Raccolta differenziata, il Comune non si muove e rischia pesanti sanzioni

Raccolta differenziata, il Comune non si muove e rischia pesanti sanzioni

Raccolta differenziata, il Comune non si muove e rischia pesanti sanzioni

lunedì 25 Gennaio 2010 - 09:05

Capurro interroga il sindaco e cita il caso del Comune di Marcianise: il sindaco e altri amministratori e dirigenti sono stati condannati a pagare oltre 450 mila euro

Con la raccolta differenziata non si scherza. O meglio, non si dovrebbe. Perché l’impressione è che a Messina il problema non sia stato colto in tutta la sua gravità. Ci prova Pippo Capurro, capogruppo del Pdl a Palazzo Zanca, che carte alla mano dimostra come del fatto dovrebbero preoccuparsi in tanti. In primis il sindaco Giuseppe Buzzanca, al quale ha inviato un’interrogazione consiliare. La Finanziaria Regionale 2007, ricorda Capurro, stabiliva che la percentuale di raccolta differenziata non poteva essere inferiore al 20 per cento per l’anno 2007, al 30 per cento per l’anno 2008, al 50 per cento per l’anno 2009 e al 60 per cento per l’anno 2010. Anche le varie autorizzazioni del Prefetto di Messina al presidente dell’Ato3 a conferire i rifiuti del Comune di Messina in discarica, già a far data dal 2005, disponevano che entro il termine autorizzatorio doveva essere rispettata, tra l’altro, la prescrizione di assicurare una raccolta differenziata dei rifiuti urbani prodotti nel proprio territorio pari al 20%. Nonostante questi “inviti istituzionali”, evidenzia Capurro, «le soglie non sono state rispettate assolutamente, atteso che la differenziata è a livelli risibili in questa città, dove non tocca neppure quota 5% del rifiuto prodotto stante i dati ufficiali pubblicati recentemente e che ci relegano tra gli ultimissimi posti di raggiungimento di percentuali di raccolta differenziata».

Un mancato rispetto che non passerà inosservato. E i rischi non sono affatto risibili, visto che ci sono precise sanzioni previste, secondo le quali «nel caso in cui a livello di ambito territoriale ottimale non siano conseguiti gli obiettivi minimi previsti dal presente articolo, è applicata un’addizionale del venti per cento al tributo di conferimento dei rifiuti in discarica a carico dell’Autorità d’ambito», facendo lievitare ulteriormente l’imposta con grave danno per i cittadini messinesi cui negli ultimi anni è stata applicata una tassa maggiorata del 100%. In sostanza, dal 1998 ad oggi, il costo della gestione dei rifiuti ha avuto un incremento sempre costante, passando da 27 miliardi a 40 milioni di euro, con relativo aumento della Tarsu (la tassa sui rifiuti), passato dal corrispettivo in lire di 149 euro a più del doppio, 303 euro.

C’è poi un caso che fa “scuola” e che dovrebbe far tremare gli amministratori locali. Capurro cita una sentenza del 9 dicembre scorso della Corte dei Conti della Campania, che ha condannato gli amministratori (compreso il sindaco) e i dirigenti del Comune di Marcianise al pagamento della somma complessiva di oltre 450 mila euro, di cui 405 mila in favore del Comune di Marcianise e 45 mila in favore dell’Erario «per avere omesso sia di assumere iniziative finalizzate all’incremento della raccolta differenziata dei rifiuti, ferma presso il Comune di Marcianise a percentuali irrisorie, nonostante vi fosse in tal senso l’obbligo sancito da svariate disposizioni sia di legge, e sia di emanare le ordinanze previste dal Regolamento comunale». A questo punto il capogruppo del Pdl ricorda «le recenti dichiarazioni dei responsabili della gestione dei rifiuti a Messina, secondo cui “la raccolta differenziata così com’è non conviene”, argomentando una serie di motivazioni alcune delle quali, carenza di personale e mezzi, in qualche modo, condivisibili».

Nel frattempo le discariche sono sature ed è partita la ricerca di nuove vie da percorrere, un modello definibile che utilizzi una delle tante altre possibilità di smaltimento dei rifiuti solidi urbani: il riciclaggio, il compostaggio della frazione organica e la termovalorizzazione. D’altronde ci sono strumenti normativi, come il decreto Ronchi del ’97, che vengono incontro all’amministrazione, che dovrà darsi una mossa. Anche perché, evidenzia Capurro, «difficilmente il consiglio comunale approverà ulteriori debiti fuori bilancio per la gestione dei rifiuti atteso che molti consiglieri hanno procedimenti pendenti presso la Corte dei Conti della Sicilia per diverse decine di migliaia di euro». Tocca al sindaco, in sostanza, «impartire urgenti disposizioni affinché l’assessore all’Ambiente Elvira Amata, il presidente di Messinambiente Nino Dalmazio e il presidente dell’Ato3 Antonio Ruggeri si impegnino, ognuno nell’ambito delle rispettive competenze, a effettuare una raccolta differenziata efficace stabilendo un piano di interventi (magari utilizzando e valorizzando, come dice Dalmazio, le microimprese locali), che venga portato a conoscenza del Consiglio Comunale». Al sindaco, infine, Capurro propone anche «come peraltro emerso in vari dibattiti consiliari, di applicare riduzioni o bonus di vario genere, mediante l’utilizzo di metodiche idonee, ai privati cittadini che intendono conferire direttamente i rifiuti differenziati presso le isole ecologiche».

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