’Atm: «E’ stato nominato commissario l’ing. Manna, dirigente comunale che, gravato da mille incombenze, non è stato messo in condizione di adempiere in pieno al gravoso compito, finendo per apparire come chi doveva tenere in caldo un posto per qualcun altro. La trasformazione in Spa dell’azienda è nebulosa e mal si comprende se dovrà essere a capitale pubblico o misto. Il piano industriale consegnato da pochi giorni va analizzato in maniera approfondita, anche perché, fino a questo momento, è stato utilizzato per avanzare una piattaforma di ragionamento sindacale con i dipendenti». Sull’Amam: «La ruota per la presidenza si è fermata sulla casella del Dott. Sutera. Ma il dubbio sull’ incompatibilità ne inficia ab originem l’incarico, poiché il presidente è anche dirigente di un’ azienda ospedaliera pubblica che opera su territorio comunale. Inoltre, non si comprende quale sarà il ruolo di tale partecipata alla luce del nuovo disegno normativo in atto. Su MessinAmbiente: «La recente nomina del Direttore Generale, Armando Di Maria, è destinata a generare discussioni e polemiche, mentre sarebbe più logico risolvere il rapporto con l’Ato (che se da un lato è stato tacciato più volte di essere un doppione, dall’altro continua ad essere causa di litigi per la spartizione di poltrone)».

E infine appunto sull’ATO3, con un attacco diretto al neo presidente Antonio Ruggei: «Incarnati nella stessa persona i ruoli di controllore e controllato. Il Dott. Ruggeri è, infatti, Capo dell’Ufficio di Gabinetto del Sindaco, controllore e, contemporaneamente, presidente del CdA Dell’ATO 3, ente partecipato dal Comune e, quindi, soggetto controllato. Inoltre, lo stesso Ruggeri è anche direttore del polo catastale, componente la Commissione di vigilanza per gli spettacoli, presidente dell’Ordine dei periti, dipendente comunale. Appare ovvio che il dipendente comunale non può essere pubblico amministratore o, peggio, legale rappresentante di una società partecipata. Tra l’altro, pare che in passato lo stesso Ruggeri abbia ipotecato immobili comunali per circa settecentomila euro, per vedersi corrisposti dei crediti non pagati. Non vi è dubbio: o Ruggeri si dimette da presidente dell’Ato 3, o i nostri consiglieri comunali ne chiederanno la rimozione al sindaco attraverso una discussione che passi dall’Aula con apposito ordine del giorno».

Per il Pd il problema è anche politico: «A Palazzo Zanca il trasferimento di alcuni dirigenti comunali sembra avvenuto più per eliminare i malumori dei singoli che per rispondere ad una razionalizzazione della pianta organica o per dare un input di produttività. Considerata l’opera dei franchi tiratori delle scorse settimane e, soprattutto, le imboscate in Aula da parte di compagni di cartello dello stesso Buzzanca, l’occasione potrebbe essere propizia per qualche colpo di scena interno all’ex Casa delle Libertà, una casa che fa acqua da tutte le parti e con un inverno che si prospetta ancora molto lungo».

E.R.

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