L'ex ragioniere generale continua di fatto ad operare con le stesse mansioni, pur avendo modificato il suo rapporto con l'Ente, dopo essere andato in pensione lo scorso 1 settembre. Quasi cinque mila euro al mese, mentre i conti di palazzo dei Leoni scricchiolano. E quella determina dirigenziale -autofirmata-. I sindacati contestano
La “costosa” nomina dei due esperti Torrisi e Bernava, in aggiunta alla difficile situazione finanziaria della Provincia, ampiamente fuori dagli obiettivi fissati dal patto di stabilità e con l’ombra del dissesto alle sue spalle, ha reso tesa l’atmosfera a palazzo dei Leoni, con molti esponenti che hanno storto il naso e i sindacati sul piede di guerra per le ripercussioni che tale situazione potrebbe avere sugli equilibri finanziari e occupazionali dell’Ente.
Particolarmente criticata la nomina che riguarda Antonino Torrisi, fino allo scorso 1 settembre Ragioniere generale dell’Ente, che di fatto ha mantenuto le stesse competenze pur modificando il proprio rapporto con la Provincia. Perplessità sono state manifestate da più parti, in primis sull’opportunità di affrontare una spesa (oltre 71mila euro per un anno) così importante nonostante l’Ente attualmente possa disporre di un apparato istituzionale economico-finanziario, con tante professionalità, ed un Dirigente oggi preposto (l’Avv. Calabrò che ha preso il posto di Torrisi). Una cifra mensile, sulla base dell’importo lordo di 63.875,16 euro (il resto è rappresentato da contributi Inps), che supera i 5mila euro, oltre eventuali rimborsi per spese di viaggio, vitto e alloggio connesse all’espletamento della propria funzione (considerando che Torrisi risiede a Catania). In barba alla crisi. Tanto che, si vocifera tra i corridoi, che qualcuno a palazzo dei Leoni starebbe pensando di correggere il tiro abbassando il compenso.
Ma c’è anche chi, come il consigliere del Pd, Pippo Rao, ha puntato l’indice sulla legittimità della determina presidenziale di affidamento dell’incarico, la n.138 del 25 agosto 2010. Ad esempio, nello spazio riservato al parere della ragioniere generale, il funzionario, lo stesso Torrisi allora ancora in carica, si limita ad esprimere un “preso nota”. E poi c’è la determina dirigenziale che fissa l’impegno di spesa, la n.82 del 31 agosto 2010, che specifica i compensi ed è firmata dallo stesso Antonino Torrisi, ancora nelle vesti di Ragioniere Generale.
Il conferimento fa invece leva sull’art.35 della L.R. n.35 della L.R. n.9/86 come sostituito dall’art.25 della L.R. n.26/93 che attribuisce al Presidente la possibilità di conferire incarichi all’Amministrazione per l’espletamento di attività connesse con le materie di competenza. Anche se non si fa giustamente riferimento al regolamento sull’attribuzione degli incarichi esterni , in quanto esperti e consulenti sono altra tipologia, si contesta il fatto di non aver dato priorità alle emergenze del territorio, preferendo puntare su nomine, al di là delle competenze, dai connotati discutibili.
Anche il Csa, Coordinamento Sindacale Autonomo, dopo essersi interrogato sulla -coesistenza- di Torrisi e Calabrò, si concentra su tutta una serie di profili legislativi: -In considerazione alla determinazione n.140 del 31 agosto 2010 con il quale è stato attribuito al dott. Calabrò l’incarico di Dirigente Responsabile degli Uffici finanziari, si ritiene opportuno richiedere al presidente della Provincia e al segretario generale se: gli atti sin qui prodotti siano compatibili con la vigente normativa in materia considerato che da un’attenta lettura delle funzioni attribuite con la determinazione 138, le stesse sono sostanzialmente sovrapponibili alle competenze del dirigente di servizio finanziario incaricato con determina n.140 e delle strutture organizzative facenti parte degli uffici dirigenziali in questione; se la previsione dell’affidamento della responsabilità dell’unità di progetto di cui alle deliberazione n.103/2010 sia conforme a quanto previsto dall’art.8, c.8, del Vigente regolamento degli uffici e dei servizi; se l’atto in esame, adottato il 25 agosto, sia formalmente conforme a quanto letteralmente previsto al c.1 dell’art.35 della L.R. 9/86 come sostituito dall’art.25 della L.R. 26/93; se la det.138 sia stata adottata nel rispetto di quanto previsto dall’art.41 del vigente regolamento degli uffici e dei servizi nonché all’art.32 del Regolamento di Contabilità dell’Ente e dall’art. 65 c.2 dello Statuto, se siano state prese in esame altre modalità di copertura del posto vacante, anche attraverso forme di mobilità esterna-.
La FP Cgil invece, si esprime, ritenendo ancora valido l’impegno espresso dall’Amministrazione nel voler dare risposte a tutte le problematiche irrisolte in tema di gestione del personale e soprattutto di voler imprimere un forte cambiamento allo stallo amministrativo determinatosi a seguito della carenza di figure dirigenziali, ma a tener conto del tempo trascorso comincia a nutrire forti dubbi che ciò possa essere realizzato. A determinare questo stato di forte preoccupazione si sono aggiunti proprio gli ultimi provvedimenti amministrativi con cui è stato conferito un incarico di esperto al ragioniere generale appena collocato in quiescienza, e incarico ad interim di dirigente dei servizi finanziari al dirigente amministrativo Calabrò. “L’ulteriore concentrazione di incarichi sugli ultimi due dirigenti rimasti in servizio – si legge in una nota -, per tutte le strutture amministrative e finanziarie, desta enorme preoccupazione e rende praticamente impossibile la realizzazione di quanto codesta Amministrazione deve portare a termine. Per quanto sopradetto, si reiterano le ultime richieste di incontro, rimaste inevase nonostante la gravità delle situazioni denunciate e l’aggravarsi delle condizioni in cui operano alcuni dipendenti dell’Ente”. Chieste anche le motivazioni per cui non si è proceduto alla riadozione del piano triennale del fabbisogno di personale, non ottemperando così ad una prescrizione di legge propedeutica all’approvazione del bilancio, fondamentale per ogni tipo di iniziativa riferita alla pianta organica.
Si dichiara in agitazione anche il Siar, Sindacato Autisti di Rappresentanza. “Siamo rimasti stupiti dall’impegno di 175mila euro per due consulenti. In un periodo di vacche magre non vi erano alternative? E intanto agli autisti di rappresentanza tagliano tutte le indennità, piccola cosa in confronto, ma rapportate a stipendi che a stento superano i mille euro mensili, boccata d’ossigeno, per non morire. Siamo stanchi di sentirci dire ‘non ci sono soldi’ quanto chiediamo di rinnovare il vestiario, mettere a norma le autorimesse, pagare gli straordinari, forniti i telefoni di servizio, mentre per altre cose i soldi si trovano e anche tanti, tagliando e riducendo le indennità a tutti i dipendenti della Provincia. Perché il Ministro Brunetta non dice nulla in questi casi?-.
