Ciucci ribadisce: «A Cannitello segnale di partenza del progetto». Ma il Centro Studi per l’Area dello Stretto “Fortunata Pellizzeri” replica: «Quella variante non ha nulla a che vedere col progetto Ponte»
Proseguono i grandi annunci sulla realizzazione del Ponte sullo Stretto. Dopo il vertice di ieri tra il sindaco Giuseppe Buzzanca e il presidente dell’Anas e amministratore delegato della Stretto di Messina, Pietro Ciucci (nella foto), oggi quest’ultimo è tornato sull’argomento, nel corso di una conferenza stampa convocata a Reggio Calabria a margine del Primo Meeting delle Città del Mediterraneo. E ha confermato che i primi due interventi per la realizzazione saranno lo spostamento della linea ferroviaria di Cannitello, sul versante calabrese, e il raddoppio della Strada Panoramica di Messina, sul fronte siciliano.
«Il 23 dicembre – ha detto Ciucci – metteremo la prima pietra simbolica alla realizzazione del Ponte. E’ un primo segnale di partenza del progetto, senza alcuna demagogia. Tutte le opere infrastrutturali, da che mondo è mondo, iniziano eliminando le interferenze. La realizzazione della variante di Cannitello è una delle opere propedeutiche alla realizzazione del Ponte, progettata cinque anni fa proprio nell’ottica della costruzione del collegamento sullo Stretto. Ed è solo la prima tappa del progetto-Ponte, che farà altri passi avanti nei primissimi mesi del 2010 con i primi lavori nel versante Siculo: il raddoppio della “Strada Panoramica” che collega Faro Superiore a Messina e la realizzazione degli svincoli di Curcuraci, Giostra e Annunziata».
Ma cosa rimane oltre gli annunci? Poco o nulla, almeno secondo il Centro Studi per l’Area dello Stretto di Messina “Fortunata Pellizzeri”, associazione della quale fanno parte, tra gli altri, professionisti, politici e docenti messinesi quali Sergio Conti Nibali, Carmelo Briguglio, Guido Signorino, Gaetano Giunta. «Per il Ponte sullo Stretto di Messina – si legge in un documento – non esiste allo stato neppure il progetto, se non nella sua versione preliminare. Non può dunque aprirsi nessun “cantiere del ponte”. Ciò che potrà iniziare tra la fine di quest’anno e l’inizio del prossimo sono i lavori per la cosiddetta “variante Cannitello”: un’opera di interramento del tracciato ferroviario calabrese in prossimità di Villa S. Giovanni il cui progetto è stato approvato dal Cipe nel marzo del 2006 (Governo Berlusconi), dissociandolo esplicitamente (per indirizzo dello stesso Ministero delle Infrastrutture) dal progetto del Ponte. La “variante Cannitello” costituisce esclusivamente la prima fase di un più ampio progetto di miglioramento ambientale per la costa calabrese, rientrando nel disegno di interramento del tracciato ferroviario definito “Variante finale alla linea storica in località Cannitello”».
«Leggiamo infatti nella delibera di approvazione: 1) che “la Regione Calabria, con nota consegnata nella seduta del 22 marzo 2006, si è espressa favorevolmente in merito alla realizzazione della “variante di Cannitello” subordinatamente alla condizione che l’opera non sia condizione essenziale alla realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina ma serva soltanto a migliorare ed implementare il sistema della rete ferroviaria regionale”; 2) che lo stesso Ministero delle Infrastrutture presenta il progetto “come intervento finalizzato a migliorare ed implementare il sistema della rete ferroviaria regionale e sottolineando che la variante rappresenta la 1^ fase delle opere atte a consentire la continuità dell’esercizio ferroviario durante la costruzione della galleria che libererà la parte più cospicua del fronte mare”».
«In altri termini – si legge ancora nel documento – Regione Calabria e Governo Berlusconi dichiarano ufficialmente nel 2006 che, sebbene originariamente funzionale al Ponte, la “variante Cannitello” viene approvata solo in quanto propedeutica alla liberazione di un tratto di costa, per il miglioramento della qualità ambientale del territorio. L’iniziativa è “traghettata” dal Cipe ad un progetto di recupero del fronte-mare ed esplicitamente dissociata dal progetto per il Ponte. L’intervento viene finanziato con un apposito contributo annuo, ricorrente per 15 anni, di 1,699 milioni di Euro, consentendo così al soggetto proponente (RFI) di trovare sul mercato del credito la finanza necessaria. Il finanziamento, dunque, è anch’esso disgiunto dal Ponte. Il cantiere che aprirà sarà dunque un “cantiere di Rfi” la cui approvazione ed il cui finanziamento non hanno nulla a che vedere col Ponte. Se così non fosse, peraltro, ciò implicherebbe un de-finanziamento per il ponte ed uno “storno” di fondi da parte del Governo, visto che il finanziamento complessivo di 6,3 miliardi di euro è stato sempre indicato come relativo alle opere previste nel progetto preliminare (da cui la “variante Cannitello” è esclusa)».
«Plaudiamo – conclude l’associazione – al Governo per la ri-destinazione dei fondi del Ponte per opere di miglioramento della qualità ambientale, di difesa del territorio, di contenimento dei rischi idrogeologici e di salvaguardia della sicurezza e protezione della vita delle popolazioni residenti nei Comuni dell’area dello Stretto di Messina. Ma stigmatizziamo la propaganda connessa agli annunci sulla presunta apertura dei “cantieri del ponte”. Si tratta solo di “fumo negli occhi” con intenti confondenti per l’opinione pubblica».
(foto Dino Sturiale)
