Quando il dirigente non ci sta: Nunzia Crisafulli e il “rimpasto- targato Buzzanca

Quando il dirigente non ci sta: Nunzia Crisafulli e il “rimpasto- targato Buzzanca

Redazione

Quando il dirigente non ci sta: Nunzia Crisafulli e il “rimpasto- targato Buzzanca

lunedì 30 Giugno 2008 - 15:06

Lo sfogo dell'ex dirigente del dipartimento Commercio, industria, artigianato e pesca in una lettera: «Ho appreso del trasferimento dai giornali. Non ha inteso punire nessuno? Offende la nostra intelligenza»

Nunzia Crisafulli è dirigente del dipartimento Commercio, industria, artigianato e pesca di Palazzo Zanca. Anzi, lo era fino allo scorso fine settimana, quando il neo sindaco Giuseppe Buzzanca ha operato il cosiddetto “rimpasto-, rimuovendo la Crisafulli dall’incarico fino a quel momento ricoperto (e affidandolo a Giacomo Leotta), assegnandole il dipartimento Statistica.

Il tutto con un metodo che alla Crisafulli non è piaciuto, tanto che adesso la dirigente comunale scrive una lettera alla stampa che rappresenta un vero e proprio messaggio rivolto al sindaco, il quale sul quotidiano locale aveva dichiarato «di aver fatto una ricerca su città “campione- prese da varie regioni d’Italia Si è cioè scomodato ad accertare i tempi di rilascio di autorizzazioni in città così lontane come Genova e Pordenone ma nulla ha chiesto a me che ero la più qualificata per spiegargli come funziona».

«Evidentemente – scrive la Crisafulli – il sig. Sindaco sconosce che a seguito della liberalizzazione del commercio (Legge Bersani) l’operatore che intende aprire un esercizio commerciale che abbia una superficie di vendita fino a mq.200, deve semplicemente presentare una comunicazione al Comune sul cui territorio intende svolgere l’attività e dopo 30 giorni può iniziare la stessa. E questo vale per tutto il territorio della Repubblica compresa la Sicilia. Appena nominata Dirigente del Dipartimento commercio in data 13 novembre 2006 – prosegue – forte della mia professionalità, acquisita in 48 anni di servizio, ho snellito l’iter burocratico per l’espletamento di tutte le pratiche di competenza del mio ufficio. Vero è che ho rilasciato autorizzazioni per pubblici esercizi le cui istanze erano state presentate anche undici anni addietro, ma la colpa non poteva essere a me addebitata. Ho ridotto notevolmente l’arretrato e per quanto concerne le nuove richieste per pubblici esercizi (bar, ristoranti ecc.)le licenze sono state rilasciate anche in quindici giorni».

La Crisafulli sottolinea altri atti da lei predisposti, aggiungendo che «il Sindaco non ha atteso la relazione che avrei dovuto presentargli dalla quale avrebbe appreso le suddette notizie, ma soprattutto avrebbe saputo che in un anno, nel 2007 ho recuperato tutti i crediti che il comune vantava nei confronti degli ambulanti dei mercati». La dirigente rivendica di aver «diretto l’ufficio con diligenza e spirito manageriale nell’interesse del Comune. Non mi importa del trasferimento, per me un ufficio vale l’altro, ma se il Sindaco avesse voluto il bene della città, avrebbe dovuto chiedere agli operatori commerciali, ai commercialisti, a tutte quelle persone che nella mia qualità hanno avuto occasione di avere rapporti con me o anche solo con il personale del mio ufficio per capire che ha commesso un grave errore. Il Sindaco ha tutto il diritto di disporre trasferimenti, ma non deve assolutamente giustificarsi dicendo che “non ha inteso punire nessuno-, perché offende la nostra intelligenza e la nostra professionalità acquisita in quasi 48 anni di lavoro prestato a servizio dell’utenza. Già, proprio così, quando andrò in pensione, sarò iscritta nel Guinnes dei primati per aver lavorato 50 anni presso lo stesso Ente».

«E poi – conclude la Crisafulli – che esempio dà alla città, lui Sindaco novello che comunica alla stampa ed ai mass-media il trasferimento dei dirigenti senza averlo prima notificato agli interessati? Non credo che se li avesse disposti una decina di giorni dopo sarebbe cambiato qualcosa all’infuori dello schiaffo immediato che ha voluto dare a me e agli altri dirigenti che hanno appreso del loro trasferimento dalla televisione e dai giornali».

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