La Provincia e le sue trentaquattro partecipate: quante sono necessarie? Previti interroga Leonardi

Trentaquattro società. E’ questo il numero, certo non irrisorio, delle partecipate di cui la Provincia è socio. Società sulle quale, secondo il capogruppo di Rifondazione Comunista a Palazzo dei Leoni Peppe Previti (nella foto di Dino Sturiale) bisogna fare chiarezza, soprattutto alla luce di quanto previsto dalla Finanziaria 2008. La quale, a proposito di costi della politica, è intervenuta anche sul versante delle società e degli organismi esterni costituiti o partecipati dagli Enti Locali, ponendo limiti alla costituzione e alla partecipazione in società delle amministrazioni pubbliche. «Gli Enti Locali – dice la legge – non possono costituire società aventi per oggetto attività di produzione di beni e servizi non strettamente necessari per il perseguimento delle proprie finalità istituzionali, né assumere o mantenere direttamente o indirettamente partecipazioni, anche di minoranza, in tali società». E le stesse amministrazioni sono obbligate, entro 18 mesi dalla data di entrata in vigore della Finanziaria, di «cedere a terzi le società e le partecipazioni vietate».

Secondo Previti «gli Enti Locali devono effettuare al più presto una ricognizione sul portafoglio delle proprie partecipate (sia dirette che indirette), verificando al contempo la rispondenza del loro oggetto sociale alla gestione di servizi pubblici locali di interesse generale o alle finalità istituzionali», un’operazione ritenuta indispensabile per costituire nuove società a partecipazione provinciale, o comunque acquisire nuove quote, modificare o mantenere in portafoglio le partecipazioni esistenti, dismettere quelle non conformi. «In assenza di tale ricognizione – prosegue il capogruppo del Prc a Palazzo dei Leoni – è preclusa ogni operazione sulle partecipate (che non sia vincolata per legge)»

Attualmente le trentaquattro partecipate della Provincia sono le seguenti: Ato 1, 2, 3, 4, 5, Ente Autonomo Fiera, World Trade Centers, Centro Ricerche Atmosferiche, Sviluppo Taormina Etna, Gal Castell’Umberto Nebrodi, Consorzio Tutela Limone Interdonato, Consorzio Ceramiche Santo Stefano, Consorzio Asi, Nettuno, Sogas Spa Aeroporto dello Stretto, Aeroporto delle Eolie, Messina Sviluppo, Apem, Gal Fiume Alcantara, Gal Nebrodi e Valle Alcantara, Consorzio Ripopolazione Ittico, Asso. Strade e rotte del vino, Stazione Consortile Sperimentale Granicoltura, Eureka, Tyndaris, Eolo, Consorzio Filiera Carni, Centro Mercantile Milazzo, Innovabic, Asia Agenzia sviluppo Ionio Alcantera, Società Multiservizi SpA, Progeta, Sogepat, Icaro e Feluca Spa. Molte di queste, sostiene Previti, «non sembrerebbero rientrare tra quelle stabilite dalla legge non erogando alcun servizio all’Ente ed altre addirittura sembrerebbero società -fantasma»-.

Il punto è che «la Provincia non è nelle condizioni di sperperare denaro pubblico» trovandosi «nonostante la tentata opera di risanamento portata avanti dall’esecutivo e dal Consiglio,in gravi difficoltà economiche al limite del dissesto dovute anche a minori introiti da parte statale e regionale». Dunque Previti interroga il presidente Leonardi per sapere se una ricognizione come quella descritta è stata già fatta, se dunque sono state individuate le Partecipate che non rientrano nella previsione della Finanziaria, se intende dismetterle o cedere a terzi le proprie quote, «se ha dato mandato ai propri uffici affinché pongano in essere tutti gli atti contabili per la definizione dei relativi pagamenti delle transazioni (Ausl 5, orfanotrofio Regina Margherita) e dei debiti fuori bilancio».