Prevenzione terremoti. Cosa pensano di fare SUBITO i nostri amministratori?

Prevenzione terremoti. Cosa pensano di fare SUBITO i nostri amministratori?

Prevenzione terremoti. Cosa pensano di fare SUBITO i nostri amministratori?

venerdì 24 Aprile 2009 - 10:04

Tra qualche settimana avremo dimenticato le nostre paure

Ogni volta che si manifesta un forte evento sismico, il nostro Paese è percorso da un’ondata di paura.

Cosa sarebbe accaduto se il terremoto avesse colpito la mia città o il mio paese? si chiede la gente. Tutti fanno a gara per reclamare a gran voce misure urgenti volte a ridurre i pericoli.

Nasce anche una specie di gara a chi è più a rischio e, quindi, ritiene di avere maggiore diritto degli altri ad un aiuto immediato.

Ma i soldi non arrivano, anche perché quei pochi disponibili saranno utilizzati per aiutare chi dal terremoto è già stato colpito.

Esaurita la fase emotiva – con le conseguenti rassicurazioni di prammatica da parte degli amministratori locali, secondo i quali sono imminenti interventi decisivi -, tutto rientra nei binari del tradizionale fatalismo, dell’inettitudine e della irresponsabilità che caratterizzano il nostro amato Paese.

E il Meridione in particolare.

Solo così, infatti, si può definire una comunità nazionale dove gli edifici – in primis quelli pubblici – si trovano da decenni in uno stato di insicurezza generalizzata.

Restando in tema di ritardi e a costo di ripeterci, ci riesce difficile comprendere il silenzio dell’Assessore alla Protezione civile di fronte alla umile sollecitazione – inviatagli qualche giorno fa – di spendere subito le poche migliaia di euro necessarie alla stampa di un foglio con l’indicazione del comportamento da tenere in caso di forte sisma e delle Aree di raccolta verso le quali far convergere i cittadini in fuga.

Mentre abbiamo invece sinceramente apprezzato la Gazzetta del Sud che ha ripreso il nostro invito – con molta più autorevolezza di noi – nell’edizione di oggi, 24 aprile, a pag. 31: … a proposito, quando arrivano – assessore Romano – alle famiglie messinesi gli opuscoli preannunciati in sede di presentazione del Piano ormai alcuni mesi fa?.

Il terremoto d’Abruzzo non ha fatto eccezione e temiamo che, tra qualche settimana, all’approssimarsi dell’estate, nessuno parlerà più di messa in sicurezza, opuscoli e aree di raccolta.

Nella speranza tacita che il prossimo sisma colpisca lontano da casa nostra.

A tale proposito, vogliamo sgombrare il campo da un luogo comune; quello secondo il quale Messina ha più diritto alla messa in sicurezza rispetto ad altre province siciliane o di altre regioni.

Il ponderoso “Censimento di vulnerabilità degli edifici pubblici, strategici e speciali nelle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia e Sicilia”, realizzato dal Gruppo Nazionale per la Difesa dai Terremoti (GNDT) insieme all’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), alla Protezione civile e a un paio di Ministeri, reperibile nel sito http://gndt.ingv.it/Pubblicazioni/Censimenti.htm, mostra con estrema chiarezza che tra le varie province del Mezzogiorno, non vi sono grandi differenze di vulnerabilità sismica, anzi, ad essere precisi, gli edifici pubblici di Abruzzo, Basilicata e Calabria presentano qualche punto percentuale di rischio in più di quelli della Sicilia.

Rappresenta poi una ben magra consolazione la constatazione che le scuole e gli ospedali di Matera, Crotone, Catanzaro, Campobasso e Isernia corrono un maggiore pericolo di quelli di casa nostra.

Preso atto che non abbiamo titolo per pretendere una priorità di interventi da parte dello Stato, né di chiedere una corsia preferenziale alla Regione, non restano che due possibilità:

La prima: rinviare i provvedimenti necessari – sulle scuole prima di tutto – in attesa che Stato e Regione assegnino alla nostra città le risorse necessarie, in base alle urgenze che saranno stabilite.

La seconda: avviare immediatamente controlli e verifiche – prelevando le somme da capitoli di spesa meno urgenti – così da essere pronti ad attivare la messa in sicurezza non appena arriverà qualche soldo.

A proposito di arrivo di somme, perché non prevedere di destinare a questo scopo una parte più o meno cospicua delle risorse connesse al Ponte? Ammesso che arrivino veramente.

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