La riflessione alla luce dei poco lusighieri risultati riportati, a livello nazionale e locale, da Sinistra e Libertà e Ricondazione - Comunisti Italiani alle scorse Europee
Se né è parlato in tutte le salse, alla luce dei risultati elettorali definitivi. Dai raffinati salotti televisivi alle piu’ classiche e rustiche chiacchere da bar: “la Sinistra è arrivata divisa alle elezioni europee (e non è la prima volta) e ha perso”.
E in effetti i risultati riguardanti i due partiti della sinistra italiana parlano chiaro, con Sinistra e Libertà che ha ottenuto il 3,1% delle preferenze, a fronte del 3,4% Rifondazione-Comunisti italiani. Il risultato è impietoso: non si è superato lo sbarramento del 4% e i due partiti sono fuori da qualsiasi logica politica europea. Con la stessa logica “sciossinistica” anche a Messina, per quanto possa valere un dato relativo ad una sola città, i due schieramenti hanno conseguito rispettivamente il 2,91% e l’1,69% dei voti complessivi.
A “leccarsi le ferite” del post-voto è Giuseppe Restifo della Rete Ecologica Sociale dei Verdi, che riflette: “avremmo potuto avere agevolmente una rappresentanza di sinistra al Parlamento europeo ed è stato commesso l’ultimo errore elettorale. La Rete di ecologia sociale aveva sottoscritto l’appello per la lista unitaria della sinistra, lanciato prima che si formassero le liste: non se ne è fatto nulla a livello nazionale”..
Ma Restifo non si limita alla mera analisi dei dati e propone la strada per il futuro.
“Il momento è propizio – scrive. Sembrerebbe strano dirlo, ma forse si è in presenza di un inizio di inversione di tendenza. Forse non andiamo incontro al bipartitismo strangolatore, non tutti sembrano più tanto invaghiti di Berlusconi.
La Rete di ecologia sociale propone allora un incontro a breve di discussione fra gli aderenti e simpatizzanti di Sinistra e libertà e quelli di Rifondazione-Comunisti italiani, in cui analizzare insieme la situazione e, intanto, prendere posizione sul referendum del 21 giugno. Rivendicare da subito un’azione
astensionista e proporre un ritorno a sistemi elettorali col proporzionale e con la preferenza può essere un’opzione: vale la pena discuterla.
Dall’incontro immediatamente successivo a quello dell’analisi dovrebbe uscire un
patto di consultazione e di azione comune a sinistra. Su tutto questo la Rete di ecologia sociale ritiene siano poche le cose concrete che differenziano le -due sinistre-, una delle quali dovrebbe prendere atto che non bastano i simboli per conquistare la fiducia, l’altra che non bastano i -sogni-, occorre -incarnarli- e renderli davvero utili”.
Un analisi lucida quanto doverosa per una Sinistra che, dopo le lacerazioni seguite all’esperienza della Sinistra arcobaleno non ha avuto modo di ritrovarsi, con la “spartizione” elettorale che ne consegue.
Se tutto va come deve andare le prossime elezioni sono ancora lontane, il tempo per organizzarsi, stavolta, c’è.
